Capitolo 3

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Il locale, nonostante avesse appena aperto, era pieno di clienti, e così si ritrovava a correre tra un tavolo e l'altro, cercando di mantenere in equilibrio i vari vassoi che portava.
Ogni tanto tornava alla cassa per controllare che nessuno avesse preso nulla, e proprio mentre stava notando che mancavano delle banconote, fece il suo ingresso la ragazza di quella mattina. Subito si gelò sul posto, come del resto tutti i presenti nel locale, e si affrettò a chiudere la cassa, appuntandosi mentalmente di chiedere se qualche ballerina avesse preso un anticipo.
"Buonasera, posso offrire qualcosa da bere come accoglienza?Offre la casa.C'è un tavolo libero proprio lì, vicino al palco"
cercò di rimanere calma e sorridere, come se fossero dei normali clienti, soffermandosi soprattutto su Lauren.
"Per me va bene, dopo una giornata del genere, ci vuole un po' di relax no?"
I suoi sottoposti subito annuirono, seguendo la cubana verso il tavolo.
La corvina sprofondò nel suo posto guardando la ragazza in ogni suo movimento, seguendola con lo sguardo fino al bancone.
Il locale era proprio bello, doveva ammetterlo, e le ballerine anche, aveva notato, ma il suo sguardo era concentrato sulla proprietaria, che correva da un tavolo all'altro sempre con quell'ancheggiare così sensuale e ipnotizzante che l'aveva colpita dal primo momento.
E proprio quell'ancheggiare continuo attirava l'attenzioni di molti lì presenti, tra cui uno, seduto al tavolo affianco, che ne approfittò per sporgere la mano, intenzionato a darle una pacca.
Neanche un secondo e quel povero malcapitato si ritrovò con la mano spappolata tra le dita pallide di Lauren, e lo sguardo fiammeggiante della ragazza.
"Provaci, e ti taglio questa mano"
sibilò a denti stretti, mentre la cubana la guardava stranita e leggermente spaventata, sembrava tutt'altra persona rispetto a come aveva trattato lei.
"Lascia stare Lauren, non preoccuparti"
mormorò poggiando esitante la mano sul suo braccio, per convincerla a lasciar stare l'uomo. E sorprendentemente lo fece, rivolgendo poi tutta la sua attenzione verso di lei.
"Anche se è piacevole vederti così, con quel vestito attiri troppo l'attenzione..."
si ritrovò a dire, presa da una sensazione tutta nuova, mentre la squadrava da capo a piedi.
"È il costume per l'esibizione, deve essere così"
rispose lasciandosi scappare una risatina per il comportamento quasi "geloso" della ragazza, anche se le aveva chiarito già dall'inizio come fosse:"tutto è mio...e lo sarai anche tu" le aveva detto, palesando il suo essere possessiva con tutto e tutti.
Lauren stava per ribattere che di quel passo avrebbe ucciso mezzo locale, quando si sentì uno sparo e scoppiò il panico nel locale.
La corvina subito coprì con il suo corpo la ragazza, tenendola stretta a sè mentre si dirigeva verso la fonte di quel rumore, dicendo a tutti di rimanere al proprio posto.
Una volta arrivata all'ingresso vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.
"Cosa ci fai nel mio territorio, Stephen?"
"Un uccellino mi ha detto che questo non è ancora il tuo territorio, e se permetti vorrei parlarne con la proprietaria"
L'uomo, sulla quarantina, capelli brizzolati e occhi di ghiaccio, posò lo sguardo sulla cubana, che in risposta fece per farsi avanti, cercando di mostrarsi ancora una volta sicura di sè, ma una figura imponente le si pose davanti, oscurandole la vista.
"Puoi parlare anche con me, e ti dico che questo locale è sotto la mia protezione"
ringhiò stringendo le mani in due pugni, mentre i suoi uomini già si preparavano ad attaccarlo.
"Io invece so che la ragazza ha rifiutato l'offerta..."
"Non è così." rispose la cubana, sorpassando Lauren, poggiando una mano sulla sua spalla per rassicurarla.
"Accetto la sua offerta, ora, se permette, le chiederei di andarsene dal mio locale, sta spaventando i miei clienti" continuò sempre più sicura, avere alle spalle la corvina le dava più sicurezza di quanto si aspettasse:era certa, nonostante la conoscesse da pochissime ore, che sarebbe intervenuta se fosse successo qualcosa.
"Bene... ma non è finita qui" si arrese con un sorrisetto che fece irritare entrambe le ragazze, e si ritirò.
La cubana tirò un sospiro di sollievo togliendo la maschera di tranquillità che aveva tenuto fino ad ora, cercando di respirare profondamente.
"Tutto apposto chica?"
Non si era mai preoccupata di come stessero le altre persone, ma quella ragazza, non lo sapeva neanche lei perchè, le ispirava un senso di protezione molto forte.
Posó una mano sulla spalla minuta della cubana, per farla girare e controllare che stesse bene.
La ragazza annuì ancora scossa dall'accaduto, leccandosi le labbra secche per il nervosismo.
"Avrai la tua parte questo fine mese, ho bisogno davvero della tua protezione"
"Mami, ora non mi interessa proprio il pizzo, mi interessa che tu stai bene..."
sussurrò al suo orecchio, non voleva che altre persone la sentissero se non lei.
La più piccola la guardò stupita e diffidente, non sapendo se credere che si fosse davvero preoccupata per lei o per quello che lei rappresentava, ossia una semplice fonte di guadagno.
"Sto bene...sono un po' scossa, ma sto bene, si deve aver paura di altro nella vita" cercò di calmarsi da sola, sorridendole leggermente per rassicurarla.
"Ora sedetevi, vi porto i drink"
Assicuratasi che davvero si fosse ripresa, Lauren tornò al suo tavolo, continuando a tenerla sott'occhio, come una guardia, non si perdeva neanche un suo movimento.
Le sorrise quando la vide barcollare con un vassoio colmo di bibite e varie pietanze, così si alzò, prendendole il vassoio di mano per aiutarla.
"Grazie mille...allora, qui ci sono dei Daiquiri, con rum, sciroppo di zucchero e lime, preparati da me, e dei chiviricos, dei dolcetti, li ha preparati la mia abuelita per voi, per ringraziarvi, ha sentito tutto dalla cucina"
sorrise servendo tutti, per poi arrivare a Lauren.
"Questo è un cocktail speciale, inventato da me al momento...spero ti piaccia" le fece un piccolo sorriso facendole l'occhiolino, per poi scappare a servire gli altri tavoli, cercando di far procedere la serata al meglio.
Lauren rimase quasi imbambolata a fissarla:quel sorriso, seppur piccolo, era stata la cosa più dolce che avesse mai visto, ed era stato rivolto a lei, che era abituata a vedere solo facce terrorizzate.
Quella ragazza era appena arrivata e già sentiva che stava cambiando qualcosa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 31, 2018 ⏰

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