Migikata no Chou

37 2 0
                                    

Lo capisco. Capisco ciò che ti ha portato a lasciarmi. Oramai a scuola non si faceva altro che parlare di noi. La succulenta storia di quel bacio nell'aula di musica dei fratelli Kagamine era sulla bocca di tutti e non ti biasimo per avermi lasciato.

Eppure, se prima mi svegliavo nel risentire le note di quel pianoforte che tu accidentalmente avevi suonato, nel momento in cui venivamo scoperti, ora è un'altro terribile incubo a darmi fastidio.

Un incubo che ho proprio qui, davanti agli occhi. Vorrei svegliarmi, ma non posso. Perché non sto dormendo, sono chiaramente sveglio. Sono qui, a scuola, quella stessa scuola che ha parlato male di noi, nella stessa aula in cui è cominciata a crollare la nostra storia.

Tu stai sorridendo ingenuamente a lui e probabilmente è solo quello. Una cotta ingenua e semplice, ma non è la prima volta che succede, non è la prima volta che vedo questa scena e sta incominciando a infastidirmi. Nonostante non stiamo più insieme, nonostante tu voglia negare ciò che proviamo l'uno per l'altra, nonostante tutto, non posso vedere ciò che sta accadendo senza sentirmi quasi male.

Deglutisco, cercando di trattenere la bile e la rabbia, mentre lui, mi supera e se ne va e tu ti avvicini a me.

«Stai bene? Sembri pallido.» mi dici in un sussurro.

Ormai le parole tra di noi sono talmente rare, che mi pare ancora un sogno risentire la tua voce. Eppure mi domando perché. Perché mi stai chiedendo se sto bene? Come posso io darti una risposta? Quale risposta vorresti, poi?

«Sto bene.» rispondo appena, per poi andarmene e lasciarti lì.

Sento la rabbia montare in me. Non posso credere che mi hai chiesto seriamente come sto. Come se non mi stessi rendendo conto di cosa stia succedendo. Come se non avessi capito cosa tu stia facendo.

Ho ancora vivido in me il ricordo di quella meravigliosa sera di luna piena, di circa tre giorni fa, in cui tu hai detto ai nostri genitori che saresti uscita.

È stato in quel momento che ho compreso tutto, che ho capito che non eri più mia e mi è quasi sembrato di impazzire.

Quella sera, come anche tutti i giorni successivi, hai ricominciato a farti bella per qualcuno. Qualcuno che non ero più io.

Non lo sai, ma in questi ultimi giorni sono rimasto spesso a guardarti, attraverso la fessura che lasci alla porta di camera tua. Ti osservo, mentre con il rimmel ti fai le ciglia più lunghe, in modo da risaltare i tuoi meravigliosi occhi azzurri, così simili ai miei. Hai persino ricominciato a portare il rossetto, di quel colore scarlatto che lo sai, mi faceva impazzire.

Eppure tutto questo non è più per me. Non ci sono più io al tuo fianco ed ora che vi ho visti insieme è chiaro come il sole.

Kamui Gakupo, quella farfalla viola che ormai si è poggiata sulla tua spalla destra e forse anche sul tuo cuore. Perciò è questo che vuoi ora? Adesso non ti piace più tuo fratello? Preferisci i giovani professori?

Sì capisco, forse è un amore proibito più sopportabile del nostro. Eppure non posso fare a meno di sentire un dolore straziante al petto, ogni volta che vi vedo assieme. La vostra complicità, i vostri sorrisi, sono gli stessi che avevamo io e te quando ancora eravamo convinti di essere solo fratelli, mentre ora, anche a casa, a malapena mi parli. Tutto questo mi spezza il cuore.

Mi ficco le cuffie alle orecchie e vado via, sperando e pregando che domani sia un nuovo giorno, ma so già che non sarà così.


Quando finalmente riesco ad addormentarmi, al posto dei pensieri, sono i sogni che cominciano a darmi il tormento.

Mi ritrovo bagnato, sotto la pioggia incessante. Abbasso lo sguardo sui miei abiti fradici, indosso la divisa scolastica.

Kagamine Story [raccolta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora