Capitolo 1

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La Blackwood-Sawyer High School s'imponeva in tutto il suo splendore, metri e metri di mattoni e cemento sorreggevano quell'immenso edificio; era la scuola più lussuosa di tutta Miami, di tutta La Florida persino. L'istituto aveva a disposizione materiale sofisticato, laboratori di scienza all'avanguardia e computer dell'aula d'informatica di ultima generazione. Il nome della scuola era in memoria di John Blackwood e Amanda Sawyer, fondatori dell'edificio e della BlackSaw-Foundation, una delle società più importanti in campo tecnologico, imprenditori in campo di medico e dell'edilizia, ma i coniugi Blackwood vennero a mancare in un tragico incidente aereo 4 anni prima. Tutta l'eredità andò al loro unico figlio Sebastian Blackwood che seguì le orme del padre in campo tecnologico mentre la moglie Caterina proseguì la sua carriera di stilista. La loro vita è sempre stata sotto i riflettori, sotto lo sguardo attento della gente e sugli articoli dei paparazzi. Tutti li rispettavano, tutti li temevano, ma non tutti erano sinceri. C'è sempre qualcuno invidioso, che gli era vicino solo per vantarsene e approfittarne. La fiducia è l'unica cosa che quella famiglia non poteva permettersi. La loro fiducia si estendeva solo ai membri della famiglia o pochi ma veri amici. 

Sophie scese dalla McLaren 570GT di suo fratello Axel, che nel frattempo si apprestava a parcheggiare nel suo posto privato, e si avviò verso l'ingresso della scuola sotto lo sguardo di molti studenti.

Camminando per il lungo corridoio Sophie si fermò poiché qualcuno gridava il suo nome: <<Sophieeeee!!!!!>>, era la sua migliore amica April Warren. I suoi capelli neri e mossi svolazzavano rendendo l’espressione della ragazza alquanto buffa, April era una di quelle poche persone a cui non interessava tanto il buon nome della famiglia, quanto il carattere delle persone. Sophie ripensò al loro primo incontro quando erano bambine, il padre di April era in affari con il suo e molto spesso i coniugi Warren erano ospiti a cena, quando una sera si presentarono con April che aveva il viso imbronciato, il padre aveva dovuto faticare molto per convincerla ad accompagnarli quando la piccola avrebbe di gran lunga preferito rimanere nella sua stanza a giocare con i peluche. Mentre i genitori discutevano di affari le bambine si erano ritrovate nella stanza di Sophie sul pavimento a guardarsi negli occhi. Nessuna di loro aveva intenzione di spiaccicare parola e Sophie non era mai stata una bambina socievole, però quella sera fu lei a rompere il ghiaccio. <<A-Allora ti va di giocare a qualcosa?>> Sophie si mordicchiava il labbro con fare nervoso aspettando una risposta che non tardò ad arrivare <<Ehm potremmo giocare a nascondino?>> << Si ok bella idea. Adoro quel gioco>> Sophie batté le mani contenta per aver trovato qualcosa da fare con la nuova arrivata. Sophie stava contando mentre April iniziò ad esplorare la villa finendo per nascondersi in una camera molto disordinata, sotto uno dei due letti presenti nella stanza. Sophie iniziò a cercare April ma, non riuscendo a trovarla ed essendo la casa era troppo grande, decise di tornarsene nella sua stanza quando vide la porta della stanza dei suoi fratelli semiaperta, sapeva che loro la chiudevano sempre perché non volevano nessuno lì dentro. Sophie entrò dentro la stanza e chiuse la porta <<April so che sei qui, hai perso>>. Dopo aver detto ciò cominciò a rovistare negli armadi quando sentì una risata da sotto il letto di Axel. Capì che si trovava lì sotto. Il gioco finì e April perse ma sembravano essersi divertite e non essere più imbarazzate. <<come mai hai un'altra stanza qui?>> chiese April incuriosita <<questa è la stanza dei miei fratelli, loro non ci sono, sono a un campeggio, e hanno nascosto il mio peluche per farmi uno scherzo, li odio!>> April iniziò a ridere mentre Sophie la seguì a ruota <<beh che ne dici di vendicarci allora? Io sono brava a fare scherzi!>> disse April << mmh si ci sto>> << bene perchè ho già un'idea, quando dovrebbero tornare?>> <<domani mattina credo>> <<bene>>. 

Sophie si risvegliò da quel flashback e vide April davanti a lei che riprendeva fiato <<tutto ok April?>> <<se chiedessi a tuo padre di costruire un corridoio meno lungo te ne sarei grata>>, iniziarono a ridere insieme  e a parlare della verifica di storia di April andata male <<Andiamo April come puoi pretendere un voto alto se non avevi studiato l'argomento?>> <<Ha ha ha, parla la cocca dei professori che hanno persino paura di metterti ansia al compito>> <<Colpo basso!>> <<Lo so, hai raione, scusami>> April si scusò pentendosi della risposta <<Tranquilla non impor->> una mano si posò sulla spalla di Sophie e lei si girò per vedere chi era. Non l'avesse mai fatto. Carter Harrison la guardava con il suo solito sorriso strafottente, Carter aveva i capelli castani e gli occhi marroni, il fisico da un giocatore di rugby quale era, poteva sembrare un bel ragazzo per chiunque ma non per Sophie, lei sapeva che era il solito donnaiolo. <<Sophie ti aspettavo all'ingresso, non mi hai visto?>> <<Veramente no>> rispose scocciata << beh poco importa. Ti andrebbe di fare un giro con la mia macchina nuova? Ho modificato il motore ed è una bomb->> <<No grazie>>. Sempre la solita storia. C'era sempre qualcuno che provava ad avvicinarla per entrare nel giro dei suoi fratelli. Ebbene sì, tutti in famiglia hanno un segreto. Il suo? Suo padre aveva anche a che fare con dei traffici di droga e corse clandestine di auto modificate che venivano affidate ai suoi fratelli. E a scuola i ragazzi lo sapevano ma a nessuno di loro sembrava preoccupante, casomai eccitante. I cosiddetti "Gods of Race" li chiamavano. La polizia? Pff, allunga qualche banconota e ti costruisce pure lo stadio di corse clandestine. Sophie non odiava suo padre per questo, dopotutto non è lui che ha voluto questo, ma ha DOVUTO, per motivi che Sophie non ha mai compreso.

Carter la guardava incazzato. Ha passato mesi e mesi per avvicinarsi a lei senza farsi vedere dai suoi fratelli, ma i suoi scatti d'ira non aiutavano molto <<Che vuol dire no? Ho speso soldi per quella macchina e quando entrerò nel giro dovrai scusarti e implorarmi di perdonarti perchè sarò il numero UNO!!>>. Ed eccolo lì il problema di Carter Harrison. La vanità. Il suo eccessivo volersi mettere in mostra. <<Beh per entrare nel giro c'è solo un modo lo sai>> disse April guardandolo infastidita <<DEVI BATTERE BYRON>> dissero in coro. Già, Byron Morris era non solo uno dei loro amici più stretti ma era una sorta di guardiano delle corse clandestine. 1: dovevi vincere un paio di gare per farti notare. 2: battere Byron era solo il primo step, e quasi nessuno ci riusciva. 3: una volta dentro ci rimani. Ogni ragazzo che vinceva contro Byron doveva per forza proseguire le gare successive. Problemi tuoi se la macchina ti si rompe. Se ti fermi… beh meglio non sapere. <<Sophie Blackwood, tu sei il mio lascia passare per Byron, se sei tu a chiederlo non dovrò correre contro di lui e rompere la macchina>> eh già, quelli che avevano battuto Byron hanno dovuto però ricomprare la macchina.

<<Quanto puoi essere idiota Harrison? Sei solo un arrogante e un deficiente per quel che mi riguarda. Non hai speranze. Non ti aiuterò mai>> Sophie non era mai maleducata con nessuno, cercava sempre di essere gentile, ma se la si faceva arrabbiare erano guai seri. <<Ti sono stato vicino tutta l'estate ricordi? Ho dovuto sopportarti quando andavamo al mare e tu volevi camminare! Quando dovevi fare shopping! Quindi sei in debito>>. Mai un errore fu più grande di questo. Sophie non aveva mai incontrato una persona più idiota di lui. <<AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH>>Sophie smise di ridere asciugandosi le lacrime << ah eri serio? Scusami. Ma la risposta è comunque NO>> Carter perse il proprio autocontrollo, divenne rosso, gli si vedevano le vene degli occhi, le mani tremavano <<TU BRUTTA TROI->> una mano sbucata chissà dove prese la testa di Harrison e la sbatté con violenza contro l'armadietto alla sua destra. Quel modo di fare lo conosceva bene ed era riconducibile ad un nome: Killian Blake.

Ecco fuori il 1°capitolo di "Amore o Tradimento?". Spero che la storia possa piacervi e donarvi emozione. Questa storia non la scriverò da sola. Io ed una mia carissima amica la scriveremo,  la creeremo insieme. Lei mi aiuterà con l'ortografia e mi darà dei pareri sui capitoli. Un bacio Da Erika e Flaminiaflam_man

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