Solitudine

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Solo.
Ti senti solo. Vorresti accanto qualcuno con cui parlare, confidarti o anche solo con il quale condividere la stanza, l'aria.
Vorressti sentire qualcuno vicino.
Ti piacerebbe sapere che, nonostante i tuoi silenzi e le tue assenza, ti pensa.
E invece ti ritrovi solo, nel mezzo di una stanza vuota, seduto a gambe incrociate, la bocca serrate e le mani giunte, quasi in preghiera. Perché l'unico desiderio di una persona sola è quello di sentire una presenza vicino a sè. E, nel momento in cui tutti se ne sono andati e tu sei rimasto solo, cerchi disperamente compagnia in qualsiasi modo.
Perché quando sei solo, è tutto amplificato. Il silenzio diventa assordante, il dolore cresce, le budella si contorcono, l'animo muore e, insieme ad esso, la vitalità.
Ti chiedi come sia stato possibile ridursi così, cominci a farti mille domande e ti dai mille e una risposte che non fanno che peggiorare la situazione. Perché in questo caso è difficile essere ottimista.
Tutto sembra andare bene e un momento dopo sei al confine estremo, in bilico tra amore e odio, autocommiserazione e rabbia, paradiso e inferno, Eden e Cocito, ghiacciato. Già perché con il passare del tempo, a causa della solitudine, si diventa freddi, distaccati...il rapporto con la gente non è più lo stesso. Si comincia a diffidare.
La fiducia la si mantiene solo nei confronti delle persone che si sono dimostrate sempre presenti.
Sono proprio quelle che ti permottono di non sprofondare nel baratro definitivamente.
A volte ascoltare è la cosa migliore da fare. ASCOLTARE, semplicemente. Non parlare sempre e solo di se stessi.
Chiedere "come va?" e poi essere in grado di arginare il fiume in piena, con gesti molto semplici. Un abbraccio, una carezza, un cenno di dissenso, un sorriso, una parola di conforto...niente di più semplice.
Non importa quanto siate o non siate bravi con le parole. La compassione (senso originario del termine: soffrire insieme; oggi utilizzato e visto in maniera scostata da questo pensiero) è un sentimento bellissimo e compatire è un atto nobile, perché ci si pone nella stessa condizione dell'altro e si cerca di capire cosa prova, quello che sente.
Si può trovare una soluzione o semplicemente prestarsi a dimostrare al prossimo che gli si è vicini e che non sarà mai veramente solo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2018 ⏰

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