La storia di Kabr il senza legione

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<<Spettro? Da quanto siamo rinchiusi qui dentro?>>
<<Ho contato 20 giorni ma sai meglio di me che in una struttura Vex come quella della volta di vetro il tempo è relativo, sono i Vex stessi che decidono da quanto noi siamo qui>>
<<Hai ragione...io dovrei saperlo meglio di chiunque altro che non ho più speranze...>>
<<Arrendersi non è presente nel vocabolario di un guardiano, noi abbiamo il compito di difendere l'ultima città non possiamo arrenderci per qualche robot manipolatore dello spazio-tempo!!>>
<<AHAHAH!!
Sembri Saint quando fai cosi! È vero il nostro compito è difendere l'ultima città ma rifiutare la verità è stupido e controproducente, io non sono nemmeno riuscito a scalfire lo scudo di quella grossa macchina! Come è che si chiamava? Sss->>
<<Sacerdote>>
<<ah si, che poi perché dargli il nome di un antico ruolo religioso?>>
<<È stato Osiride a dargli quel nome, forse proprio per la religiosa fede che prova nei confronti del suo Dio>>
<<Atheon!>>
In quel istante il volto sofferente del guardiano cambiò in uno ricoperto di rabbia, a indicare il forte odio per l'essere la cui volontà ha decimato i suoi compagni e i loro spettri che sono ormai dispersi per tutta la volta. Ecco su questo punto dovete sapere cari lettori che Kabr non ricordava i suoi compagni, non poteva ricordarli, poiché nella volta lavorano le macchine che l'umanità chiama Vex il quale compito è decidere cosa e chi esiste attraverso lo stesso uso del tempo. Adesso vi sembrerà complesso ma capirete più avanti, la cosa che dovete sapere ora è che il protagonista della nostra storia non aveva memoria dei suoi compagni eppure non poteva dimenticare di averci combattuto insieme.
<<Ho paura che la luce mi stia abbandonando...o peggio che si stia sostituendo, mescolando a quella degli oracoli, esseri immondi, luci ambulanti suonatori di una melodia abbagliante che non indica nient'altro che la fine logica di una serie di eventi>>
<<La luce si...mio guardiano sai che ormai...>>
La luce, la forza di ogni guardiano che gli permette di non soffrire la fame, la sete e la stanchezza, ciò che gli permette di non smettere mai di lottare, senza un guardiano è inerme di fronte all'oscurità.
<<Eri un cosi fiero spettro fino a poco fa e adesso pensi alla tua fine?>>
<<No e solo che non voglio che tu muoia>>
<<Io non morirò, e anche lo facessi la mia volontà passerà al prossimo coraggioso avventuriero che metterà piede in questo posto dimenticato da dio. L'unica cosa che posso fare ora è alleggerirgli il compito, vieni spettro e tempo di chiudere la faccenda>>
<<Cosa hai intenzione di fare?>>
<<Voglio distruggere quel immenso scudo>>
<<È un suicidio, hai capito che non puoi fare niente? L'unica possibilità è di trovare la via d'uscita>>
<<Che i Vex hanno già completamente chiuso>>
A questo punto Kabr ipotizzando che l'unico modo per uscire vincitore dalla volta era usare la sua stessa tecnologia, consumo quindi i corpi dei Vex che aveva macinato per farsi un armatura e delle armi, l'idea era buona ma non ci volle molto prima che Kabr si unisse a quel armatura.
<<Ho finito!, ora è tutto pronto>>
<<bene bene, come hai intenzione di chiamarle?>>
<<be questa armatura prenderà il mio nome mentre quest'arma... Si,ho deciso! la chiamerò "Epilogo di Atheon" perché è con questa che verrà sconfitto da me o dal prossimo guardiano. Adesso andiamo spettro, la morte ci aspetta>>
La luce di un guardiano si è spenta.


Cosa ne pensate di questa storia e come vi pare come primo tentativo?
Vorrei sapere se avete qualche consiglio da darmi per migliorarla.
Grazie della lettura!

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