Taehyung vedendo le condizioni del suo migliore amico corse velocemente dentro casa e cercò l'inalatore di Jimin che aveva deciso di lasciare li in caso di emergenza.
Il ragazzo più piccolo corse velocemente da Jimin e senza toccarlo gli passò l'inalatore.
Il biondo premetto due volte su quel bottone rosso e lentamente tornò a respirare normalmente.
Fece dei respiri profondi e poco dopo alzò lo sguardo per puntarlo in quello preoccupato dell'amico e mormorò un "sto bene ora, grazie"Taehyung tirò un sospiro di sollievo e si sedette a terra sorridendo.
-Grazie a dio hai lasciato questo coso a casa mia, sennò non avrei davvero saputo cosa fare. Mi hai fatto preoccupare davvero tantissimo Jimin-sshi-
Disse Taehyung guardando preoccupato l'amico.-Scusa TaeTae... Ma è successo tutto così velocemente e non sarei mai riuscito a raggiungere casa mia in tempo-
Disse dispiaciuto il biondo ancora seduto sul porticato di casa del suo migliore amico.-Forza andiamo dentro, così mentre ti preparo un the caldo mi spieghi cos'è successo va bene?-
Disse il ragazzo con un sorriso quadrato dipinto sul volto.
Si alzò e aspettò che anche l'amico facesse lo stesso e insieme entrarono in casa chiudendosi la porta alle spalle.La casa di Taehyung era molto carina e ben curata. La stanza principale era un open space con salotto e cucina sui toni del bianco, grigio e nero. Tutto molto moderno, e arricchito da alcuni quadri disegnati proprio dal castano che rendevano tutto più colorato.
In fondo vi era una scala che portava al piano di sopra dove vi erano due camere da letto, una di Taehyung e una per gli ospiti e infine un bagno.Jimin le lentamente si avviò in cucina dove prese posto nella sua sedia posizionata tra il tavolo da pranzo e la credenza bianca che era alle sue spalle.
Non era molto sicuro di voler raccontare quello che era successo al migliore amico, e così prese a mordicchiarsi le lebbra e a giocare con qualche pellicina.
Il castano intanto era andato ai fornelli per scaldare l'acqua per il the. Posizionato il pentolino con l'acqua sul fornello si girò verso il l'amico facendogli capire che aveva la sua completa attenzione.
-Spiegami cos'è successo Chim. Devo picchiare qualcuno per caso?-
Disse il ragazzo con tono accigliato.-No... Non è stata colpa sua in realtà. Ero io che, come sempre, avevo la testa tra le nuvole... E semplicemente non l'ho visto arrivare e ci siamo scontrati e lui per non evitarmi una caduta mi ha... Mi ha a-afferrato il b-braccio...-
Al solo ricordo al biondo mancò il fiato e il punto del braccio dove poco prima era ancorata la mano di quello sconosciuto cominciò a pizzicargli come se avesse preso la scossa.-Okay okay calmati ChimChim non è successo nulla tranquillo. È tutto finito non ti toccherà più-
Cerco di calmarlo Taehyung porgendogli il the caldo dentro la tazza raffigurante Naruto, il suo anime preferito.Ad oggi Taehyung non era a conoscenza del perché Jimin avesse cominciato a soffrite di questa fobia. Il biondo non lo aveva raccontato a nessuno. Nemmeno ai suoi genitori. Se ne vergognava troppo.
Jimin sospirò continuando a fissare il the. Non voleva assolutamente bere quella bevanda piena di zuccheri, perché lo zucchero voleva dire calorie e le calorie per lui era grasso che si aggiungeva al suo corpo.
-Io dovrei andare a casa Tae i miei saranno preoccuparti. Scusami se sono piombato qui e grazie davvero. Senza di te sarei perso-
Disse il biondo forzando un sorrisino.-Quante volte te l'ho detto Chim che tu non disturbi mai? Casa mia è anche casa tua ricordalo. Vuoi che ti accompagno fino a casa? Non so se sia il caso lasciarti andare da solo dopo quello che è successo oggi-
-No tranquillo Tae davvero. Vado da solo non c'è problema. Ti scrivo quando sono a casa tranquillo-
E detto questo si avviò verso la porta, salutò con la manina il castano e cominciò a camminare verso casa.
Nel giro di dieci minuti giunse a casa che come ogni pomeriggio era vuota per via dei genitori a lavoro.
Si tolse le scarpe in entrata e infilò le ciabatte. Percorse il breve corridoio di legno e andò in cucina a prendere dell'acqua, subito dopo si avviò in camera sua.
Una camera molto piccola ma accogliente. Un letto singolo sulla sinistra, una scrivania sul muro ai piedi del letto, una porta finestra che portava in terrazza, un armadio a due ante e una porta che portava al bagno.
I muri bianchi erano decorati da disegni, quadri e foto.
Jimin si avviò verso la sua scrivania e da un cassetto tirò fuori un quadernino con la copertina di un giallo sbiadito. Aprì il quaderno e cominciò a scrivere quella che aveva mangiato quella mattinata con accanto le rispettive calorie.
Una volta terminato riposizionò il quaderno nel cassetto, si alzò dalla sedia e prese il telefono dalla quale avviò una playlist di canzoni dei suoi gruppi kpop preferiti e cominciò a fare esercizio.
Nel mentre dell'esecuzione si distrasse parecchie volte perché aveva un pensiero fisso in testa.
Un paio di occhi neri come la pece.
Non sapeva nemmeno lui del perché continuava a pensarci. Alla fine molto probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto. Eppure non riesciva a smettere di pensare a quel ragazzo dalla pelle lattea e gli occhi così profondi.
Dopo quasi 2 ore Jimin si distese a terra per la stanchezza dovuta agli esercizi fatti.
Andò in bagno, si fece una doccia e una volta tornato in camera senza nemmeno scendere a controllare se i suoi erano presenti o meno andò a buttarsi a letto e vuoi per la stanchezza degli esercizi fatti o per la giornata pensante avuta crollò sfinito in un sonno profondo.Peccato che quel sonno non fu tranquillo, ma bensì molto agitato come del resto lo era quasi tutte le sere da un paio d'anni a questa parte.
-Allora Jimin noi andiamo, ci vediamo tra un paio di giorni va bene? Tu fai il bravo e ascolta Si Woo va bene? Ti vogliamo bene Jiminie-
Disse la madre dando un caloroso al ragazzino.Come le porta si chiusero l'incubo iniziò. Si Woo ghignó verso Jimin, lo prese e mano e mentre lo portava verso la camera gli chiese una cosa.
-Ti va di fare un gioco Jimin? Ci divertiremo-
Disse l'uomo sorridendo al biondo.E da quella sera, ogni volta che i genitori del ragazzo dovevano allontanarsi per lavoro lui viveva i giorni peggiori della sua vita.
Jimin si svegliò urlando, tremando e con il fiato corto. Tanto che i suoi genitori si svegliarono per via dell'urlo del loro figlio e corsero in camera a controllare come stesse.
Il padre si avvicinò con cautela al ragazzo parlando con il tono più tranquillo e pacato che poteva mentre la madre andò di corsa in cucina a prendere dell'acqua e l'inalatore.
-Hei figliolo forza fai dei bei respiri profondi con me, inspira ed espira. Bravo Jimin continua così ancora una volta...-
Disse il padre avvicinandosi a Jimin ma rimanendo sempre a distanza.La donna tornò di sopra e porse l'acqua al figlio che ormai si era calmato quasi del tutto.
-Vuoi raccontarci cos'hai sognato Jimin-ah?-
Chiese lei speranzosa in una risposta positiva.-No... Non me la sento mi dispiace. Scusate se vi ho svegliati, ora potete andare sto bene. Grazie...-
Disse il biondo fissando le coperte con gli occhi ancora lucidi.-Va bene tesoro. Buonanotte-
E detto questo i genitori tornarono in camera.Il biondo si rimise a letto e come ogni notte, dopo aver fatto il solito incubo passò la nottata in bianco.
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Two Hearts Wounded // Yoonmin
Fanfiction-Ti prometto che ne usciremo insieme Jiminie. Riusciremo a sconfiggere tutti i nostri i demoni- Disse Yoongi guardando il più piccolo negli occhi. -Io e te contro il mondo giusto?- Disse Jimin. -Giusto. Io e te contro il mondo, piccolo- ---- ATTENZ...