Capitolo 2

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Sono a casa" Urlai gettando le chiavi sul mobile all'entrata,e lasciando le scarpe in modo disordinato, anche se non è da me, ma la mia mente era rimasta ancora alla piazzetta. In casa c'era fin troppo silenzio, ogni luce spenta, non fiata va una mosca.Avanzai stanca verso la cucina, e tutto quello che vidi, a parte la pila di piatti sporchi nel lavandino, fu un post-it macchiato con del succo. "Sono uscita con Michael".Sospirai contenta, avevo tutta la calma e la tranquillità per me, così dopo essermi messa il pigiama più brutto ma comodo del mondo e dopo aver riscaldato una fetta di pizza, presi il mano scritto tra le mani ed iniziai a scrivere tutto ciò che per la mente mi passava. La penna scivolava con una velocità inaudita sul foglio candido, le idee scorrevano troppo velocemente, avevo finalmente  abbattuto il blocco dello scrittore, che mi aveva fatto passare il periodo più brutto della mia vita. Scrivere era da sempre stata la mia più grande passione, ancora prima di poter viaggere. Avevo sempre desiderato di poter partire,andare in posti in cui nessuno mi conoscesse per poi ricominciare tutto da capo.Mi ero sempre ritenuta una ragazza indecisa,senza segni particolari o grandi passioni,perciò mi limitavo a scrivere,pensavo di essere capace solo in quello,e non ero l'unica a pensarlo.A diciannove anni incontrai Federica,responsabile di una famosa casa editrice qui in Italia,diceva di essere in cerca di giovani talenti,di voler dare una svolta al mondo della scrittura.Diceva di vedere in me e in ciò che creavo del potenziale,e così finii a lavorare per lei e finalmente dopo anni di sogni infranti riuscì a pubblicare il mio primo libro. Lavorare per lei mi portò anche a viaggiare, così mi fu posta davanti una delle scelte più difficili della mia vita, rimanere in Italia o trasferirmi dall'altra parte del mondo e vedere ogni manoscritto tramutarsi in libri da vetrina. E fu così che mi ritrovai dall'altra parte del mondo, lontano da casa, dai famigliari dalle amicizie, ma con la possibilità di poter crearmi il mio futuro e poter frequentare l'Università , un luogo magico pronto a farti sputare ogni tipo di sofferenza e sudore, ma che mi diede la possibilità di conoscere Manuela, che in poco tempo diventò la mia migliore amica e coinquilina perfetta. Fui distratta dalla chiave che ritirava nella toppa della porta, diedi una leggera occhiata al telefono, e il tempo era passato così velocemente.

"Ti sono mancata? " Manu urlò gettandosi sul divano, con ancora le scarpe ai piedi, nonostante sapesse perfettamente che bisogna lasciarle all'entrata, essendo reduci da una pandemia globale.

"In realtà no per niente, ero così tranquilla intenta a scrivere e poi sei arrivata tu" Scherzavi facendole la linguaccia. La vidi Strabbuzzare gli occhi mentre con un saltello si mise un piedi"non mi dire che hai ritrovato l'ispirazione "domandò incredula, e appena feci cenno di si con la testa si lasciò scappare un gridolino, iniziando ad abbracciarmi e a saltare.

" Giuro che avvolte questo tuo entusiasmo mi fa venire il mal di testa" Scherzai, anche se infondo era vero, soprattutto visto l'orario. "Devo dirti una cosa" Sbottai,non potevo più tenermi dentro ciò che successe alla piazza, l'incontro con il suolo, con lo sconosciuto, quella mano meravigliosa. "Non spaventarmi, non girarci intorno, dimmi subito quello che è successo" Si mise comoda dopo aver tirato fuori dal Freezer un barattolo di gelato. "Come diamine fai a mangiare gelato con questo freddo " Dissi gettandomi sul divano affianco a lei. "Non c'è mai tregua per il gelato" Esordì prima di portarsi un cucchiaio enorme alla bocca. "Allora? Ci siamo messe qui per parlare del gelato o per sentire la tua storia avvincente? " Disse guardandomi con lo sguardo curioso. "Ti ho detto che questa sera sono andata in piazza? " Annuí curiosa lei mentre mangiava"mi hai chiamato e stavo per tornare,e mentre camminavo sono stata buttata per terra dalla persona più bella che i miei occhi abbiano mai visto. "Il cucchiaino cadde sul tavolo mentre si batteva una mano sul petto per poter tornare  respirare. " Era un Adone, alto 1.83 con la pelle ambrata i capelli lunghi e ribelli, due spalle enormi "il solo pensiero mi fece venire un brivido lungo la schiena. " Oddio Kloer  non posso lasciarti sola due minuti " Mi disse con un sorriso da ebete "Cosa ti ha detto? Ti ha aiutato? Vi siete baciati? Quando diventerò zia? " Iniziò a farsi mille viaggi mentali mentre saltellava avanti e indietro per tutto il salotto. "Quale bacio? Quale figli? Mi ha solo teso la mano più bella del mondo e chiesto scusa una decina di volte, poi sono scappata da lui, non ho avuto il coraggio di incrociare il suo sguardo, ero troppo imbarazzata, e lui troppo magnetico"le mie  guance andavano a fuoco, e mi venne d'istinto coprirmi la faccia con le mani, mentre Manu iniziava a dirmi quanto stupida fossi stata. " Non si sa che ti passa per la testa, avevi davanti un dio greco e quello che fai tu è scappare perché 'il suo sguardo era troppo magnetico'? Sappilo sei una deficente, ti sei fatta scappare l'amore della tua vita "disse   incrociando le braccia ed assumendo il suo solito sguardo arrabbiato. "Ma quale amore della mia vita" " Nei migliori film succede sempre, perché non deve succedere anche a te? Sei troppo pessimista, e stupida, te lo sei fatta scappare, non sai nulla di lui, nemmeno il nome"scosse la testa. Ed aveva ragione, forse ero davvero tanto stupida, la mia timidezza nonché punto debole aveva avuto la meglio un altra volta, ed ancora una volta mi sono fatta sovrastare da essa. "Le probabilità sono troppo basse, era solo un ragazzo meraviglioso che passando di li ed essendo distratto mi ha buttato per terra, nulla di più" Dissi cercando di auto convincere più me che lei."Il ragazzo più bello del mondo e dalla quale sei scappata. Dormici su e fatti un esame di coscienza "mi diede un bacio prima di scomparire nella sua camera e lasciarmi sola nel gelido salotto di casa nostra.

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