"Sono passati due anni dal mio intervento, mi sento meglio, seriamente sto bene!" è quello che mi ripeto ogni mattina davanti allo specchio per darmi la forza. Esplorare il fondo dell'abisso è dannatamente infernale. Credere di poter recuperare, vivere, stare in pace col mondo, vivere, trovare il proprio posto, ancora vivere, sono tutti obiettivi belli da fissarsi, ma difficili da ottenere, questo perché chi viaggia nel fondo dell'abisso non ha mezzi, io non ho mezzi, sto cercando disperatamente qualcosa su cui aggrapparmi per risalire, come un treno per la salvezza o più semplicemente una mano, perché questo inferno brucia, finché non ti consuma, come una candelina su una torta di compleanno o... non lo so...
Quando sei un pellegrino, in un mondo in cui tutto è grigio e il male è nero come la pece, tutto ciò che hai di caro, i tuoi ricordi, sono completamente coperti da uno strato invisibile ma opprimente, eh si perché il cielo non c'è più, il cielo... non più...
Perché un cantante famoso finisce per drogarsi o ubriacarsi? Forse perché chiunque può visitare l'abisso? Continuo a farmi domande tutt'ora, questa volta per consolarmi del fatto che non sono solo, che amara consolazione! Certo, non auguro a nessuno una cosa del genere.
Ora la mia giornata si sviluppa essenzialmente in due parti: la mattina, che spendo interamente per consegnare la posta (faccio il postino adesso yuppi che bello...) e il pomeriggio/sera che passo invece in una rosticceria dove servo i clienti barboni e sudati che rompono le palle per fare la fila, neanche stessimo in un asilo per bambini male educati da genitori crepati di lavoro. Almeno lo stipendio lo porto a casa.
Da quando ho fatto l'intervento ho incominciato a suonare il pianoforte, per rilassarmi e perché già da piccolo avevo questa passione e mi ero promesso di continuarla. La mia vicina di casa mi ha prestato il suo e io ho incominciato ad esercitarmi nei miei giorni liberi. Mi piace, non è poi così male, le canzoni che si possono suonare sono tutte molto complesse e profonde, come l'abisso.
È mattina e io, come al solito, mi alzo presto per andare a lavorare, prendo una tazza di caffè, dei cornflakes, la pasticca del mattino e una fetta di ciambellone della mia vicina, successivamente mi lavo i denti e mi vesto, pronto per un'altra giornata dove l'unica cosa interessante sarà vedere se qualche cliente le prende di santa ragione da qualche camionista, affamato di pollo arrosto e arrosticini, che non vuole rispettare il suo turno.
Sto camminando per strada. Per fortuna il mio posto di lavoro non è lontano e per questo non devo fare i salti mortali per cercare di prendere il tram o la metro, semplicemente basta farmi una passeggiata verso il parco, dove taglio fino ad un incrocio e poi, dopo aver attraversato la strada, giro l'angolo ed eccomi arrivato... in ritardo!
Dopo una lavata di capo, mi precipito a prendere il mio mezzo per consegnare la posta, saluto il mio collega Bill americano DOC e poi parto. La prima lettera da consegnare è ad una certa Sara Mar-VROOOOOOOM! Maledetto automobilista pirata della strada, a momenti mi faceva volare in paradiso. Comunque, una volta arrivato di fronte al palazzo e aver suonato il campanello, un manifesto raffigurante un pianoforte attira la mia attenzione:" Se sei un talento nascosto della musica, vieni a fare un provino per l'orchestra cittadina. Tenta e sarai fortunato!"; ma che minchia è? "Tenta e sarai fortunato!" sembra più la pubblicità di un nuovo Gratta e Vinci uscito al bar di fronte che di un provino musicale, tuttavia ammetto che l'idea mi intriga parecchio mmmmh... tentare non costa nulla dicono no? Nel frattempo mi ero scordato del mio lavoro e una donna mi stava guardando come fossi un deficiente:" Mi perdoni signora" esclamo imbarazzato:" Signora a chi? Maleducato" rispose alquanto alterata.
La sera, dopo il turno alla rosticceria: finalmente sono libero e posso andarmene via.
Su quel manifesto era scritto che i provini sono aperti fino alle 21:00, e per fortuna il proprietario oggi ha chiuso prima per un impegno. Incomincio a correre e dopo un po' arrivo davanti al teatro comunale. Una volta entrato rimango pietrificato, non pensavo esistessero persone così belle. Un angelo mi sta fissando, con tutto il suo splendore. Sono senza fiato dinanzi a tanta grazia. "È qui per i provini?" mi chiedono:" Sì". Mi fanno accomodare dietro le quinte, ma io non riesco a distogliere lo sguardo da lei. Fa parte della giuria oppure è una semplice spettatrice? AAAAAH come vorrei saperlo!
Poco dopo alle mie spalle: "Lei che strumento suona?"; mi giro ed... è proprio lei!
"Sono un pianista decentemente bravo" ma che imbecille che sono, adesso mi avrà preso per uno stupido: "mi stupisca allora"; mi ha davvero lanciato una sfida? Bene farò di tutto per sorprenderla. Non avevo mai visto tanta luce negli occhi di una persona.
È il mio turno. Entro e mi siedo davanti al pianoforte. Il cuore mi batte fortissimo. Lei è seduta in prima fila, con i suoi capelli neri e lunghi, gli occhi vispi e attenti e il suo sorriso che mi fa impazzire. Per la prima volta, dopo tanto tempo, nell'abisso vedo una piccola luce verso l'alto. Incomincio a suonare con tutto me stesso, in questo teatro enorme, su questo palco in legno, con un pianoforte di ottima qualità e mi sento bene!
Appena terminato di suonare, mi guardo in giro e la giuria sembra entusiasta, tanto da farmi un piccolo applauso, anche lei sembra soddisfatta e io replico con un sorriso. "Tenta e sarai fortunato" eh.
Una volta sceso lei si avvicina e mi fa i complimenti, spiegandomi che è qui perché è l'assistente del proprietario del teatro. Si chiama Vanessa. Mi presento anche io e incominciamo a parlare di musica e vari argomenti, infine la invito a cena e lei accetta (daiiii siiiii).
Dopo qualche settimana posso dire che ho passato dei momenti indimenticabili insieme a lei, siamo usciti varie volte, per andare al cinema, a teatro e al concerto di Jovanotti. Siamo stati bene e non ci vedo nulla di male in questo, vorrei solo che tutto ciò non finisse mai, perché adesso sto bene veramente!
Io e Vanessa stiamo insieme e nulla è mai stato così colorato e sorprendente. Lei è la mano che aspettavo da tempo, la ragione per cui non ho più paura dell'abisso, perché ora ho preso il treno per risalire dall'oscurità, con un biglietto, un biglietto di sola andata... per un futuro luminoso.
Scritto e ideato da Gianmarco Bracaglia
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L'Abisso
Short StoryEcco la mia terza storia breve con tema la vita, la paura e la disperazione, ma anche la speranza e la voglia di vivere. In questo racconto ho deciso di parlare di questo abisso di cui ogni persona ne scruta il fondo. Esso è spaventoso, buio e profo...