Capitolo 1

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Il mio pugno chiuso si bloccò a mezz'aria. 

Ma come mi era saltato in mente? 

Potevo farcela anche da sola a pensarci bene. Esatto, ero da sola e potevo farcela.

Sola.

Quel senso di mancanza di un porto sicuro, mi fece battere istintivamente le nocche contro il legno chiaro della porta d'ingresso. 

Drizzai la schiena e mi stampai in faccia il sorriso più falso del mondo, sapendo che non l'avrebbero notato. O almeno lo speravo. Nessuno in fondo mi conosceva meglio di loro due.

Altra gigantesca bugia a me stessa. C'era qualcun'altro, ma era meglio lasciarlo chiuso nel cassetto della mia adolescenza.

La porta si spalancò, rivelando una figura che ben conoscevo. Le sue braccia mi avvolsero prima ancora che avessi il tempo di dire una sola parola. 

Sul momento rimasi bloccata. Nessuno mi abbracciava più da molto tempo, solo cenni di assenso dal personale e strette di mano con i miei... chiamiamoli colleghi.

Il calore emanato da quella stretta mi fece sciogliere come un ghiacciolo al sole. Avvolsi la ragazza a mia volta, crogiolandomi nella sensazione di familiarità.

Quando alla fine feci per tirarmi indietro, la giovane aveva le lacrime agli occhi. Occhi dolci, comprensivi e pieni di gioia per il mio ritorno.

Non meritavo tutto ciò, ma per il momento scelsi di ignorare il mio senso di colpa.

《Sono felice di rivederti B.》

Non teneva più i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, ma sciolti e mossi, e aveva rinunciato ai cardigan rosati; tuttavia nel vestito leggero a fiori e nel trucco acqua e sapone riconoscevo ancora la mia migliore amica. 

《Ne sono felice anche io V.》

Il soprannome mi scaldò il cuore. 

《Scusa il ritardo.》

Sapevamo tutte e due che in questa frase c'erano numerosi significati nascosti.

《Sei qui ora, è questo l'importante. 》

《Entra dai, non vorrai di certo restare lì per tutta la sera! 》

Varcai la soglia e restai piacevolmente stupita. Ignorando le persone che parlavano ad alta voce tra di loro, la casa di Betty e Jughead aveva un che di rilassante, quell'atmosfera da ritrovo di artisti, con un leggero ma percepibile tocco vintage. 

Locandine di vecchi film in bianco e nero tappezzavano le pareti del corridoio, il salotto aveva un'intera parete a libreria e su di essa faceva bella mostra una macchina da scrivere. Era la vista però a togliere il fiato. La portafinestra dava direttamente su un portico in legno da cui si poteva ammirare il fiume, i profili delle montagne e l'ondeggiare degli alberi per la brezza che si era sollevata. Un vero capolavoro.

《Wow B, devo iniziare a lavorare per la polizia se porta ad avere una casa con una vista del genere.》

Lei ridacchiò attaccando il mio soprabito antracite all'appendiabiti.

《Non pagano poi così bene. Tutto merito di Juggy e dell'anticipo sul nuovo libro.》

Ovviamente mi ero tenuta aggiornata sulle vite dei miei ex compagni di disavventure, cercando una via di fuga, almeno mentale, dalla mia. 

Betty era stata assunta come detective per la polizia di Greendale, facendosi riconoscere fin da subito per il suo talento e la sua dedizione, e ora era a capo di una squadra che indagava sugli omicidi irrisolti della città. Neanche tre anni dall'inizio della sua carriera e aveva già archiviato decine di casi.

Thunderstorm || Riverdale Fanfiction Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora