Jude.
Salutai Felicity, la mia migliore amica, con un bacio sulla guancia, mettendola al corrente su cosa avrei fatto subito dopo aver lasciato il lavoro.
«Faccio un salto da Matthew!»
Dissi infatti, ricevendo da lei uno sguardo un po' sorpreso.
«Non vi siete lasciati?»
Chiese infatti, senza il minimo tatto, perché sapeva che di quel ragazzo non mi importava granché. Io scossi la testa, curvando le labbra in un sorrisetto capace di dare sui nervi – sì, ne ero consapevole –.
«No, Abel ieri non c'era»
Scrollai le spalle, ridendo appena, per qualcosa che potevamo capire solo io, Felicity ed il ragazzo appena nominato.
Tutto girava intorno a lui, per me.«Sei incorreggibile»
Sospirò la mora, alzando poi la mano in segno di saluto, riprendendo a sistemare la sua borsa piena di tutto.
Mi fece ridere ancora, poi andai via, esclamando solo: «a domani!», chiudendo la porta alle mie spalle.
Entrai in auto e guidai verso casa del mio futuro ex-ragazzo.
Mentalmente ripercorsi il discorso che avrei voluto fargli, non volevo essere "spietato".
Io e Matthew siamo stati insieme per appena due mesi, era tutto un gioco, ma mi ha fatto stare bene, quindi gli ero grato. Non avrei mai potuto lasciarlo con un: «ti lascio».~
«Matt, ti lascio»
Dissi, senza mostrare alcuna emozione – forse perché in quel momento non ne provavo davvero –.
Ci guardavamo negli occhi, vidi il suo sorriso gentile spegnersi ed un po' mi sentii in colpa.
Sospirai e chiusi gli occhi, portando le dita alle tempie ed applicando una certa pressione.«Perché?»
La sua domanda giunse dopo un tempo che mi parve infinito. Controllai l'orario sul cellulare e vidi che era trascorso appena un minuto.
«Lo sai perché, Matt. Sono stato bene con te e ti ringrazio, ma –»
Mi interruppe.
«Ma io non sono Abel. Giusto? L'ho capito, sai?»
Non mi stupii, probabilmente lo stesso Abel sapeva e mi dava corda.
Presi il mio labbro inferiore tra i denti ed annuii, non potendo negare l'evidenza.
Non volevo farlo.«Grazie davvero, Matt»
Mi avvicinai per schioccare un bacio sulla sua guancia destra. Ero sicuro che avrei ricevuto uno schiaffo, ma non fu così. Lui mi diede un bacio a sua volta ed io uscii da casa sua e dalla sua vita per sempre.
E stavo bene.
Per completare la serata dovevo fare un'ultima cosa: andare dal mio migliore amico.
Quanto impiegai? Cinque, forse dieci minuti?
La nostra cittadina era piuttosto piccola.
Strofinai gli occhi più volte appena parcheggiai nel cortile di casa di Abel, scesi dall'auto e bussai alla porta.
Le lacrime scendevano copiose dai miei occhi grazie al pensiero di Mufasa, padre di Simba del "Re Leone". A distanza di anni, ancora non mi ero ripreso da quel lutto subito durante l'infanzia.
Il mio migliore amico sorridente venne ad aprirmi ed il suo meraviglioso sorriso svanì all'istante. Mi sentii di nuovo in colpa, odiavo non vederlo sorridere.«I-Io e Matthew ci siamo lasciati»
Dissi soltanto, singhiozzando, portandomi una mano ad un occhio, prima di essere accolto dalle braccia forti di Abel. Sorrisi mentre affondavo il viso nel suo petto, coperto da una felpa nera, e venivo trascinato in casa.
Aveva ragione Fizz. Ero incorreggibile.
STAI LEGGENDO
The strategies to be loved
RomanceJude amava giocare, scappare ed essere rincorso. Abel amava rincorrere Jude e prenderlo, in ogni senso possibile.