«INTRODUZIONE»

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Roma, 4 dicembre 2017

Ci ho messo qualche giorno a riprendermi.
Qualche giorno a trovare le parole.
Ho fatto i primi due concerti della mia vita!
E mi sento come shakerata, perché in poche settimane ho vissuto tante emozioni diverse: l'entusiasmo, l'eccitazione, la tensione, l'ansia, la paura di non farcela. Sono confusa, in lotta con il mio cervello che forse non funziona sempre come dovrebbe.
Un anno fa ero tra i banchi di scuola, non quelli dell'alberghiero Gioberti di Trastevere che ho frequentato prima, ma di Amici. Quell'esperienza era iniziata da poco e io non immaginavo certamente che sarebbe successo tutto questo.
Prima di allora nessuno mi conosceva e cantavo solo nella mia cameretta o nei concorsi. Al massimo mi sentivano i parenti, sicuramente quelli che abitano al piano di sotto. (Quanti messaggi di mia cugina: "Fe' dovrei studiare, non è che... " O degli zii alle undici di sera: "Fe', tesoro, vorremmo dormire non è che..." )
E invece l'altra sera erano quasi duemila all'Atlantico di Roma e altrettanti al Fabrique si Milano.
Quando sono salita sul palco, tutte e due le sere, mi sembrava di morire per la tensione che avevo dentro.
Appena ho iniziato a cantare ho dovuto trattenere le lacrime.

Nella platea vi vedevo tutti, uno per uno

Con i vostri striscioni pieni di cuori e i versi delle mie canzoni scritti a carattere cubitali.
Con gli occhi lucidi a sbracciarvi e cantare con tutta la voce che avevate.
" ma com'è possibile" mi sono detta. "Come potete volermi così tanto bene senza nemmeno conoscermi?"
Io me lo chiedo spesso quando incontro voi, i mie fan. Me lo sono chiesta in tutti gli instore. "Ma davvero siete qui per me?"
L'affetto che ricevo mi toglie sempre le parole. Mi manda in confusione e mi riempie di emozioni. Sono tante quelle che provo, dallo stupore a quella più grande, la gratitudine.
Non potrei vivere senza emozionarmi.
Le emozioni possono giocarti brutti scherzi, metterti a nudo di fronte al mondo e farti sentire indifesa. Io sto imparando a non vergognarmene. Prima mi tenevo tutto dentro, cercando di controllare ogni minimo gesto che potesse tradirmi, poi ho capito che piangere non è una vergogna, aprirsi non è una debolezza, e che ho bisogno di parlare di quello che sono e che sento.
Le parole che spesso non riesco a dire a voce per esprimere ciò che provo, le posso scrivere.
Allora adesso cerco di raccontare tutte le emozioni, belle o brutte, provate finora, dall'amore all'odio, dalla felicità alla rabbia, dalla soddisfazione alla gratitudine.... insieme a tutte le altre che magari verranno.

Questo è il dizionario delle mie emozioni. In ordine rigorosamente sparso. O se preferite, confusamente ordinato

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