Mi rigiravo tra le coperte calde che avvolgevano il mio corpo minuto, inghiottito da tutta quella matassa di lenzuola e piumoni colorati contrastanti tra loro.In camera non fiatava una mosca,se non il ticchettio della piccola sveglia poggiata sul comodino, in mezzo ad altre mille cianfrusaglie di poco valore.In camera vi era solo la flebile luce della prima mattina, che prepotentemente attraversava la persiana chiusa, e il mio respiro regolare, in contemporanea con la sveglia. È scientificamente provato, che tutte le cose belle prima o poi giungono al termine del loro ciclo vitale, e diamine se non era così.La quiete di camera mia era stata oltraggiata dalla voce della mia amica, intenta come ogni mattina a cantare sotto la doccia con la musica a tutto volume, fregandosene completamente se nell'altra stanza c'è qualcuno che dorme. Mi rigiro e rigiro tra le coperte, mettendo la testa sotto il cuscino, cercando di riprendere il sonno che avevo perso, e ormai stanca di prima mattina, mi alzai violentemente fiondandomi in bagno, dove la mia amica cantava a squarciagola sotto la doccia, mandando i miei nervi in frantumi già alle prime luci del mattino."Sono le nove del mattino di sabato, si può sapere da dove prendi tutte queste energie e soprattutto il coraggio di interrompere il mio sonno? " Urlai aprendo la tendina della doccia. "Tesoro mi hai spaventata, oggi abbiamo un sacco di cose da fare, vai a vestirti e soprattutto, per favore fai una doccia" Sorrise chiudendo di nuovo la tendina. "Ma io volevo dormire, è sabato ti prego, abbi pietà di me" Chiusi la porta con violenza ffiondandomi sul divano, premendo la testa sul cuscino ed urlare fino allo svenimento.
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"Come sei lenta, ti prego datti una mossa o arriveremo al prossimo Natale" Manu esordì dopo un'ora di compere, prove di vestiti e scarpe, facendomi sgobbare come una povera scema pazza. "Ti prego, prendiamoci una pausa, non ne posso più" La supplicare, entrando in una libreria, dove sarei riuscita a seminario per un pò e trovare la pace che questa mattina mi fu sottratta. "Facciamo in fretta, ti prego, ho altri negozi da visitare" Esordì seguendomi come un cagnolino ammaestrato. Giravo tra quelli scaffali in cerca di qualcosa di nuovo da leggere e qualche ispirazione per il mio prossimo libro, ed uno in particolare catturò la mia attenzione "il bacio dell'Angelo caduto" Lo avevo bramato per tanto tempo e finalmente adesso avrei potuto tenerlo fra le mie mani, ma la mia attenzione venne catturata da una figura che da me distava solo pochi passi. "Manu, Manu" Iniziai a richiamare la sua attenzione, mentre guardava ciò che aveva acquistato poc'anzi. "Il tizio, il tizio dell'altro giorno" Le mimai e lei capendo
immediatamente si alzò venendo in mio soccorso. Anche oggi come due giorni fa, era dannatamente bello, dannatamente affascinante, dannatamente irraggiungibile. "Adesso ti ci avvicini piano piano, non scappare, non fuggire perché 'il suo sguardo è troppo magnetico' ti prego. Io farò finta di non conoscerti ma sarò dietro agli scaffali per vedere ogni singola tua mossa" Mi disse scomparendo dalla mia vista, goffamente come al suo solito, e io rimasi li senza aver capito cosa fare. Era dannatamente bello, cavolo se lo era, soprattutto mentre leggeva , l'espressione concentrata che assunse il suo volto mi procurava brividi ovunque, e quando dico ovunque, intendo ovunque. Certamente non avrei seguito l'ordine di Manu, avrei continuato a girovagare in cerca di qualche libro, tornando prima a contemplare la meraviglia che stavo bramando da troppo tempo, ma destino volle che le mie non fossero le uniche mani a toccare quel libro.'Fai che non sia lui, fai che non sia lui' alzai lo sguardo lentamente, e fu li che lo rividi,mi mancò l'aria , la terra sotto i piedi mi crollò. "Chi non muore si rivede" Sorrise con la mano ancora sul libro. Lasciai il libro immediatamente mettendomi faccia a faccia con mister Adone. "L'altra volta sei scappata senza darmi la possibilità di potermi presentare" Mi tese la mano"piacere mi chiamo Can" Can come suonava bene pronunciato dalle sue labbra. "Piacere mio Kloer, andavo un pò di fretta l'altra volta, sono dovuta scappare" Strinsi la mano di Can, e il calore mi risalì per tutto il corpo, insieme al l'imbarazzo e alle guance rosse, proprio come una ragazzina che incontra la sua Crush. Dal fondo del negozio nel frattempo, Manu esultava sganciando una serie di espressioni buffe, mentre io la maledicevo con lo sguardo. "Vorrei sdebitarmi per l'inconveniente dell'altra volta, posso offrirti un caffè? " Una parte di me non voleva proprio, l'altra invece voleva affrontare il rischio. Testa o cuore è questo il problema. "Non accetto un no come risposta" Continuò lui sorridendo.E se fosse pericoloso? Se fosse un maniaco che fa così con le ragazze? "Non sono un maniaco, stai tranquilla, non c'è nulla di cui preoccuparsi" Esordì lui come se mi avesse letto nella mente, e ammetto di essere rimasta spaventa. AL diavolo la timidezza,io ci vado. "Certo perché no, accetto volentieri" risposi maledicendomi immediatamente. Stupida Kloer, troppo impulsiva nei momenti meno adatti. Lui mi sorrise mostrando le sue fossette, anche se nascoste dalla barba, facendomi morire dentro. "Perfetto, che ne dici di vederci in piazza domani? Conosco un buon posto dove vorrei portarti" Io accennai un si con la testa, e mentre lo vidi scomparire tra i vari scaffali prima di salutarmi, mi dicessi all'uscita del negozio. "Allora? Che ti ha detto? Sai ho visto tutto, avanti ti prego non tenermi sulle spine" Manu iniziò a farmi mille domande. "Non girarci intorno vai dritta al punto"
"Domani ci vediamo" Sbottai "non voglio uscire con lui, non voglio che mi offra nulla, la mia timidezza non me lo permettebbe" Lei mi fermò puntando i piedi per terra. "Tu domani andrai con lui, al diavolo la timidezza, che si fotta. Ti sei già persa troppe cose belle della vita, non puoi farti scappare uno così" Ed era vero, la mia timidezza mi aveva già tolto tante cose e tante belle occasioni, da sempre il mio punto debole, ma sono così che posso farci. "Già è vero, ma non posso sostenere un pomeriggio con mister Adone, non posso permettermelo" "Andiamo non fare la scema, ci andrai, e se dico ci andrai ci andrai, fosse l'ultima parola che dico. Adesso muovi il culo, cerchiamo qualcosa di decente da indossare per domani"