Io ed Harry osservavamo con malinconia le valigie di Larelyn e Dereck, già pronte, appostate vicino all'uscio.
Anche se non li conoscevo molto bene, mi ero affezionata a loro quel tanto da provare tristezza per la loro partenza.
«Avevano detto che avrebbero passato la settimana con noi, ma come al solito se ne devono andare. Non ci sono mai, nemmeno a Natale» mormorò Harry.
Alzai lo sguardo verso di lui, appostato al mio fianco, e vidi il suo sguardo vuoto e rattristito, sembrava che addirittura il perenne scintillio malizioso nei suoi occhi si fosse affievolito.
In un certo senso sapevo cosa si provava e non c'era niente che potessi dire. Anche perché non avrei detto niente comunque.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai forte, per quanto il mio corpo minuto potesse permettermi. In un primo momento il suo corpo s'irrigidì completamente e trattenne il respiro, ma dopo qualche istante si lasciò andare e mi avvolse con le sue possenti braccia.
Ero davvero molto più bassa di lui, sembravo una bambinetta al suo confronto. Non sentii più il pavimento sotto i piedi e capii che mi aveva sollevata leggermente, perché potessi arrivare almeno alla sua spalla.
Inspirai il suo profumo di liquirizia e chiusi gli occhi, perdendomi nel calore del suo corpo. Era così grande che mi faceva sentire al sicuro. Lo conoscevo da qualche ora, eppure avevo la sensazione che con lui niente di male mi sarebbe successo.
«Nessuno mi abbracciava da tanto tempo, sai?» sussurrò tra i miei capelli, distogliendomi dai miei pensieri. Alle sue parole li strinsi ancora più forte, tutti si meritano di essere abbracciati almeno una volta alla settimana. Io abbracciavo mr. Cioppi, quando nessuno abbracciava me.
Mr. Cioppi era il mio confidente. Parlavo solo e solanto con lui dall'età di dieci anni, pochi giorni prima della morte dei miei genitori. Me l'aveva regalato mia mamma ed era la cosa a cui ero più affezionata tra tutte, era quasi una persona. Ma non era caldo come il corpo di Harry in questo momento.
«Siete adorabili» la voce commossa di Laurelyn fu come una scossa, che spezzò l'incantesimo che si era posato su di noi come un lenzuolo.
Harry mi lasciò andare all'istante e fece un passo lontano da me, io guardai il basso, sentendo le guance infuocarsi lentamente.
«Forse la nostra Winter cambierà il mio ometto» sussurrò la donna, avvicinandosi a noi.
Non capivo di cosa stesse parlando, cambiarlo come? Harry a me sembrava perfetto, anche se era un po' chiuso, strafottente ed incline a mettermi in imbarazzo. Alzai lo sguardo verso di lui e lo vidi con il capo rivolto a terra, le mani nelle tasche e la bocca stretta in una linea dura.
«Non sono più così piccolo» asserì.
«Sciocchezze - disse sua madre, sistemandogli i ricci ribelli che gli cadevano sul viso - sei ancora piccolissimo» Harry alzò gli occhi al cielo, ma era palese l'affetto che provava per lei.
«Lo dirai anche quando sarò un vecchietto decrepito, di quelli che camminano a rilento e non sanno trattenere la cacca» borbottò.
Ridacchiai leggermente, attirando il loro sguardo su di me. Laurelyn lasciò andare Harry e si avvicinò a me, prendendomi per le spalle con le sue mani eleganti e curate.
«Mi dispiace davvero tanto non poter rimanere, ma torneremo il prima possibile, promesso.» disse, mi abbracciò, stritolandomi tra le sue braccia e la sua dolce fragranza alla peonia mi invase le narici.
In quel momento apparve Dereck, che in mano stringeva una valigetta nera.
«Dobbiamo andare» vociò, poi si rivolse a noi «Torneremo presto»
«Harry, mi raccomando comportati bene» disse Layrelyn.
«Sì mamma» cantilenò Harry con voce annoiata.
«Tratta bene Winter»
«Sì mamma»
«Non uscire troppo spesso la sera»
«Sì mamma»
«Fai fare a Winter il giro della città e falle vedere dov'è la scuola»
«Si mamma»
«Fai attenzione ai paparazzi ed ai giornalisti»
«Sì mamma»
«Non rispondere "Sì mamma"»
«Sì mamma» cantilenò di nuovo Harry e dal mezzo sorriso sul suo volto si capiva che l'aveva fatto solo per infastidire Laurelyn.
Dereck premette un pulsante vicino alla porta dell'ascensore, che si aprì e porto all'interno le valigie.
Laurelyn lasciò un bacio sulla fronte di Harry, poi si avvicinò a me e mi baciò entrambe le guance.
«Vi vogliamo bene» mormorò con le lacrime agli occhi, prima di sparire dietro alla porta dell'ascensore che si chiudeva.
Chissà per quanto sarebbero stati via.
Harry sospirò e camminò lentamente verso il salone, lo sguardo rivolto al pavimento, le spalle incurvate, le mani nelle tasche.
Lo seguii silenziosa come un'ombra.
«Così siamo soli - proruppe - probabilmente ti annoierai fino a domani, ma per fortuna io ho dei piani»
In realtà io sapevo già cosa fare. Innanzitutto dovevo tirare fuori mr. Cioppi dalla valigia, dove era schiacciato. Poi avevo un'intera stanza pullulante di libri che mi aspettava al piano di sopra.
«No. Non ci pensare nemmeno» asserì il ragazzo, guardandomi serio. Gli lanciai un'occhiata stranita, cosa stava dicendo?
«Hai tutta la vita per leggere quegli stupidi libri. Lo so che stavi pensando a quelli ed io ho il dovere morale d'impedirti passare le ore rinchiusa la sopra»
Lo guardai malamente ed aggrottai le sopracciglia, mettendo su il broncio. Non solo non voleva che leggessi, ma in più aveva definito i libri stupidi. E questo non si fa.
«Non guardarmi così, un giorno mi ringrazierai, andremo a fare un giro in città... E io conosco la persona che fa esattamente al caso nostro»
N.d.A.
Se ne sono andati. Laurelyn e Dereck se ne sono andati. Secondo voi che succederà? E chi sarà 'la persona' di cui Harry parla?
Oh, andiamo sappiamo tutti chi è... In una mia storia non esiste che ci sia Harry e l'altro no ;-)
Mi dispiace per il capitolo corto, ma come il precedente anche questo è solo un capitolo di passaggio, un infatti dal prossimo in poi inizierà la vera e propria storia.
Scusate gli errori, perché ce ne sono, ne sono sicura.
- Pygeon xx
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Il resto è silenzio (SOSPESA)
RomanceHarry. Un ragazzo ricco da far schifo, bello da starci male, ma arrogante e pieno di sé. Tutto ciò che desidera gli viene servito su un piatto d'argento. Ma ci sono cose che i soldi non possono dare. Harry é solo e sa di esserlo. I genitori non ci s...