Chapter two

343 8 5
                                    

Keneti stava spingendo in me con forza, mentre ero piegato a novanta su un vecchio banchetto in un ripostiglio.
Keneti era un maestro elementare.
Con i bambini se la cavava bene, ma con il sesso era decisamente migliore.
L'avevo conosciuto un giorno in cui mia nipote era caduta durante l'ora di educazione fisica e, in lacrime, aveva fatto chiamare i genitori dalla scuola. Sia mia sorella Audrey che suo marito Emmett erano a lavoro e mi avevano chiesto di andare a prenderla, inviandomi tutti i documenti necessari per prelevare la bambina al loro posto.
Lui era rimasto con la bambina finché non si è calmata e così aveva colpito il mio cuore.

Ed il mio cazzo.

Era già il secondo mercoledì - mio giorno di riposo - che mi offrivo di andare a prendere mia nipote a scuola solo per farmi una scopata con quel figo da paura del suo maestro.
Ahimè, ero uno zio pessimo!
Chissà che faccia avrebbe fatto la piccola Grace quando, una volta cresciuta, le avrei raccontato di aver fatto sesso con il suo insegnante preferito.
Quest'ultimo venne in me - o meglio, nel preservativo- proprio mentre formulavo quel pensiero, facendomi quasi ridere per l'ironia della cosa.
Non era però il momento adatto per ridere, soprattutto perché anch'io stavo finalmente raggiungendo il tanto agognato orgasmo.
Mi coprii la bocca con la mano, attutendo così il mio lungo gemito, mentre schizzavo il mio seme sporcandomi il petto ed il povero banco sotto di me.
Mi presi qualche minuto per riprendere fiato, durante i quali sentii Keneti sfilarsi via da me, facendomi lamentare con un mugolio.
Mi voltai, sorridendogli. Lui mi prese per i fianchi e mi stampò un bacio sulle labbra.

«Grazie Ken, sei fantastico»

Mormorai, probabilmente ero arrossito un po' nel pronunciare quelle parole.
Lui ridacchiò, scuotendo la testa, allungando poi una mano per palparmi il sedere. Mi ricordai di rivestirmi in quel momento, lui era già pronto, sistemato e sembrava perfetto, come appena uscito di casa.
Io non lo ero neanche in quel caso!
E, soprattutto, in quel momento sembrava mi avessero investito. Provavo una certa invidia per il ragazzo dinanzi a me.

«Allora ci vediamo»

Mi disse, mi diede un altro bacio - stavolta sulla guancia - ed uscì dallo sgabuzzino, lasciandomi solo.
Mi ricordai di pulire il disastro combinato dal mio pene, gettai via i fazzoletti utilizzati ed uscii anch'io, pronto - si fa per dire - per incontrare mia nipote ed andare a casa.
La campanella suonò qualche minuto dopo, facendomi sobbalzare, dato che non me l'aspettavo.
Grace mi corse incontro felice, con lo zainetto che le sbatteva sulla schiena, e mi saltò in braccio.
La presi al volo, facendola ridere mentre le stampavo numerosi baci sulle sue guance rosee.
La prima cosa che mi disse fu: «zio, tu puzzi».

Mi fece arrossire, ricordando il motivo per cui il mio odore non era particolarmente gradevole in quel momento. Poi curvai le labbra in un sorrisetto e feci spallucce.

«Zio ha sudato, piccola maleducata!»

La misi giù mentre lei rideva ancora una volta, ci prendemmo per mano e, girandomi per qualche istante, vidi Keneti sorridere mentre ci guardava.
Lo salutai con la mano, prima di incamminarmi per raggiungere la macchina.

🌎 author's space! 🚀
devo cambiare il titolo, ma non ho idee!
anyway, vi spammo uno dei miei profili: @narrys_kisses.
ho appena pubblicato una nuova storia ("the shop assistant", magari lo cambierò in "il commesso", who knows).
dopo un anno, mi sono decisa a pubblicarla. spero che qualcuno faccia un salto e mi dica cosa ne pensa! x
per il resto, COMMENTATE anche qui! per me conta molto la vostra opinione!

The strategies to be lovedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora