Un anno dopo.

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Un anno dopo...
La spiaggia della mia Trapani al tramonto è inaspettatamente bellissima. Non avrei mai creduto che questa piccola lingua di sabbia nascosta dietro le rocce ci avrebbe riservato un simile spettacolo: sarà che forse è la compagnia dei miei amici che rende tutto più vivo e coinvolgente, ma mi basta uno sguardo verso il tramonto infuocato all’orizzonte per capire che questa sera rimarrà vivida nella mia memoria. Il sole non è altro che una palla di fuoco tonda e accecante che si staglia appena sopra la linea del mare, sul quale i suoi riflessi si spezzano e brillano come squame di pesce. Il cielo è di un rosa fantastico, sembra zucchero filato che sfuma nell’azzurro più scuro dell’imminente notte.
Sola nel cielo, simile a una fetta di anguria, c’è già una pallida luna.
Sto ancora ammirando questo magnifico paesaggio quando la gomitata di Filippo mi distoglie dallo stato di trance, comunicandomi che per il resto del mondo sembro una perfetta imbecille che sta fissando il nulla ad occhi pallati e bocca spalancata.
-Sembri un pesce boccheggiante.- ghigna Filippo, squadrandomi dall’alto del suo misero metro e settanta scarso. Tra le braccia tiene un fascio di legnetti e pezzi enormi di qualche vecchio tronco d’albero. E’ chiaro che lui non conosce vie di mezzo, penso mentre gli scocco un’occhiata scettica.
-Mi aiuti a scavare una buca?- domanda lasciando cadere tutta quella legna ai propri piedi. –Sarà il falò più grande di tutta la spiaggia!- esclama emozionato.
È bene specificare che in spiaggia, oltre al nostro gruppo, ci sono sì e no altre quattro famiglie.
Nonostante ciò, non me la sento di smontarlo, è troppo contento per fargli notare che non ci vuole chissà quale sforzo per fare il falò più grande della spiaggia.
Ci mettiamo a scavare di buona lena, io con le mani, lui coi piedi, che casualmente fanno finire i tre quarti dalla sabbia spalata tutti addosso a me. Sto quasi per abbatterlo con uno dei tronchi d’albero che si è portato dietro, quando viene salvato in corner dall’arrivo di Giovanni, Federico e Claudia, che come al solito sta parlando a macchinetta, senza neanche prendere fiato tra una frase e l’altra. Sta portando una pila di asciugamani da spiaggia che la supera in altezza, tant’è che il suo viso abbronzato è nascosto dai teli da mare. Federico e Giovanni stanno portando rispettivamente legna e chitarra, immancabile in qualsiasi spiaggiata che si rispetti.
-Oi gente!- ci saluta Giovanni, aggiungendo la legna a quella che ha portato Filippo. –Gli alcolici stanno arrivando insieme alla musica.
Io non mi scompongo più di tanto quando viene nominato l’alcool, anche perché si sa, alle spiaggiate si beve, è una regola di base. Claudia, però, è talmente elettrizzata che attacca con una parlantina in grado di rincretinire anche la più paziente e socievole persona del mondo.
Ad ogni buon conto mi tocca sorbirmi le sue stupidaggini sulla possibilità che si ubriachi, che dica cose compromettenti per la sua reputazione, che faccia cose ancora più compromettenti, o che, nella più rosea delle ipotesi, vomiti.
Federico, accanto a lei, fa un gesto scaramantico che coinvolge tutta la sua virilità.
- Cla,  perché sei sempre così maledettamente pessimista?!- domanda Giovanni spalancando i suoi occhioni azzurri. –È solo una sbronzetta di inizio estate!
-Dopo l’estate scorsa non mi fido più dell’alcool, né di me stessa.- risponde subito lei, alludendo alla notte d’estate di un anno fa, quando ci siamo ubriacate tra ragazze facendo il gioco “Non ho mai...”.
Io rabbrividisco inconsapevolmente al ricordo di quella sera, ancora così vivido in me che lo rammento come se fosse successo ieri. E basta scorgere la persona con cui condivido la memoria di quell’esperienza per sentire, morbida e voluttuosa, la sensazione della sua mano che mi sfiora la pelle.
Lauren incede nella sabbia con un po’ di fatica, sollevando piccole nuvolette di polvere dorata ogni volta che solleva un piede, che poi sprofonda nuovamente, inghiottito da altra sabbia. Il risultato è un armonico ancheggiare che attira l’attenzione di parecchi occhi maschili.
Lei ovviamente, neanche se ne accorge. O forse fa solo finta di non vederli.
E’ concentrata a non far cadere il cocomero che tiene tra le mani come una reliquia sacra. Anche perché un cocomero tagliato a cubetti e poi ricomposto come un puzzle è difficile che resti intatto per lungo tempo.
Qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il significato di un cocomero tagliuzzato e poi ricostruito alla bell’è meglio, e in effetti anche io all’inizio sono rimasta a dir poco perplessa quando Filippo mi ha dato delucidazioni in proposito, però, a quanto pare, è l’ultima delle folli idee partorite dalla sua mente deviata e decisamente innacquata d’alcol.
Si chiama cocomero alcolico. Quei tanti, piccoli e all’apparenza innocui cubetti in cui è stato tagliato il cocomero, sono stati immersi e imbevuti di Vodka. Come se non bastasse, una volta ricostruita la metà del cocomero, Filippo in persona si è premurato di rovesciarci sopra tutta la bottiglia di vodka, e poi terminare il decoupage. Quindi, non mi sorprende vedere come dalle fessure dell’anguria fuoriesce tutta la Vodka che ormai la polpa, un tempo succosa e appetitosa, non può più assorbire.
-Qualcosa mi dice che farà schifo.- commenta critico Giovanni, occhieggiando al cocomero con diffidenza.
Filippo e Lauren quasi gli ridono in faccia. Povero Gio, lui non sa che quando c’è di mezzo l’alcool ciò che si beve (o si mangia, in questo caso), non deve essere buono, ma deve essere forte. Così forte da farti perdere la cognizione del tempo, la percezione del freddo, la capacità di pensare razionalmente. Deve essere così forte da riuscire ad abbattere qualsiasi freno inibitore, così devastante da farti pensare che fare il bagno nuda nel mare è davvero un’idea bellissima, e non un modo come un altro per dare l’opportunità a quei maniaci dei maschi di allungare le mani.
Dopo un anno dalla fine di "Amici" abbiamo deciso di fare una reunion tra noi ragazzi, non solo quelli del serale ma anche gli altri e inoltre si sono uniti a noi anche alcuni miei amici oltre che il mio tour manager.
Frattanto ci raggiungono gli altri compagni di spiaggiata: Einar, che ha nelle mani una bottiglia di Vodka al melone e una di Vodka alla pesca, Valentina, a cui sono stati affidati il Limoncello e il Malibù, Luca, portatore di: Coca cola, Scweppes, Tequila, Rhum e altra Vodka (sì, riesce a tenere cinque bottiglie tra le braccia), Francesco, un tipo che ho appena conosciuto e che a quanto pare è appassionato di Sambuca, viste le due bottiglie ripiene che sta adorando con lo sguardo, Emma, con tanti succhi da mixare con gli alcolici, e Grace, la quale tiene tra le mani una scodella molto capiente piena di orsetti gommosi molto colorati e molto immersi in altra Vodka.
Orsetti alcolici. Non c’è che dire, siamo molto originali quando si tratta di battezzare una nuova invenzione.
Raggruppano tutto il necessario vicino al cumulo di legna, ora sistemate nella buca che ho scavato con Filippo.
-Sta arrivando altra gente.- annuncia Giovanni, ed evidentemente allude al branco di ragazzi che stanno sopraggiungendo dalla stradicciola in fondo alla spiaggia. La prima impressione che ho è che sembra un’orda di barbari. La seconda, ben più terribile, è che l’alcol non basterà mai per tutta questa brancata di potenziali ubriaconi. Lauren e Filippo sembrano pensarla allo stesso modo. Ed è approfittando della confusione che si crea quando lo stormo di amici ci raggiunge, festosi e già euforici, che Lauren sottrae una bottiglia di Vodka, veloce e lesta come un gatto, per poi farla elegantemente scivolare nella propria borsa.
Naturalmente, i nostri sguardi si incrociano a distanza, ma so bene che l’espressione con cui mi sta fissando spudoratamente è la stessa con cui mi ha guardata un anno fa: divertimento, malizia, sfida. E’ inutile farla ragionare quando c’è di mezzo qualsiasi sostanza permetta di estraniarsi dalla monotona vita reale.
Mi sforzo malamente di non ricambiare quel suo sorriso complice, perché stasera la situazione è delicata, soprattutto perché c’è Daniele, il suo fidanzato, che la sorveglia come un cane da guardia.
Ad ogni modo, Lauren non pare gradire la mia poca attenzione. E così, incurante dello sguardo vigile e perforante del suo fidanzato, aggira il falò e viene a sedersi accanto a me, forse appena un po’ troppo vicino. Ma Daniele non sa che a lei piacciono le donne e quindi pare molto sollevato nel saperla accanto a una semplice amica. Povero, povero Daniele…
-Tutto bene?- domanda Lauren  intercettando il mio sguardo e incatenandolo al suo.
-Benissimo.- rispondo evasiva, sorridendole amichevolmente, ma affettando una cortesia formale e distaccata.
Lei lancia un’occhiata a Daniele, che ci osserva, gli manda un bacio, aspetta che si volti richiamato da Giovanni e si sporge sul mio orecchio.
-Quella bottiglia è per noi due.- sussurra con la sua voce sensuale.
–E Filo ha le sigarette. Ce ne andiamo sugli scogli, io e te da sole. Ti va?
Mi volto a guardarla, come sempre ammaliata dall'accento americano e ad alta concentrazione erotica della sua voce.
-Non puoi lasciare Daniele da solo.- mormoro cercando di prendere tempo. Non so perché, ma l’idea di stare con lei, insieme alla Vodka e al fumo un po’ mi spaventa.
-Basta che beva due bicchieri di Tequila e poi è fuori gioco. Lo metto a nanna e ce ne andiamo.- risponde con assoluta noncuranza. Incredibile quanto ormai lui, per lei, non significhi più nulla. Ci è rimasta insieme perché sa che Daniele, la ama follemente e lei gli vuole bene.
-Allora?- insiste con tono carezzevole. Il sorriso è sempre lì, sulle sue labbra, ma si è fatto più dolce e rassicurante. Non c’è che dire, è una che conosce bene le proprie armi di seduzione. E la sua mano che inaspettatamente scivola sopra la mia e l’accarezza morbidamente con le unghie, quasi mi fa sciogliere di piacere.
-Ragazze!
Io e Lauren trasaliamo spaventate, voltandoci e incrociando lo sguardo saputo di Claudia, che è arrivata alle nostre spalle senza che noi ce ne accorgessimo, e che adesso ci fissa con un ghigno indecente.
-Non è ancora il momento di fare le piccioncine, c’è gente pudica a cui potreste compromettere lo sviluppo sessuale.
-A te, per esempio?- ribatte pungente Lauren, sapendo benissimo che Claudia è la persona meno pudica sulla faccia della terra e quindi quella con meno diritto di parola sull’argomento ed entrambe non si sono mai sopportate ad Amici per la competizione e fuori per gelosia. Lauren non sopporta il mio rapporto con Claudia. Abbiamo litigato spesso per questo, a causa degli impegni io e Lauren riusciamo a vederci davvero molto poco e lei spesso se la prende con me.
-Io vi ho avvertite.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2018 ⏰

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