II
Alla fine scegliemmo un piccolo comune della Maremma, un posto dove eravamo andati varie volte nel corso del nostro matrimonio e che ci era tanto piaciuto. Secondo me era un posto un po' magico, un posto che portava bene. Non era stato difficile neanche chiedere la residenza perché conoscevamo l'impiegato del Comune che si occupava dell'Ufficio Anagrafe. Fu un po' stupito quando gli spiegammo il motivo della nostra richiesta, poi sembrò entusiasta dell'idea, si congratulò con noi e ci disse anche eravamo proprio delle persone speciali... In effetti non deve capitare spesso che due divorziati da 15 anni decidano di sposarsi di nuovo e per di più in gran segreto, con solo i testimoni, scelti a caso, tra gli abitanti del paese.
Il fatto è che io, dopo averci pensato a lungo, avevo deciso che rinunciare alla "proposta indecente" che mi aveva fatto Giorgio proprio non mi andava. Ma non mi andava neanche di accettarla così come voleva lui. Troppo facile. Diventare amanti, dopo più di 10 anni di matrimonio e 15 di separazione, perché lui potesse mantenere in vita l'ormai stantio rapporto di convivenza con la nobildonna... troppo facile e troppo comodo per lui. Qualcosa dovevo avere in cambio anch'io per il favore che gli avrei fatto.
Fu così che gli dissi che diventare la sua amante segreta, quello proprio non me la sentivo, ma ridiventare la sua moglie segreta, quello sì. All'inizio pensò che scherzassi, si mise a ridere, mi disse "Ma dai, sei sempre la solita originale". Poi capì che non scherzavo affatto, divenne serio anche lui e cominciò a valutare meglio tutti gli aspetti della mia controproposta. Che erano parecchi. Soprattutto economici. Ritornare ad essere la sua signora mi avrebbe permesso, il giorno in cui lui fosse defunto prima di me, cosa statisticamente probabile, di usufruire della sua pensione di reversibilità, che altrimenti sarebbe andata perduta. Qualora, poi, la nobildonna, sua ormai platonica convivente, fosse, lei, defunta in anticipo, cosa anch'essa probabile, visto la salute molto cagionevole e molto peggiorata ultimamente, a detta di Giorgio, non avendo ella eredi, neanche nipoti, le cospicue sostanze della medesima sarebbero passate, per testamento o per legge, al suo convivente, quasi marito da 15 anni e quindi, come sopra, a me, e in terza battuta, a nostro figlio Riccardo.
E poi c'era pure un aspetto morale. Nei confronti del mio compagno, tanto noioso, ma tanto brava persona. Mi sembrava che tradirlo con mio marito fosse più accettabile e moralmente più onesto, che tradirlo con un estraneo, legalmente parlando. Se mai un giorno la cosa si fosse risaputa avrei potuto dirgli: "In fondo la relazione anomala è la nostra, io ti ho tradito con il consenso della legge..." e lui si sarebbe di sicuro sentito meno umiliato. Insomma da qualsiasi parte la rigirassi, l'idea del matrimonio mi appariva sempre la migliore e anche quella che dava anche a me il senso di non fare proprio la parte della "cornuta e mazziata", o per meglio dire quella della "cornuta e scopata", mi si conceda l'espressione.
Dopo il matrimonio in Comune ci fu una breve luna di miele, di un solo week-end, essendo piuttosto difficile per entrambi allontanarci dai rispettivi tetti di convivenza senza destare sospetti. Devo dire che per me la cosa era più facile perché il mio pensionato era un'anima candida e lungi da lui qualsiasi pensiero divergente, anche moralmente. E inoltre andava quasi ogni week-end a fare delle escursioni in montagna con il Club Alpino Tre, (suppongo che Tre volesse dire terza età) attività salutare a cui io però mi ero sempre rifiutata, considerando che per me la cosa più salutare era proprio quella di avere dei giorni liberi, da passare come mi pareva. E questo anche in tempi assolutamente non sospetti.
Donna Floriana, viceversa, era molto sospettosa, lo era sempre stata. E gelosa, per giunta. La insospettiva forse quel "fisiologico" calo di libido di Giorgio, che da qualche anno aveva creato tra loro un clima teso e spigoloso. Perché si sa che la libido sessuale, se non indirizzata e scaricata secondo natura, si trasforma in aggressività. Così mi pare di aver letto nella risposta a una lettera sul Venerdì di Repubblica.
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(seconda parte)
General FictionLa proposta indecente è un racconto teso sul filo di ricordi, di scelte prese e altre da compiere, sul destino... "Mai rifiutarsi al destino, caso mai volgerlo a proprio favore. Ma come?"