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Quella giornata stava andando benissimo per Jimin e Jungkook, che stavano giocando spensierati nell'ampio prato verde, ridendo e scherzando.

I due migliori amici erano cresciuti insieme e non si erano mai separati, le loro famiglie erano unite da tempo, e loro si consideravano più come fratelli; quindici anni della loro vita passati fianco a fianco, ad aiutarsi a vicenda, e avrebbero continuato ad esserci l'uno per l'altro, era poco ma sicuro.

La città era tranquilla e silenziosa come al solito; erano nati in un luogo nel quale il male non esisteva.

Come era possibile? Nessuno lo sapeva, eppure in quella città nessuno aveva mai commesso omicidi, nessuno aveva mai rubato, nessuno aveva anche semplicemente litigato con altri.

Impossibile, penserete, ma era così: una semplice città i cui abitanti non facevano altro che aiutarsi tra di loro, essere gentili, onesti e bravi in ogni cosa possibile, o perlomeno era così che apparivano agli occhi dei due quindicenni, completamente spensierati,che giocavano con una palla, rincorrendola e passandosela con i piedi in quel grande prato nel quale erano andati per divertirsi un po'.

"Dai Jungkookie, passamela, mi sto annoiando!" rise leggermente Jimin, spostandosi i capelli dalla fronte leggermente imperlata di sudore, sbuffando a causa dell'amico che stava facendo una serie di palleggi per conto suo.

Jungkook alzò la testa verso l'altro, annuì e tirò un calcio alla palla, forse un calcio un po' troppo forte perché questa andò più lontano del previsto finendo vicino a quell'altissimo muro bianco che li separava da chissà cosa.

Sì, quel muro era davvero immenso, alto almeno trenta metri, completamente bianco, e del quale nessuno aveva mai visto la fine o l'inizio, spesso forse altri venti metri.

Nessuno capiva perché esso fosse realmente lì, perché fosse pericoloso avvicinarvisi o per quale motivo era severamente vietato farlo, e infondo, nonostante la curiosità nessuno chiedeva nulla, o meglio, solo i bambini facevano domande su domande, per poi rinunciare: nessuno avrebbe mai ricevuto una risposta.

Quel muro era lì, faceva parte della città, e così doveva essere.

"Oh no...ma dov'è andata?" sospirò Jimin avvicinandosi ad esso con una veloce corsetta, seguito dall'altro.

"Jimin-ah, fermati, sai che non possiamo andarci" disse Jungkook correndo dietro al proprio migliore amico fino a raggiungerlo dinanzi a quel colossale muro bianco.

"Che? Ah, cosa vuoi che succeda? Mica ci mangia, è solo un muro Kookie, e devo recuperare la palla, mamma si arrabbierà se torno senza" rispose lui allungando il passo ed avvicinandosi al muro sempre di più. "Ma...non la vedo più, dove potrà essere andata?"

"Non lo so, l'ho lanciata verso di là ma non la vedo neanche io..." disse Jungkook a bassa voce, confuso, avvicinandosi anch'egli al muro e guardandosi intorno in cerca della palla.

"Oh! Guarda qui Kook!" esclamò il più minuto dei due, indicando un punto proprio sul muro.

Vi era una rientranza e delle scalette che scendevano in basso, nel buio, e lì in fondo si intravedeva la palla con la quale fino a pochi istanti prima i due ragazzi stavano giocando.

"Vado a prenderla e torno" fece per scendere giù ma il suo migliore amico lo afferrò per un polso e lo bloccò, facendolo girare. "Che c'è?" domandò quindi Jimin, guardandolo.

"Jimin, quante volte ci hanno detto di non avvicinarci al muro? Ora vuoi addirittura entrarci dentro? Ci sarà pure un motivo per il quale ce l'hanno vietato, non credi?" lo guardò negli occhi, con preoccupazione, cercando di farlo raggiunare.

"Ascolta, non ti ho detto di accompagnarmi, saranno sì e no... venti scalini, ci metto due secondi Jungkook, cosa vuoi che succeda? Se hai paura va bene, ma io voglio andare, devo recuperare la palla" portò una mano sulla sua e si sfilò dalla sua presa. "Ti voglio bene, lo sai?" Disse poi, baciandogli la guancia per poi sorridere subito dopo.

Jungkook sospirò alzando gli occhi al cielo. "Vengo anche io, non ti lascio solo, non l'ho mai fatto" disse quindi, prendendo la sua mano e iniziando a scendere le scale con lentezza, poiché più andavano giù e più si faceva buio.

"Cavolo, fa freddo" disse Jungkook rabbrividendo e stringendo con più forza la manina di Jimin, sospirando e cercando di abituarsi al buio.

"Siamo arrivati dai, ecco, vado a pr-" si bloccò quando non vide più la palla, girandosi verso il ragazzo dietro di sé, con fare confuso. "Giuro di averla vista lì due secondi fa, l'hai vista anche tu, vero?"

"Sì, era lì...oh ti prego Jimin, ho paura, è buio e fa freddo, torniamo su..." lo guardò con aria di supplica. 

Jimin annuì, cominciava ad avere paura anche lui, e faceva fin troppo freddo, così decise di lasciar perdere la palla e prese la sua mani, facendo per risalire le scale verso la luce del giorno quando tutto ad un tratto essa si oscurò; una porta si era appena chiusa con un tonfo, facendoli sussultaree.

"J-Jimin..." mormorò il più alto stringendo con forza la sua mano e cominciando a tremare . "Che sta succedendo...?"

"Io non...non lo so, forse c'era vento e..." disse Jimin in cerca di una spiegazione valida allo strano ed inquietante avvenimento.

"Chim, non c'era una porta lì sopra, ne sono sicuro" il suo respiro cominciò a farsi più pesante, ed il cuore di entrambi batteva troppo velocemente.

"Kook, non lasciare la mia man-" non riuscì a parlare che la sua mano non fu più stretta a quella di Jungkook, ed un urlo uscì dalle labbra di quest'ultimo.

Si guardò intorno cercando di abituarsi al buio per capire cosa stesse succedendo, ma non riusciva a vedere, solo a sentire i lamenti di Jungkook che chiamava il suo nome disperatamente.

"Jung-" la sua bocca venne chiusa da una mano e il suo corpo preso di peso da qualcuno di troppo forte per potergli sfuggire.

Sentì il vuoto sotto i suoi piedi e quel qualcuno trasportarlo chissà dove, spingendo la mano contro la sua bocca e stringendo i suoi fianchi con forza, con un solo braccio.

Calde lacrime cominciarono a bagnare le sue guance, mentre il cuore sembrava esplodergli nel petto.

Perché non aveva dato ascolto a Jungkook?

Perché era voluto scendere per prendere la palla?

Era colpa sua se ora lui e il suo migliore amico erano in pericolo, in balia di qualcuno del quale neanche conoscevano il volto.

"Stupidi, stupidi ragazzini, la vostra fottuta, noiosa innocenza non esisterà più"

Fu quella l'ultima cosa che sentì prima che un fazzoletto bagnato gli coprisse la bocca, facendogli perdere i sensi pochi istanti dopo.

ƧƖƝƧ [M.ƳƓ+Ƥ.ʆM]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora