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2 Mesi Prima

La cosa andò avanti per un po' di tempo.
Tra le nubi che oscuravano il cielo comparvero a intervalli irregolari delle luci improvvise. Esse precedevano sempre dei rumori assordanti che si estendevano per chilometri tra i diversi palazzi che occupavano la città. Le copiose gocce di acqua che si abbattevano con forza contro le finestre di quella casa lasciavano dietro di loro un rumore sordo.
Difronte una di queste la ragazza dai capelli verdi aspettava con impazienza l'arrivo dell'amico per uscire e dirigersi verso il luogo dove si sarebbe tenuto il concerto da lei tanto atteso. Quando, tra quella miriade di acqua, intravide finalmente il ragazzo iniziò a correre e scendere nello stesso modo le scale del palazzo. Aprì con forza il portone che cigolò a quell'atto e, senza neanche alzare il cappuccio della felpa nera, corse verso il veicolo e vi entrò velocemente.
-Adesso dimmi che tipo di problemi hai per uscire sotto questa pioggia senza neanche un ombrello.- si espresse così il ragazzo dalla pelle ambrata che si trovava al posto del conducente.
-Rex, vai.- controbattè lei mettendosi la cintura e indicando la direzione da seguire- Con questo diluvio potrebbe esserci del traffico, quindi potremmo arrivare tardi, finire in fondo alla fila e...- non potè però terminare l'elenco delle possibili conseguenze del ritardo.
-Ho capito. Ho capito.- rise al momento per l'eccitazione che si poteva chiaramente intravedere dal modo di parlare e di fare della persona presente al suo fianco. Fece come gli fu detto e mise in moto il suo nuovo furgoncino per recarsi al luogo dell'esibizione. 
All'inizio il viaggio fu molto tranquillo e decisero in comune accordo di mettere in sottofondo qualche canzone di Alan Walker.
Per lei in realtà non era una novità che i viaggi in macchina con l'amico fossero silenziosi, ma quella volta una domanda ruppe quel famoso silenzio, una domanda inaspettata.
-Oliver frequenta qualcuno?- 
La più giovane fra i due si girò di scatto come se l'avessero punta con uno spillo. Non aveva mai sostenuto quel genere di argomento col rosso, anche se in realtà ci aveva provato, ma lui evitava semplicemente. Una delle qualità che bisognava avere per il suo "lavoro" era la capicità di analizzare le persone - e ad essere sinceri era davvero brava-, ma con Oliver le risultava davvero difficile e dopo diversi tentativi aveva semplicemente rinunciato.
-Perchè? Lui ti ha detto qualcosa?- chiese lei molto confusa dalla situazione.
Il suo corrispondente negò semplicemente con la testa.
Entrambi erano rimasti molto delusi dall'esito della conversazione, uno forse più dell'altro.
Rex intuì sfortunatamente che in fin dei conti Regan non sapesse niente e sarebbe stato inutile continuare su quell' argomento, quindi si zittì.
Fuori dall'auto pioveva ancora molto, tanto da rendere difficile vedere attraverso i finestrini.
Bastava  solamente smettere di pensarci... ma lui non ci riusciva proprio.
Non riusciva a smettere di pensare alla scena a cui aveva dovuto assistere quel pomeriggio.
Ricordava perfettamente il momento in cui, passando davanti il vicoletto vicino la pizzeria Rossi's, notò il rosso in compagnia di un ragazzo poco più alto di lui. Il modo in cui quest'ultimo avesse sbattuto Oliver contro la parete e avesse iniziato a baciarlo selvaggiamente e come le mani del più basso fossero scivolate velocemente sotto la maglia dell'altro.
-Rex, l'auto!- urlò Regan prima di poggiare le mani sul volante e sterzare al suo posto dato che sembrava paralizzato.
I movimenti fulminei della giovane permisero ai due di non andare contro l'auto della corsia opposta, però il loro furgone andò prontamente a scontrarsi contro un segnale stradale.
-Cazzo!- urlò lui frustrato per la situazione iniziando a colpire con forza il volante, prima di accasciarvisi sopra.
-Ma che problemi hai?! Stavamo per...-
-Lo so! Okay!- non le diede neanche il tempo di finire la frase essendone consapevole.
Percorsero il restante tratto di strada prima di ritrovarsi finalmente nel luogo designato. Non parlarono dell'accaduto per tutta la durata del concerto, semplicemente fecero finta che non fosse successo niente e si divertirono come sempre.
Il più grande fra i due era ancora sconvolto per l'accaduto, anche se non lo dava a vedere. Mai gli era accaduto qualcosa di simile, soprattutto distrarsi in macchina e rischiare quasi di fare un incidente. Non riusciva a capire quale fosse il problema. Non era il genere di ragazzo che si legava a qualcuno facilmente e in realtà non parlava neanche molto, soprattutto con il ragazzo dai capelli color rame. Quindi, il perchè quelle immagini continuassero a ripetersi nella sua mente e il perchè fosse così turbato non riusciva a spiegarselo.
Il ritorno fu molto più calmo dell'andata e come sempre il silenzio ne fu padrone.
Rex lasciò semplicemente la ragazza sotto casa dopo averla salutata con un semplice 'Alla prossima', per poi dirigersi verso il proprio appartamento, ma arrivò una chiamata improvvisa che cambiò i suoi piani.
-Ehi, che ne dici di uscire un po' col tuo migliore amico.- dall'altro capo del telefono vi era un Isaac poco lucido che continuava a ridacchiare senza sosta. Capita la situazione in cui si trovava l' amico decise di farsi dare il nome del posto per poterlo rangiungere e finalmente tornare a casa, in fin dei conti il giorno dopo sarebbe dovuto andare all'aeroporto per prendere in custodia un pezzo grosso e portarlo sano e salvo ad un incontro di lavoro. Questo era il suo ruolo nel gruppo, lui era l'autista. Era diventato normale che le persone del suo giro lo chiamassero Frank Martin, come il protagonista di Transporter.
Arrivato scese velocemente dal veicolo e si addentrò nel locale a passo svelto, alla ricerca di Isaac. Era ovviamente pieno essendo le undici di sera, quindi trovare il ragazzo tra quella miriade di persone era come trovare un ago in un pagliaio. Si diresse in primo luogo al bancone dove servivano alcolici, ricordando quanto l'altro fosse ubriaco fradicio. Non trovandolo chiamò l'uomo che si trova dall'altra parte e chiese se avesse visto qualcuno che somigliasse alla descrizione che gli aveva fornito. All'inizio negò, ma mostrandogli una sua foto fortunatamente gli disse che aveva visto un tizio simile dirigersi in bagno.
Cercando di attraversare la pista da ballo, e rifiutando alcune richieste di ragazze troppo ubriache per ricordarsi anche solo il loro nome, riuscì ad arrivare di fronte la porta con la scritta 'WC Men'. Quando la aprì non vi trovò nessuna traccia di Isaac, decise però di entrarvi e controllare che dentro una di quelle cabine non vi fosse il proprio amico aggrappato alla tazza di porcellana intento a riversare anche la propria anima.
Sentì diversi rumori provenienti dalla seconda porta e provò a bussare, ma non essendo chiusa, essa si aprì mostrando l'unica cosa che Rex non avrebbe mai voluto vedere.

Salve, volevo solo dirvi che questo capitolo insieme ad altri due sono basati unicamente su Oliver e Rex.

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