CAPITOLO 1

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Ed eccoci qua, Roma. Pensavo che non sarei tornata mai più qui, ma penso di essere la persona più imprevedibile del mondo, quindi non mi stupisco.
Non avevo nulla con me, se non uno stupido zaino con una corda e un portafoglio all'interno, tutto il resto, coltellini, accendini erano finiti in uno dei tantissimi cestini dell'aeroporto.
Chiamai un taxi e gli chiesi gentilmente di portarmi a casa di mia nonna che era un po' fuori Roma, sbuffò, ma poi iniziò a guidare.
Stare sul taxi mi fece pensare tanto, forse troppo. Non avevo avvisato mio papà, ovvero il mio capo, non sapevo se lui fosse a conoscenza di Marco, che avevo iniziato a lavorare per la persona più pericolosa al mondo, non mi importava. Dopo la morte della mamma non era più se stesso, ha iniziato a bere e forse a farsi di qualcosa. Inizialmente cercai di aiutarlo, ma poi ci rinunciai dopo che una sera mi incolpò della morte di mia mamma, era ubriaco, ma non si è mai scusato e da quel giorno ci siamo allontanati completamente e forse è meglio così. Quando avevo 6 anni e morì mia mamma, ci siamo trasferiti a Milano. Perché? Perché io sapevo chi aveva ucciso mia madre, era la stessa persona che mi ha rovinato la vita è voleva rovinare quella di tutto il mondo. Con lui lavoravano molte persone, ma mio padre ne conosceva altrettante e quindi organizziamo una squadra per riuscire a sconfiggerli, ma erano forti, anzi, lo sono tutt'ora. Ma ora volevo uscire da tutto ciò, questa non si chiamava vita, ma morte certa. Mi avrebbero trovata, ero sicura, ma scappare in un posto più lontano non mi avrebbe comunque salvato la vita.
Ed eccoci qui.
Mia nonna era già fuori dalla porta ad aspettarmi. Pagai il tassista e corsi verso di lei.
-oh amore mio- mi abbracciò
-pensavo che non ti avrei mai più rivista- aveva le lacrime agli occhi
-sono qui nonna, non me ne vado più via- le sorrisi ed entrammo subito in casa.
Mia nonna sapeva già tutto e non approvava per niente la mia vita vecchia? Se vogliamo chiamarla così, ma aveva imparato ad accettarla, infondo volevamo solamente proteggere le persone o almeno una volta era cosi...
-hai fame amore?-
-da morire- dissi sorridendole
-perfetto, perché hai delle lasagne che ti aspettano- i miei occhi si illuminarono all'udire quel nome.
Iniziammo a mangiare e nonna iniziò a farmi qualche domanda, ma era prevedibile.
-allora, che è successo? Perché sei tornata?-
Sospirai, faceva ancora male sapere che il mio ragazzo si era alleato con il nemico, ma dovevo accettarlo.
-ieri papà mi ha dato una missione, aveva individuato il luogo in cui si trovavano Luca e la sua squadra, quindi eravamo in vantaggio. Peccato che ero sola, ho provato a chiamare così tante volte gli altri, ma nessuno mi rispondeva. Riuscii a legare un ragazzo e...- la mia voce tremò e le lacrime minacciavano di scendere di nuovo
-e?-
-era Marco nonna- mi guardò sbalordita
-quel Marco? Il tuo ragazzo?- annuii
-perché?- mi chiese
-aveva bisogno di soldi per drogarsi e loro lo pagavano di più. Ti rendi conto nonna, ha fatto tutto questo sotto i miei occhi e io non me ne sono mai accorta. Mentre lui mi sussurrava parole sdolcinate, si teneva in contatto con Luca, quel Luca che mi ha rovinato la vita, lo stesso che ha ucciso la mamma e Marco mi aveva promesso che l'avrebbe ucciso con le proprie mani. Ho perso nonna, non riuscirò mai a sconfiggerlo- le lacrime scendevano così velocemente. Mi ero stancata di tenermi dentro tutto, l'ho fatto per anni e mi ha solo reso più debole
-non devi scoraggiarti piccola. Lo so che ti senti ingannata, ferita e hai paura, ma tu sei forte. Forse sei la persona più forte che io conosca ed è proprio per questo che so che riuscirai a superare anche questa delusione, non riuscirai a dimenticarla, ma a superarla ne sono sicura. Devi farlo per tua madre Emily e per questo mondo, sei l'unica in cui credo. Manda a fanculo Marco, non è l'uomo per te ed hai tempo per trovare quello che riuscirà ad amarti come si deve, ma ora pensa a te stessa, usa questa tua vacanza qui per pensare e progettare. Dimentica tuo padre, Luca, Marco e tutti quelli che ti hanno fatto male, pensa a salvarci Emily. Io credo in te- aveva ragione, lo so. Non è facile, so anche questo; ma devo provarci, lo devo alla mamma. Sapevo di aver fatto la cosa giusta a tornare qua, è sempre stata la mia motivatrice la mia nonnina.
Ci abbracciammo, ne avevo bisogno.
-ora non pensiamo più alle cose brutte. Devi cercarti anche un lavoro qui nel frattempo-
-hai detto di non pensare alle cose brutte- alzò gli occhi al cielo
-sai che nel bar qui accanto lavora Jessica? Mi chiede spesso di te- non la vedo da quando eravamo piccole, eravamo migliori amiche.
-credo che passerò a salutarla-
-fai bene-
- ah nonna...grazie di tutto-
Mi avviai verso il bar in cui lavorava Jessica. Passeggiare sulle strade di San Basilio mi fece venire in mente tanti ricordi, da bambina adoravo vivere qui. Io e mia mamma facevamo delle lunghe camminate e anche quando ero stanca morta, non lo davo mai a vedere perché mi piaceva stare con lei.
Sorrisi a quei ricordi. Ed ero così assorta tra i miei pensieri che non mi accorsi di essere arrivata al bar e che davanti a me si trovava la porta. Andai a sbatterci e in quel momento capii di essere arrivata. La mia sbadataggine non mi aveva abbandonata nel corso degli anni. Mi venne incontro Jessica e wow, è veramente molto bella.
-ti sei fatta male?-
-no tranquilla- come mi aspettavo, non mi ha riconosciuto
-JESSICAA, CI SONO DEI CLIENTI CHE ASPETTANOO-
-VIVONO QUA PRATICAMENTE, SE ASPETTANO CINQUE MINUTI IN PIÙ NON MUOIONO PAPÀ, TRANQUILLO- la solita
-vedo che non sei cambiata di una virgola- sorrisi. Lei si girò verso di me non capendo, poi guardò nuovamente verso la porta e notai i suoi occhi illuminarsi.
-Emily?- annuii sorridendole
-OH MIO DIO- mi saltò letteralmente in braccio e quasi fece cadere entrambe.
-davvero non mi avevi riconosciuta?- chiesi
-no beh, sei completamente diversa. In realtà potevo arrivarci che l'unica ritardata che può andare contro una porta sei tu-
-Ehi, così mi offendi- alzò gli occhi al cielo
-mi sei mancata tanto- disse abbracciandomi
-anche tu-
-vieni, ti offro qualcosa- la seguii e mi sedetti al bancone mentre lei preparava qualcosa
-da quanto lavori qui?-
-qualche mese, la signora che aveva assunto mio padre si è licenziata e beh, la capisco a pieno-
-perché?-
-che sei ceca? Guardati intorno, solo vecchi. È snervante-
-pensavo fossi fidanzata-
-pff, finora solo coglioni e lavorare qui non mi farà sicuramente trovare l'anima gemella. Tu? Marco si chiama, giusto?- ecco, nonna che non sta mai zitta. Abbassai lo sguardo, era l'ultima persona della quale volevo parlare
-capito, se mai lo vedrò dovrò tagliargli le gambe- come sempre intuiva tutto
-allora, me lo vuoi dire almeno perché sei tornata?-
-avevo bisogno di passare un po' di tempo con mia nonna, non la vedevo da troppo- non mi piace mentire, ma capitemi che la mia situazione è leggermente difficile da spiegare
-mh...farò finta di crederci-
-è la verità-
-sisi, non ne dubito- Risi, dopo tanti anni riusciva a capire ancora quando mentivo
-piuttosto. Sai se da qualche parte cercano personale?
-fammici pensare-
-mi sembra che qualche settimana fa in un negozio qui vicino di vestiti cercassero una ragazza, ma non so se l'abbiano già trovata-
-andrò a vedere grazie-
Mi alzai dallo sgabello
-Oi tu non te ne vai da nessuna parte finché non mi dai il tuo numero-
-signorina, è da tempo che sto aspettando il mio caffè-
-bene, aspetterà ancora un po' allora-
-hai il ciclo?- chiesi
-no-
-ah wow, sei così al naturale-
-zitta e dammi sto cavolo di numero- sorrisi. Era bello essere tornata qui.
Due settimane erano volate senza che me ne accorgessi. La cosa positiva è l'aver trovato lavoro in un piccolo negozio di antiquariato, la signora che ci lavora è molto gentile e sin da subito è stata molto carina con me. La paga non è molto alta, ma devo pur sempre adattarmi.
Attacco alle nove, quindi ho sempre un po' di tempo per fare le cose con calma e una cosa che sto facendo quasi tutte le mattine, è fermarmi qualche minuto nel bar dove lavora Jessica, ma oggi non era un di quei giorni, ero abbastanza in ritardo quindi corsi subito verso il negozietto.
-buongiorno Angela-
-ciao cara. Oggi è il giorno delle pulizie-
-si, me lo ricordo- è martedì e solitamente non c'è molta gente in giro, quindi noi passiamo la giornata a pulire
Oggi finii molto prima del solito, quindi decisi di andare a trovare ora Jessica.
-eccola la mia ragazza preferita-
-la tua ragazza preferita si sta sciogliendo, quindi gradirebbe qualcosa di fresco-
-agli ordini signorina. Che ti do?-
-un estathè al limone, grazie-
-no quello no-
-perché?-
-perché fa schifo al limone, come fai a berlo dico io- alzai gli occhi al cielo e le tirai uno straccio che trovai sul balcone
-muoviti- dissi e in cambio ricevetti un dito medio.
Oggi faceva veramente troppo caldo, ok che siamo a inizio giugno, ma mi sembra comunque troppo eccessivo.
-ODDIO- Jessica urlò così forte che per poco non mi fece ingozzare con il te
-ma che sei impazzita?-
-guardami. I capelli sono apposto e il trucco? Oddio perché stamattina ho deciso di truccarmi così poco-
-si può sapere che ti prende-
-girati- disse e così feci. Un gruppo di ragazzi era appena entrato nel bar
-e quindi?-
-e quindi c'è il ragazzo che mi piace dalla prima superiore-
-e chi è?-
-il primo a destra. Si chiama Adriano-
-possiamo sederci qui?- chiese proprio Adriano. La mia amica diventò un pomodoro
-ehm...sì, certo- disse con un sorriso da ebete in faccia. Scoppiai a ridere, forse un po' troppo forte
-Emily, ti uccido-
-sai che devi andare a prendere le ordinazioni vero?-
-mi spieghi come abbiamo fatto ad essere amiche? No perché è stato l'errore più grande della mia vita- alla radio partì una canzone che io e Jessica ascoltavamo sempre da piccole, infatti se ne accorse anche lei.
-non farlo- mi implorò
-È UN LAMENTO CONTINUO DI FRASI CHE ORMAI, SONO ANDATE, SPARITE MAI PIÙ SENTIRAI. TI ASPETTAVI DI UDIRE "SEI SOLO PER ME" METTI L'ANIMA IN PACE QUEI GIORNI SON GIÀ FUMO E CENEREEEE- adoro cantare anche se sono consapevole di essere stonata come una campana

-ma dai dovevi cantarla anche te- dissi
-ti rendi conto che ci stanno guardando tutti?-
-non devi andare a prendere un ordine tu?- ho sempre amato provocarla, lei un po' meno. Andò verso i ragazzi e ovviamente mi godetti la scena, ma non fece nessuna figura di merda, purtroppo. Scambiai lo sguardo con uno dei ragazzi, ma mi voltai subito quando sentii Jessica tornare.
-visto che brava?-
-già. Ora ti lascio-
-non farlo- mi implorò. Mi alzai dallo sgabello
-Emily ti uccido se mi lasci qui da sola-
-mica hai detto di essere brava? Saprai cavartela-

Eccoci qui con il primo capitolo.
Vi piace? Che ne pensate dell'amicizia tra Emily e Jessica? Che pensate succederà più avanti?
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Love you🌸

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21, 2018 ⏰

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