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I minuti divennero trentacinque precisi quando suonarono al campanello, sussultai lievemente all'udire del rumore seppur dolce del campanello, il mio amico mi precedette, sorpassandomi e andando ad aprire la porta d'ingresso. Entrarono dei ragazzini vestiti uguali, con una divisa blu scuro con una scritta sul retro che citava "Pulizia a domicilio" come scritta. Erano ben attrezzati devo ammetterlo, rimasi sconvolto nel vedere con quale 'brutalità' svegliarono i ragazzi dormienti per terra, c'é chi era sul divano, chi sulle scale e forse c'era qualcuno in certe stanze; i ragazzi mezzi incazzati/addormentati se ne andarono lasciando lavorare i ragazzi che rimisero in sesto l'abitazione, il mio amico si girò dalla mia parte, regalandomi un sorrisino debole.

"Non ti scoccia aspettare che finiscano vero? Ci metteranno poco te lo prometto, quando andranno via lo faremo anche noi ok?" chiese quasi supplicando, io annuì con la testa, non avevo tanta fretta, e poi era anche mattina presto, andava bene così.
Mi sedetti su uno sgabello in cucina e estrassi il mio cellulare dalla tasca della giacca, fortunatamente aveva ancora metà batteria, così ne approfittai per portarmi avanti con del lavoro e accesi la connessione dati ritrovandomi tonnellate e tonnellate di e-mail da leggere così per passare il tempo iniziai a rispondere ad ognuna di esse finché ad un certo punto venni richiamato dal minore.

"Suga hanno finito, andiamo?" mi chiese il ragazzo adagiandosi il cappotto sopra le spalle, fuori c'era mal tempo, sembra proprio che sarebbe venuto a piovere per una seconda volta. Annuì, bloccando il telefono e seguendolo fuori, il ragazzo chiuse la porta di casa a chiave, mettendosele poi in tasca, con passi svelti si avviò verso la sua macchina che con un gesto semplice aprì. Feci il giro andando dalla parte del passeggero e mi sedetti, allacciando la cintura. Il ragazzo una volta inserito la chiave nel quadro operativo accese la macchina, ingranando la retromarcia, uscimmo di li raggiungendo in poco tempo l'autostrada, stranamente desolata.

Era la mia occasione per porre tutte le domande a cui necessitavo una risposta al piú presto.

"Hey Tae...ora voglio sapere soltanto il perché del regalo" iniziai a parlare guardando dritto davanti a me, come stava facendo anche lui. Lo sentì sospirare, afferrò saldamente il volante e si schiarì la voce.

"Bhe volevo renderti felice, ma quando mi hai detto che avevi "litigato" con quel ragazzino, Jimin giusto? Mi sono sentito stra ib colpa e volevo annullare tutto, solo che poi ho pensato di no. Dovevate risolvere le vostre questioni e spero che lo abbiate fatto, insomma non sarai stato tanto stupido da andarci a letto vero?" chiese ridacchiando, ma notando che non stavo rispondando ho visto il terrore nei suoi occhi.

"Yoongi non ci sei andato a letto vero? Vero?!" disse mettendosi una mano tra i capelli che ad essere sincero ancora non avevo capito di che colore fossino, erano tra il grigio e il biondino.

"Io..ecco..avevo bevuto, poi tu mi hai fatto assaggiare quel drink quindi io...erano in due..e poi-" cercai di dire, giustificandomi.

"Non ci posso credere" disse in un sospiro il ragazzo al mio fianco, non mi stava giudicando, non era da lui. Voleva solo capire a cosa stessi pensando e sinceramente parlando non lo so nemmeno io, la mia testa era piena di parole, domande, immagini, come un display di un computer, pieno di cartelle e file.

"Tae, che è successo ieri, tu lo sai?" dissi dispiaciuto, con la testa rivolta verso il basso.

"Non ricordo molto, ti ho visto mentre baciavi animamente Jungkook, poi l'hai preso in braccio e portato chissà dove" disse con voce calma, lo apprezzavo molto.

"Ero messo male anche io, è già un miracolo se me lo ricordo" ironizzò per cercare di alleviare la tensione e gliene ero riconoscente. Le varie immagini sfuocate della serata mi stavano tornando con chiarezza, anche se i dialoghi erano a metà, non che avessimo parlato molto.

Dopo un ora e mezza di viaggio arrivammo sotto casa mia, era stato gentile da accomoagnarmi, così lo salutai e tornai nel mio appartamento dove tristezza e solitudine mi stavano aspettando davanti alla porta, neanche fossero animali domestici. Tirai fuori le chiavi dal giubbino e le inserì nella toppa, aprendo la porta. Una volta chiusa di nuovo a chiave le posai su un mobiletto posto affianco alla porta, e andai in camera mia, collegai il cellulare al caricatore e mi tolsi tutti i vestiti, mettendoli nel cestino dei panni sporchi. Mi misi una felpa senza cappuccio nera e dei pantaloni della tuta grigio scuro, e mi buttai sul mio letto. Era quasi arrivata l'ora di pranzo e non avevo per niente voglia di cucinare, non volevo fare nulla, volevo solo stare in silenzio e immobile nel mio letto, anche se mi tirai su a sedere e afferrai il mio macbook posto sopra il comodino, lo accesi e mi misi a cercare dei siti che vendevano cibi d'asporto, presi dei jajangmyeon* e dopo aver compilato l'ordine online aprì come al solito la casella di posta, iniziando a lavorare dato che non avevo niente di meglio da fare.

Venti minuti dopo suonarono al campanello, così spostai a un lato in computer e mi alzai, solo che rimasi sorpreso non trovando nessuno fuori se non il mio ordine per terra, avvolto da un sacchetto di plastica e un bigliettino con sopra scritto
"좋은 식욕~💕"** istintivamente comparve un sorrisino sul mio volto, raccolsi da terra il sacchetto e entrai in casa, accesi la televisione per farmi compagnia e iniziai a mangiare mentre trasmettevano una puntata di qualche drama. Una volta finito buttai il piatto vuoto e le bacchette in legno nel cestino. Spensi la televisione e trascinando i piedi andai in camera mia a finire il lavoro che avevo iniziato, solo che appena varcai la soglia di camera mia vidi lo schermo del mio cellulare illuminarsi, mi avvicinai cercando di vedere chi fosse il proprietario della telefonata che mi stava arrivando, solo che comparve la scritta "numero sconosciuto"

jajangmyeon*= noodles con fagioli neri.

"좋은 식욕~💕"**= vuol dire buon pranzo 💕

Call Your Name|| Yoonmin BTS [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora