reazioni inaspettate

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È difficile tenersi una notizia del genere tutta per sé. Dentro capitano e cambiano tante cose, ma la gente che ti guarda da fuori, quando sei appena ad un mese di gravidanza, non si accorge di nulla, per loro sei sempre la stessa, nulla di diverso. E tu invece non senti più di appartenere a quella che eri prima di avere quella vita in grembo. Anche senza saperlo con certezza, qualcosa cambia, anche prima dei test e Delle analisi o della prima ecografia. Cambia tutto, e se da una parte volevo parlarne e far sapere quanto fossi felice, dall'altra mi rendevo conto che era assolutamente assurdo. E non volevo dirlo a nessuno. Di fatti quando capitava di doverlo finalmente dire a qualcuno, alla fine cambiavo sempre idea.
I primi a saperlo sono stati due miei compagni di classe. Quel giorno eravamo solo quattro, ma uno dei miei compagni presenti era per i cavoli suoi ed io ero solo con gli altri due, della quale alla fine mi fidavo. Non glielo dissi davvero, quelle parole non uscivano dalla mia bocca. Lo capirono prima, senza volerci credere. Io gliel'ho solo confermato. Rimasero assolutamente sconvolti... Talmente tanto che mi sentii pure in colpa per averglielo "detto". Ma qualche ora dopo eravamo lì a cercare nomi e scrivere i nostri preferiti su un foglio di carta. Era presto per farlo, e una parte di me voleva trattenermi, ma sul momento ci giocammo semplicemente su. Quella fu la volta più facile, perché dopo toccava alla mia famiglia. I miei genitori erano divorziati (beh, lo sono ancora), quindi avrei dovuto fare due discorsi separati, a mia mamma magari l'avrei detto prima, con lei forse sarebbe stato più semplice, o almeno lo speravo. Invece a mio padre volevo dirlo dopo aver superato i tre mesi. Avevo troppa paura, non potevo davvero dirglielo, forse mi avrebbe ammazzata. Lui già odiava il mio compagno, ci mancava solo che gli dessi una notizia del genere.
A mia mamma lo dissi molto presto, pure perché avevo avuto Delle situazioni di salute un po' preoccupanti e dovevamo fare quanti più controlli possibili per monitorare il mio stato e anche quello del piccoletto. Dovevo parlarne almeno con lei. Glielo dissi un giorno in cui sentii l'atmosfera leggera tra di noi, e contrariamente a quel che mi aspettavo, non si arrabbiò. Certo, non era felice, ma mi avrebbe sostenuta. Anche a mio padre lo dissi prima, solo perché iniziarono tutti a dirmi che non potevo aspettare così tanto, che poi sarebbe stato peggio. Non voglio dilungarmi su come sia andata con mio padre, ma posso dire che sia andata molto male. Non si è arrabbiato, quello no. Ma è stato davvero troppo pesante da sopportare. Solo pianti, discorsi sull'aborto e su come sarebbe stata brutta la mia vita se avessi ancora sostenuto di volerlo tenere. Il mio compagno mi venne a prendere quella sera che non riuscivo a smettere di piangere e penso di aver continuato per ore. Perfino il giorno dopo.
Grazie al cielo una mia zia prese questa notizia piuttosto bene, sostenendomi davvero, senza nemmeno una piccola traccia di negatività. Lei mi aiutò ad alzarmi di nuovo e ad essere di nuovo più felice per quello che stava accadendo... Mi sono sentita davvero fortunata ad averla. Se non fosse stato per lei in quel momento mi sarei buttata giù per più tempo di quello che è stato alla fine. Col passare del tempo ho ricevuto da chi non me l'aspettavo reazioni davvero belle, come dal mio professore più severo, o da dei cugini che pensavo avrebbero disapprovato totalmente, e invece no, e questo mi rese felice. Ma dopo averlo detto a mio papà, non volli mai più parlarne direttamente con nessuno, anche se alla fine certe volte fu inevitabile.
Mio padre comunque si rese conto che con il discorso dell'aborto non aveva proprio fatto centro, o perlomeno accettò la mia decisione senza più fare parola dei discorsi avvenuti, invece i suoi dubbi virarono su un altro aspetto della mia vita che presto, ebbe a fare presa anche su di me.

Diario di una ragazza incintaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora