Capitolo 2

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La stavo fissando da un tempo indefinito e forse troppo lungo, ma proprio non riuscivo a distogliere gli occhi dalla sua figura.

Sembrava così piccola ed innocente. Non era molto alta, ma il corpo era ben proporzionato. I lunghi capelli color ruggine erano stati raccolti in una coda che scendeva in morbide onde lungo la schiena, lasciando libero il viso ovale, il quale era coperto quasi interamente da tenere efelidi. Indossava una camicetta azzurro chiaro, che spariva sotto la gonna blu la quale arrivava sopra al ginocchio. Sulle spalle portava un giacchino dello stesso colore della gonna. Portava delle calze lunghe bianche ed ai piedi un paio di paperine, sempre blu. In mano stringeva il manico di una valigia forse troppo grande per lei.

Mosse un passo timido, entrando finalmente nella stanza in cui ci trovavamo io ed i miei genitori che erano ancora impegnati con gli ultimi documenti.

Cercando di evitare il mio sguardo insistente, avanzò con fare incerto, cercando di sostenere il bagaglio. Sorrisi istintivamente, intenerito, quando barcollò leggermente verso destra, sbilanciata dal peso dell'oggetto.

Quasi senza rendermene conto camminai verso di lei, come se le gambe avessero goduto di vita propria, ed una volta al suo fianco, iniziai a parlare.

«É meglio questa se la prendo io, non credi?» chiesi con una dolcezza ed una gentilezza che assolutamente non mi appartenevano, mentre afferravo il manico della valigia, sfilandoglielo dalle mani.

Non rispondevo delle mie azioni, il mio corpo agiva da solo ed era come se qualcuno si fosse avvicinato a me e mi avesse sussurrato all'orecchio che dovevo proteggerla, perché era ciò di cui aveva bisogno.

Mi porse un piccolo sorriso di gratitudine, quando presi il bagaglio e sulle sue guance apparsero due pomelli colorati di rosa, che spiccavano sulla sua pelle lattea.

«Io sono Harry» mi presentai, mentre entrambi camminavamo verso i miei, o i nostri, genitori, che si voltarono proprio in quel momento. Su entrambe le loro facce era dipinta un'espressione di sorpresa e non riuscivo bene a capire perché.

«Harold, stai sorridendo» Constatò mia madre, guardandomi.

«E allora?» Tornai immediatamente serio.

«Da quando siamo tornati non ti avevamo ancora visto sorridere» Spiegò.

Scrollai le spalle fingendo indifferenza, anche se sapevo che la loro sorpresa aveva ragione di essere.

«Forse non avevo una buona ragione per farlo» mi giustificai, sapendo perfettamente di essermi tradito da solo.

L'attenzione di mamma e papà si spostò su Winter che si era nascosta leggermente dietro di me, mi chiesi come faceva a fidarsi di me se mi conosceva si e no da cinque minuti. Non avevo la faccia di un tipo affidabile. O forse ero solo un buono scudo.

«Ciao Winter» disse mia madre, come se stesse parlando con una bambina di cinque anni.

Mi sentivo male io per la ragazza.

Papà si schiarì la voce «Meglio se adesso andiamo» proruppe, sembrando decisamente freddo.

Alzai lo sguardo verso di lui ed annuii, prima di voltarmi verso Winter, il cui sguardo saettava da a me ai miei genitori, leggermente intimidito.

«É tutto ok» le mimai con le labbra.

Lei sorrise leggermente, annuì e con lo sguardo basso ci seguì, notai che prima di uscire, salutò con la mano la signora che stava nella hall.

Uscimmo da quell'imponente edificio e l'aria fredda dell'ambiente m'investì il volto.

WINTER'S P.O.V.

Quel ragazzo che, da quanto avevo capito, si chiamava Harry era davvero gentile a portare la mia valigia. Pesava molto perché era piena di libri, assieme a due gonne, due camicie, la biancheria intima, il mio pigiama ed il mio enorme orso di peluche, che in quel momento era schiacciato tra una copia di CimeTempestose ed un'altra di Orgoglio e pregiudizio.

Povero Cioppi.

Non riuscivo a capire perché i genitori si sorprendessero tanto del fatto stesse sorridendo. A guardarlo sembrava passasse la vita a sorridere a tutti.

Raggiungemmo un'auto, che di sicuro costava più del prezzo complessivo tutti i libri che avevo letto in vita mia.

Harry aprì il bagagliaio e vi posò la mia valigia.

Ero tesa come una corda di violino, non avevo idea di come sarebbe stata la mia nuova vita.

Sembrava tutto così nuovo ed interessante. Mi era stato detto che i miei genitori adottivi lavoravano nel governo e che quindi non erano molto presenti a casa, ma allora perchè avevano deciso di adottarmi?

Bonjour, je suis de nouveau ici.

Allora, come sempre scusate gli errori, perchè ci sono di sicuro. Vi chiedo scusa anche perchè il capitolo è piuttosto corto, ma il prossimo sarà sicuramente meglio.

Ah e giusto per avvisarvi, Harry sarà così gentile per ventiquattr'ore massimo... Presto tornerà ad essere come al solito.

Poi, grazie a chi legge, commenta e vota la mia storia.

Ora devo scappare, adieu

- Pygeon xx

Il resto è silenzio (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora