se c'erano due cose che xu minghao detestava, erano l'essere messo in discussione e l'essere spostato dal piedistallo : due cose che stavano succedendo in quell'esatto momento.
una decina fra i migliori giornalisti di moda da lui conosciuti se ne stavano lì, davanti alla vetrina della sua costosissima boutique, finanziata da donatella versace, ad accusarlo di aver spudoratamente copiato per la sua nuova collezione la casa di moda che più odiava al mondo.
monster&co.
solo quel nome gli faceva ribollire il sangue al cervello e drizzare sulla nuca il mullet scarso che stentava a sopportare col caldo estivo.
un'altra cosa che non sopportava?
il fatto che stessero tirando in mezzo quello che era il suo più grande incubo.
o sogno proibito.
nick monster.
una figura piuttosto misteriosa, la stilista: nota per le sue risposte decisamente savage alle interviste, spudorata, fiammeggiante, elegantissima e divertente, come nel migliore stereotipo della ragazza italiana.
o almeno era quello che xu aveva sentito.
che ne sapeva lui di colei che era la più timorosamente ammirata nel mondo della moda? nulla, naturalmente.
o forse un bel po'.
scosse la testa.
non era quello il problema principale; doveva rispedire a casa la folla che continuava ad alitare e a lasciare ditate sulla lastra di vetro lucida.
minghao stava per urlare istericamente contro il povero assistente che gli stava portando il suo solito cappuccino macchiato con schiuma alla cannella, rigorosamente con un cucchiaino e tre quarti di zucchero, altrimenti, secondo xu, era imbevibile e da buttare, quando, la suoneria del suo cellulare cominciò a trapanargli le orecchie con un'insopportabile
"slip into the diamond life,
slip into the diamond life,
ah-ah-ah-ah, everybody get up"
il cinese estrasse l'odiato apparecchio dalla tasca, giusto in tempo per sentire una risata strozzata dall'altro capo dell'altoparlante.
«no-
no, smettila.
non è assolutamente il momento.
ti ho detto di smetterla!»
un urlo sovrastò la calma apparente dell'affollata bottega, acuto e perforante.
minghao si stava stressando.
nell'udire quel suono che non prometteva assolutamente nulla di buono, l'intera folla di paparazzi decise di farsi da parte, dileguandosi in pochi secondi, lasciando lo stilista al suo battibecco al telefono.
nel mentre, nick monster si stava godendo il suo amato flame dento una vasca da bagno, riscaldata al punto giusto.
ovunque c'erano accuse di plagio da parte di xu minghao, il suo peggiore, o forse migliore, rivale.
con un bicchiere di champagne, rigorosamente analcolico, fra le mani, scorreva fra le pagine dei più famosi giornali di moda.
nick sapeva esattamente cosa era successo, e dalle sue labbra sottili sfuggì una risata compiaciuta, probabilmente, in quel momento, minghao stava dando i numeri dallo stress.
non si trattava infatti di plagio, infatti.
nick allargò il sorriso nel ricordare come aveva causato involontariamente quel casino, che ora la stava divertendo così tanto.- (๑˃̵ᴗ˂̵)
la sera prima, minghao stava tornando nel suo attico, stanco morto e frustrato dai continui paparazzi che lo seguivano fin dentro i bagni, e non era un'iperbole.
voleva soltanto addormentarsi fra le braccia della sua persona preferita ed aprire gli occhi solo per trovarsi ai caraibi, con un drink in mano ed il sole a baciargli la pelle.
il lussuoso ascensore trasmetteva musica orecchiabile, e xu mosse appena i tacchi dei mocassini, tenendone il ritmo.
appena pochi secondi dopo, si trovava davanti quella che lui chiamava la sua bellècia, in un italiano che di italiano aveva ben poco, ma almeno, stava imparando.
i capelli morbidi le ricadevano sulle spalle, corvini e verdi, e il maglione che le stava decisamente troppo largo, giallo, probabilmente di minghao, fasciava il busto.
non passò molto tempo che un fremito scosse il suo viso, come un singhiozzo.
xu si accigliò.
chi osava farle del male?
toccò la folta criniera di capelli, attirando l'attenzione della figura, che si voltò repentinamente con un cipiglio dispiaciuto e le lacrime ai bordi degli occhi.«che succede?»
«non riesco-»
il cinese aspettò una risposta.
«non riesco a scegliere un cazzo di bias negli stray kids-», aveva alzato la voce la ragazza, sbuffando forte.
minghao aveva alzato gli occhi al cielo.
«ma sei stupida?»
«no sono nick, wink wonk sorpresa»
lo stilista quasi si giurò che un giorno di quelli l'avrebbe uccisa.
quasi.
perchè immediatamente dopo, si trovava stretto in un abbraccio confortevole, che sapeva di casa, con il profumo di menta ad invadergli le narici e un tepore all'altezza del petto.
«com'è andata al lavoro?»«di schifo»
«e perchè?»
«troppo lavoro»
«sono tentata dal tirarti una testata»
«ti odio»
«mi ami, wink wonk»
«la smetti di dire wink wonk?»
«non hai detto di non amarmi, ho vinto»
e così come l'aveva trovata, nick si era voltata ed era arrivata fino alla cucina, riempiendosi una tazza di tè.
«hai dato un'occhiata ai miei nuovi bozzetti?»
«sì, mi piacciono parecchio.
devi consegnarli domani, giusto?»minghao annuì, tremendamente stanco e bisognoso di affetto, gonfiando le guance, e facendo vacillare giusto un po', il cuore della corvina, che si affrettò a ricoprirlo di abbracci e carezze, facendolo crollare in un sonno profondo.
-
quando la mattina dopo, con un torcicollo immane, i vestiti stropicciati e i capelli arruffati, il cinese si era accorto di aver fatto tardi, si era precipitato a prendere la prima cartellina capitatagli sottomano per poi scaraventarla nell'ufficio dei suoi sarti, dopo un'interminabile viaggio in maserati.
quella cartellina, ovviamente, era quella sbagliata, e conteneva i bozzetti della nuova collezione, appena lanciata dalla monster&co.
da qui tutto il casino.-
minghao avrebbe voluto seppellirsi, non aveva idea di come comportarsi.
come avrebbero reagito tutti, se i due squali del campo della moda, che si scannavano in ogni intervista e trasmissione, fossero scoperti in una relazione?
era tutta colpa di xu, che continuava a tenersi la testa fra le mani con un atteggiamento disperato, aspettando la ragazza, che sarebbe dovuta arrivare a minuti.«tu glielo diresti?», aveva sibilato il cinese, guardandola attraverso le lenti degli occhiali.
nick aveva alzato le spalle, per poi prendere la manica del ragazzo e trascinarlo fuori dal suo ufficio, sul grande balcone che dava proprio sulla piazza principale della città, dove una folla di paparazzi e giornalisti aspettava risposte dai due stilisti.
e in quel momento, le labbra della ragazza italiana si erano posate su quelle screpolate di minghao, mentre lo teneva dalle guance, arrossendo violentemente.
«ora lo sanno, e non dobbiamo più preoccuparci.»
ancora con le guance rosse, nick sorrideva trionfante, prima che il ragazzo più alto la baciasse di nuovo, ancora e ancora, sotto degli occhi più che sconcertati.
-
rwgazzi sto piagendo dalle risate vi prrfo salvate i miei polmoni
è tutta colpa di nick-mon comunque sto maleisimo