Paura.
La sensazione di paura costantemente. Di non essere al sicuro da nessuna parte. Di poter morire da un momento all'altro.
Ecco cosa Estella provava ogni singolo instante della sua vita. Ogni giorno appena i raggi del sole entravano dalla finestra si svegliava e la provava. Ogni volta che era in giro aveva quella sensazione, ogni volta che era con delle persone, ogni volta che mangiava, ogni volta che si riposava, ma più importante ogni volta che voleva dormire.
Tutto il giorno tutti i giorni li sentiva.
Gli sguardi puntati, i sussurri negli angoli, i passi dietro le spalle, i brividi lungo la spina dorsale.
Ma tutto ciò non era niente alla luce del sole dove tutto è chiaro, dove tutto è sicuro, dove quella leggera patina di vera realtà che lei vedeva era offuscata.
Ma di notte, di notte, senza la luce, la razionalità, si vede tutto per ciò che è realmente.
O almeno per Estella era così.
Tutti lo abbiamo passato, coprirci con il lenzuolo fin sopra la testa e rannicchiarsi per non farsi vedere da loro. Da bambini eravamo attaccati alla realtà, più di quanto pensiamo. Ma sapete come va il mondo, si cresce e si diventa come tutti gli altri.
Ma per Estella non fu così.
Lei li vedeva seriamente e spesso hanno cercato di prenderla, spesso ci sono quasi riusciti, spesso la spaventavano.
Lei aveva ancora paura del buio.
Il giorno per quanto chiaro e luminoso è bugiardo, il sole acceca gli occhi e non lascia vedere la realtà che il buio fa trapelare.
Aveva paura del buio nel suo senso più letterale. Non la paura del ignoto, di ciò che non conosciamo e di altre sciocchezze simili. Estella aveva paura dei mostri che il buio nascondeva.
Lei ha perennemente combattuto contro una fantasia fin troppo reale.
E magari fosse stato solo questo.
Era troppo difficile non mostrare questa paura in pubblico, ogni volta che da piccola dormiva fuori casa, fuori dal suo piccolo posto luminoso e sicuro nel mondo, combatteva per non farsi prendere e dal non sembrare strana. Ogni volta che vedeva un vicolo buio, una stanza non illuminata, quando il sole calava, quando andava via la luce.
Ma alla fine questa è l'unica cosa che la gente si ricorda di Estella.
Nessuno notava i suoi splendidi occhi azzurri, i suoi folti capelli castani Nessuno notava il suo splendido carattere, dolce, gentile, compassionevole, non era capace di fare del male a una mosca.
Nessuno lo faceva, ma tutti notavano la sua paura.
Il risveglio quel giorno fu stranamente tranquillo. Fu svegliata dai sottili raggi di sole che filtravano dalla finestra, non da suo fratello che suona la sua fastidiosa chitarra elettrica alle sei del mattino, non dai suoi che parlavano con una voce fin troppo alta, non dà qualche lungha e sottile dita che le sfiorava l'estremità dei piedi. Sembrava quasi che la vita quel giorno gli avrebbe voluto regalare una giornata normale. Voleva tentare di rigirarsi dall'altra parte come se quel semplice gesto avrebbe potuto far ritardare il momento in cui avrebbe dovuto svolgere i doveri necessari alla sua sopravvivenza, così da poter rimanere ancora a poltrire in quel caldo rifugio al di fuori dal mondo.
Contro la sua volontà mise un solo piede a terra, contò fino a dieci e verificando che niente voleva afferrare il suo piede da sotto il letto, mise a terra anche l'altro.
Si guardò in torno chiedendosi quale significato aveva tutto questo, era veramente costretta a alzarsi e a vivere un altro giorno? Per mantenere quella parvenza, quella speranza di normalità?
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Darkness
FantasíaEstella è una ragazza che a diciassette anni inoltrati ha ancora paura del buio. Destino vuole che guidata dalla luce si perderà nel buio finendo in un mondo fantastico che ha visto la luce del giorno eoni e eoni orosono. Un mondo che vive dipendend...