primo giorno

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Il primo giorno è tutta una corsa. Una corsa per non arrivare in ritardo, una corsa per assicurarsi il posto migliore...a me correre non è mai piaciuto, neanche un po'! Eppure eccomi qua, a fare come le super fighette a cercarmi un posto in fondo all'aula (lo trovo a metà) e a sperare di avere vicino qualcuno di simpatico (mi ritrovo vicino all'unico maschio di tutta la classe che si mette a insultare il mio bellissimo vestito old fashion).
Durante questa corsa ho finalmente capito il significato della frase "In bacio a chi mi ama e due a chi mi odia". Non ci avrei mai pensato se il tipo, il mio compagno di classe, Erik, non mi avesse insultato per i miei vestiti. Va bene che sapevo che vestirsi così il mio primo giorno di superiori era un rischio ma c'era bisogno di essere tanto crudeli?! In quel momento volevo solo prenderlo a pugni, ma mi sono ricordata del mio proposito di essere superiore a queste cose. E allora mi è venuto in mente che poteva essere proprio questa la risposta.
"Puttana" bisbiglia Erik "di vede benissimo che ti sei vestita così per fare colpo su di me, ma ti è andata male. Sono fidanzato!" Sto per spaccargli la faccia. La mia seconda opzione, usare la diplomazia, sembra un'alternativa migliore...peccato! "Mi dispiace deluderti" (ok, non volevo sembrare troppo diplomatica) "ma mi sono vestita così perché questo vestito mi piace e di cosa provi tu verso chi non me ne può fregar di meno"
Lo ammetto mi sono seduta vicino a lui apposta. Sapevo benissimo che era fidanzato ma speravo di trovare in lui un'amico...di solito le amicizie con i ragazzi sono migliori di quelle con le ragazze, ma a quanto pare ho scelto male...complimenti Noemi! Sei proprio un genio!
Il resto della giornata continua più o meno allo stesso modo. L'intervallo lo passo in classe e esco dall'aula prima di tutti non appena la prof ci da il permesso. Non volevo rischiare di dover parlare con qualche ragazza della mia nuova classe. È passato un giorno e già mia hanno bollata come quella da odiare a vita. Certe volte vorrei non desiderare fare un lavoro in cui serve la laurea...
Arrivata a casa mi devo sorbire per tutto il pranzo i miei fratelli che parlano PER TUTTO IL TEMPO di quanto è stato fantastico il loro primo giorno di scuola.
"...e poi l'Alessia mi ha chiesto se volevo sedermi vicino a lei" dice mio fratello Raffaele prima di essere interrotto malamente da Gioia (che di gioioso ha solo il nome) che urla "Eh però, stavo parlando prima io"
A questo punto me la svigno come al solito: non ho nessuna intenzione di trovarmi in mezzo a una loro litigata. Con mia mamma dico che devo fare dei compiti, ma prima di farlo passo una buona mezz'ora del mio tempo per scrivere nel mio Diario delle lettere mai spedite. In queste lettere scrivo tutto quello che non ho il coraggio di dire in faccia a una persona. Spero solo che nessuno lo trovi mai. 

Passo tutto il pomeriggio a studiare e a leggere. Non ho proprio voglia di andare a fare una passeggiata o cose del genere. Anche perchè da sola mi annoierei. E non ho nessuno con cui andarci.

"E invece a te Noemi com'è andato il primo giorno di superiori?" Sono a cena e mio babbo, che ha appena ascoltato il primo giorno dei miei tre fratelli in età di scuola (Raffaele, Gioia, e Mariasole) mi fa questa domanda, a cui preferirei non dover rispondere con una bugia, cosa che invece faccio. "Allora, mi sono dovuta sedere vicino ad Erik, che è simpatico, poi durante merenda sono andata a fare un giro per il mio piano con qualche compagna e infine ho incontrato nell'autobus Alexandra con cui ho parlato di come farà adesso lei senza di me che gli spiego (e faccio) i compiti di religione." Questo è quello che gli dico e a parte la mia conversazione con Alexsandra (che è durata 5 minuti al massimo) e tutto pura fantasia. Però non me la sento di distruggere così la sua speranza di vedermi fare le superiori felice. Non subito, almeno. Magari è stata solo una giornata no...

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