Fedele Servitore

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La colazione a Villa Wayne veniva servita alle 18:00; per tradizione, era costituita da un'omelette di solo albume, una tazza di caffè nero e due antidolorifici leggeri su un piattino d'argento accanto al vassoio. Negli ultimi tempi, il signorino Bruce ignorava sistematicamente l'omlette.

Oggi non ha fatto eccezione, notò Alfred, uscendo dalla camera del suo principale con un vassoio in mano. Non era da lui: quando stava male, era solito costringersi a mangiare grosse bistecche pur di non rischiare di perdere massa muscolare.

Ma il signorino Bruce non era più lo stesso dalla morte di Joker. Alfred si era aspettato che le cose cambiassero, naturalmente, ma sperava che il suo padrone potesse rilassarsi. Invece, Bruce aveva dato l'assalto ai criminali di Gotham con rinnovato zelo. Alle domande di Alfred, Bruce aveva spiegato che occorreva colpire finché c'era un vuoto di potere.

Ragionamento notevolmente assennato. Ma l'urgenza di Bruce sembrava più quella di un uomo il cui tempo è agli sgoccioli.

Alfred trovò Bruce nella Batcaverna, ovviamente. Già con la tuta indosso, intento a inviare a Lucius nuove specifiche per la Batmobile.

"Sir", tentò Alfred. "Dato che questa sera non abbiamo piste fresche da seguire e il non tramonterà per altri quarantacinque minuti, speravo potessero interessarle gli avanzi della colazione".

"Quarantadue minuti", rispose Bruce, gli occhi fissi sullo schermo del Batcomputer.

Alfred si fermò un istante. domandandosi come mai l'uomo che lui stesso aveva allevato ora gli tenesse dei segreti. Per la prima volta in trent'anni.

"Molto bene, sir", disse Alfred, prima di uscire dalla stanza.


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