A letter for you

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Scusa se ti scrivo solo ora.

Scusa se ho trovato il coraggio di farlo solo questa sera.

È che sta piovendo a dirotto fuori ed io sono sola qui al bar, vorrei che tu fossi qui col tuo pick-up per portarmi in salvo come due anni fa.

Ti ricordi?

No, tu non puoi ricordare.

Non puoi piangere sui ricordi come faccio io, non puoi tornare da me, non puoi più sollevarmi la giornata con i tuoi sorrisi.

Non puoi fare più niente.

Ma io ci parlo con te, sai?

Certo, perché io so che anche se sei lontano ci sei ancora, da qualche parte, a vegliare su di me.

Lo sento quando apro la porta di casa, la nostra casa, e il tuo odore mi entra nei polmoni come il primo giorno. Non se n’è mai andato, come il tuo ricordo.

Ancora scusa se ti sto scrivendo questa lettera solo adesso, gli altri l’hanno già fatto.

Già, i dottori hanno detto che mi avrebbe fatto bene sfogarmi un po’, parlare con te mi farà sempre stare bene.

Niall è stato il primo a scrivertene una, parecchi mesi fa, sai?

Successivamente è stato il turno di Harry e Louis.

Manchi a tutti. Manchi a me. Manchi a Liam.

Oh, anche lui ti ha scritto una lettera qualche settimana fa, una sera d’estate.

Lui è forte, più forte di me sicuramente. Lo sono tutti.

Lo sono i ragazzi, quei ragazzi che sentono il vuoto della tua assenza ogni fottuto giorno da quando te ne sei andato.

Anche le fan sono forti, loro lo sono per te.

Tu non avresti voluto che ci sentissimo così male per te, ma davvero non ce la faccio a far finta che questa vita mi stia uccidendo.

Questa vita nella tua assenza, questa vita senza di te.

Sto scrivendo queste parole con la prima penna che ho trovato sul bancone, davvero ho bisogno di tutto questo.

Dopo tutto questo tempo ho bisogno di confidarmi con te, ho bisogno dei tuoi sorrisi, delle tue carezze, dei tuoi abbracci rincuoranti.

È per questo che spero che tu adesso entri da quella porta, sì la stessa di due anni fa, quella di legno un po’ antico che cigola se spinta troppo a fondo, per portarmi in salvo dalla pioggia che batte sui vetri.

Vorrei tornare indietro, vorrei poter rivivere tutto, ogni nostro momento.

Sono sempre qui, seduta malamente su una sedia con i piedi appoggiati allo sgabello, nella stessa posizione in cui mi trovasti la prima volta.

Me lo ricordo ancora quel giorno, sai? Come dimenticarlo..

Avevo sempre lavorato in questo bar, i miei genitori erano i proprietari ed io avevo accettato di fare la barista a tempo perso finché non avessi trovato un lavoro migliore.

Ma poi tutto è cambiato.

È cambiato da quel giorno di Settembre in cui sei entrato per la prima volta nel mio locale.

Bradford mi è sempre sembrata una città un po’ triste in verità, con quel tipico clima inglese, le persone poco socievoli e sempre di fretta.

Non sarebbe stata mai a confronto con la capitale, la magica Londra, con i turisti e le tipiche bandiere appese ovunque.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24, 2014 ⏰

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