* [a-mo-re] -> Molto affettuoso e benevole, inclinazione dell'animo verso persona o cosa.
Avevo nove anni quando è iniziata la nostra storia. Prima c'era già stato qualcosa a cui però non avevo dato un nome, poi ho capito che era una bella cotta e dopo ancora che era una cosa seria. Amore vero e infinito. Quello per sempre. Sono innamorata della musica e ho capito che sarà per tutta la vita, che non ci lasceremo mai.
Com'è cominciata non lo so tanto bene. Io e mia sorella Arianna eravamo con mamma e papà in macchina, stavamo andando ad Amatrice dove i nonni paterni hanno una casa perché sono originari di quelle parti. Papà mi aveva fatto un CD con i pezzi di Laura Pausini e io, che li avevo imparati tutti a memoria, come sempre cantavo le sue canzoni a squarciagola, tanto che la voce di Laura non si sentiva nemmeno. Ma nessuno nell'abitacolo della macchina si lamentava. A lamentarsi erano inbece i miei compagni di classe: Ylenia, con cui ho fatto tutte le scuole elementari e medie, ancora se lo ricorda che non stavo mai zitta un secondo e la distraevo in continuazione durante le lezioni. L'unica giustificazione che avevo era l'urgenza....Per me cantare è sempre stata una necessità, il mio modo di parlare, di esprimermi, di dare sfogo alle emozioni, di liberarmi.
È come l'ossigeno e non posso farne a meno. Non mi rendevo neppure conto se fossi intonata o avessi una bella voce. Fu la mamma, quando eravamo in macchina quel giorno, a dirmi: "Perché non prendi lezioni di canto?".
Io nemmeno sapevo che si potesse imparare a cantare e che ci fossero le scuole per questo, ma non ebbi niente da ridire. E anche se non avevo un rapporto splendido con la svuola, i compiti e lo studio, l'idea mi piacque.
Nueve relazioni, nell'amore come nell'amicizia o sul lavoro, non sonon proprio una spada (che a Roma equivale a dire che non ci sai fare molto fare) e ci metto un bel po' prima di sentirmi a mio agio; perciò ero un po' agitata la prima volta che entrai alla Stemma Music Academg fi Roma, zono Boccea Casalotti, la scuola di musica che si trovava a cinque minuti da casa e che da allora è stata un punto di riferimento fisso della mia vita. Non sapevo cosa aspettarmi: come sarebbe stato il mio maestro? Gentile come la maestra Bruna oppure severo? Mi avrebbe interrogato come a scuola? Che ansia...
Il mio primo insegnante fi canto fi Federico Paciotti, che con il classico corpo docente della scuola italiana non ha davvero nulla a che fare. Ero piccola, ma lo capii subito. Non che questo mi facesse stare più serena, perché comunque fino a quel momento avevo sempre e solo cantato davanti a mamma, papà, Arianna e qualche parente.
Federico mi chiese se avevo una canzone che mi piaceva e che volevo fare con lui. Se c'è già una domanda che ancora pggi mi mette proprio in crisi riguarda proprio la mia musica e i miei artisti preferiti: il panorama è così ampio e io sento di non averlo esplorato ancora a sufficienza per rispondere in modo sicuro e definitivo. A Federico furfugliai i nomi di Laura Pausini, Giorgia e Tiziano Ferro...e dopo un attimo mi trovai a fare SERE accompagnata dalla sua chitarra. Prima non avevo mai neppure cantato du una base e mi sembrò semplicemente fighissimo.
Questo è il momento in cui si sprecano commenti del tipo:"Capimmo subito che Federica aveva qualcosa dentro, che aveva un talento". Se anche si sprecarono, non lo vennero a dire a me, ma un fatto è certo: continuai con le lezioni. Non smisi nemmeno quando a casa ci furono delle difficoltà economiche serie e papà, dispiaciutissimo, mi fisse che avrei dovuto rinunciare. Non so di preciso quali accordi furono presi con la scuola e con Federico, ma nessuno voleva che io mollassi e il modo di andare avanti evidentemente si trovò. Immaginavo che qualcuno avesse dovuto fare delle rinunce e tra questi hk sempre sospettato che ci fosse Federico Paciotti, che da allora rientra nella mia speciale categoria di persone buone cui essere esternamente grata.
A nove anni non pensavo assolutamente che fare la cantante potesse rientrare nel mio destino: forse lo aveva pensato papà, che è da sempre il mio supporter più grande, ma non io.
Io sono stata sempre troppo timida e insicura per permettermi anche di sognarla una cosa del genere, e infatti quando papà mi spronava a fare di più, a impegnarmi, a sfruttare meglio il mio potenziale, a cantre nei concorsi o in pubblico, mi prendeva l'ansia e la voglia di fare tutto il contrario.
Ci sono persone che più cerchi di imporre una cosa e più vanno nella direzione opposta, ostinata e contraria, anche solo per farti un dispetto.
Ecco, io faccio parte di questo tipo di persone. Vuoi per non darla vinta a papà, vuoi per paura del giudizio degli altri, pur avendo una grande passione per il canto non mi impegnavo mai abbastanza o non tanto quanto lui desiderasse. Ero piccola, però, e oltre il canto, il quale si aggiunsero poi le lezioni di pianoforte, volevo giocare e stare con le mie amichette.
Da qui a scoprire che amavo la musica e che non avrei più potuto farne a meno sono passati quasi 10 anni. Ero in Sardegna e stefano, il direttore della Stemma che oggi è il mio manager, mi disse al telefono: "Perché non fai i provini di Amici?"
Me la butto lì come se fosse una tra le mille cose da dirmi quel giorno ( mi conosci molto bene sapeva che se avesse usato un approccio più forte, avrei detto subito di no).
"Ste, quando torno a Roma vediamo, perché non lo so, non me la sento... dai, vediamo" mi venne da rispondergli.
Io ovviamente talent ci avevo pensato un miliardo di volte, ma immeditamente dopo essermi fatta i miei film in testa ed essermi vista ai provini e magari addirittura dentro al programma, ritornava la realtà dicendomi: "Fe, ma ti pare ma manco ti pigliano!". Negativa come sempre, come tristezza Inside Out.Ero molto combattuta tra la voglia di provare la paura di non farcela.
Perché io alla fine cosa avevo fatto per dimostrare di tutta la mia passione, tutto il mio amore?
Poco, secondo me, troppo poco.
Soprattutto a paragone di artisti che a questo mestiere danno ogni secondo del loro tempo e lo dimostrano con la loro bravura e con ľimmensa cultura musicale che hanno. Io invece mi sentivo di non aver amato la musica come si meritava; se lo avessi fatto con costanza e impegno come mi "suggeriva" papà, a 17 anni avrei avuto una capoccia così, sarei stata il doppio più convinta perché forte del doppio delle coscienze, sarei stata una persona completamente diversa.
Il problema vero è che io mi sminuisco sempre molto.
A guardare i fatti con più obiettività, a cosa mi ero dedicata negli ultimi anni? Al canta il pianoforte, soltanto a quello.
Ero sempre rimasta fedele alla musica, non mi ero fatta affascinare da altro, mai praticato uno sport per dire.
Quando tornai a roma, mi misi al piano.
Sentivo una forza grande dentro, un amore smisurato. E fu così che composi la mia prima canzone in inglese, e per la prima volta feci sentire un brano Stefano senza mettere le mani avanti dicendogli che era una cosa improvvisata, che era un po' così, magari una cavolata ( è una cosa che faccio spesso nella speranza che il giudizio sia più clemente e non mi massacri).
"Ste, Questa canzone mi piace un sacco, la vorrei portare ai provini" gli dissi, senza aggiungere nient'altro, perché ero davvero convinta.
"Bella Fe', mi piace un sacco anche a me" mi disse Stefano. Così decisi di tentare.Là ho capito che era amore vero, perché se non era amore vero, quello che ti dà anche il coraggio e la voglia di buttarti, io e provini di amici non li avrei fatti mai!
L'amore e costanza, impegno, forza, carica positiva e molte altre cose che è difficile spiegare alla mia età come a 40 anni. Adesso sono sicura di amare la musica virgola mentre non penso di essermi mai innamorata di una persona finora, anche se qualche volta ho detto "ti amo" anch'io. L'ho detto forse il ragazzo sbagliato, quello che era diventata una fissazione perché non mi stava dando tutto ciò che volevo, a quello che poi ho lasciato perché tra noi c'era un rapporto malato, quello che poi ho scoperto essere troppo geloso, quello che magari mi aveva illuso semplicemente perché un bacio è per lui era nulla e per me invece era tutto. Mi è successo di ricevere una botta in piena faccia in pieno cuore dalla persona che mi ha fatto stare meglio è peggio di tutte nella mia vita. Come spesso accade, quello che non puoi avere diventa la tua inutile ossessione. E anche io mi ci sono persa, finché non aperto gli occhi scoprendo che c'era una persona che mi amava per davvero e non era poi tanto lontana da me.
Insomma, ci sono stati ragazzi che mi hanno fatto soffrire, e forse anche io ho fatto soffrire qualcuno, ma quando ho lasciato l'ho fatto sempre con una dolcezza che non potesse in alcun modo dare spazio all'astio, alla cattiveria o, peggio, all'odio.
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Mai così felice💭
Fanfic[ LIBRO DI FEDERICA CARTA ] · Ho pensato di mettere qui su wattpad il libro di Federica per chi non ce l'avesse