Quando avevo circa dieci anni, vivevo in un piccolo appartamento con la mia famiglia.
La casa consisteva in una sola camera da letto, la quale era grande ma malridotta, un bagno e un soggiorno striminzito al piano sottostante che fungeva anche da cucina.
Un pomeriggio, mentre ero intento a guardare i passanti alla finestra, vidi sbucare un volto dall'altro lato del vetro.
Quel volto mi sorrideva ampiamente, e giuro di aver notato anche dei canini simili a delle zanne nella sua bocca. La sua faccia era estremamente magra e pallida, ed era l'esatta idea che mi ero fatto dell'inquietudine. I suoi occhi erano neri, cupi, e vedevo riflessa la cattiveria in essi.
Quel volto che mi fissava, era il mio. C'era cattiveria riflessa nei miei occhi.