La chiamata

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Blaine Anderson era seduto pacificamente sul divano dell'appartamento che condivideva da ormai sette anni con il marito Kurt Hummel quando sentì il suo telefono suonare. Accanto all'uomo, Tracy, la sua bambina di due anni, era seduta intenta a giocare con i suoi lego, la bambina stava cercando di creare un castello, o almeno questo era ciò che aveva detto a suo papà quando lui le aveva domandato cosa stesse facendo.

In quel momento Kurt si trovava in cucina e stava preparando la cena per la sua famiglia, nel frattempo riusciva a sentire i brontolii a caso della sua bambina e le varie domande che il marito poneva a Tracy.

"Vuoi un aiuto, tesoro?" Questa domanda era stata fatta alla bambina più volte, ma lei ogni singola volta aveva risposto con un secco "no" senza pensarci due volte. Ogni volta che Kurt aveva sentito la risposta negativa della bambina aveva ridacchiato in quanto riusciva ad immaginarsi perfettamente l'espressione imbronciata del marito.

Quando però Kurt sentì la suoneria di Blaine corrugò la fronte, la piccola famigliola stava aspettando Rachel Berry, Jesse e Caleb St. James per cena e Kurt credette in un primo momento che la famiglia avesse dovuto cancellare i loro programmi, forse a causa della rottura delle acque di Rachel. Kurt corse immediatamente nel salotto estasiato all'idea di un altro piccolo Berry-St. James ma si trovò nuovamente a corrugare la fronte quando vide l'espressione scioccata del marito.

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Rachel Berry si trovava nella cameretta del suo bambino, Caleb Finn St. James, ed era seduta sul letto del bambino mentre allacciava i lacci delle scarpe del piccolo quando sentì il suo telefono in cucina suonare.

"Jesse, puoi prendere tu la chiamata per favore? Dev'essere Kurt che si lamenta per il nostro ritardo!" Urlò la donna mentre Caleb ridacchiava alle parole della madre. "Lo zio Kurt si lamenta sempre, vero tesoro?" Chiese Rachel e sorrise quando il figlio annuì rigorosamente alla domanda. "Bene, direi che siamo pronti. Ora andiamo da papà e scopriamo se era effettivamente lo zio al telefono." La donna esclamò alzandosi con fatica a causa del pancione di ormai nove mesi che le ostacolava ogni minimo movimento. Rachel poi tese la mano in avanti affinché Caleb potesse afferrarla; i due poi si diressero in salotto dove Jesse aspettava con i cappotti tra le mani.

"Allora, cosa voleva questa volta Kurt?" La donna chiese ridendo mentre entrava in salotto; il suo sorriso scomparve non appena vide il marito palesare un'espressione scioccata e mortificata.

"Tesoro..."

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Quinn Fabray, la quale in quel periodo si trovava a Los Angeles, era in giro con alcune amiche che aveva conosciuto tramite alcuni colleghi di Noah, in quanto mogli di essi, e stavano girovagando per negozi prima di fermarsi probabilmente in un ristorante per la cena in quanto i rispettivi mariti si trovavano in missione per qualche mese, quando il suo telefono suonò.

La relazione della donna con Noah Puckerman era stata altalenante per diversi anni fin quando, durante la prima cena della coppia dal ritorno di Noah dall'ultima missione di quel periodo, l'uomo si era inginocchiato davanti a lei chiedendole di sposarlo.

La donna era entrata in terapia poche settimane dopo la proposta di matrimonio; non aveva ancora superato completamente l'adozione di Beth e, perciò, lei e Noah avevano pensato che sarebbe stato l'ideale per lei entrare in terapia e cercare di superare al meglio l'allontanamento se in un futuro avessero voluto avere altri figli.

Quinn prese tra le mani il suo telefono e, senza controllare il nome della persona che la stava chiamando, essendo lei convinta fosse il marito, rispose allegramente.

La donna si sentì però crollare il mondo addosso quando si rese conto che la voce dall'altro capo del telefono non era quella del marito ma quella di Rachel Berry.

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