The Groom

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La buia stanza di quell'infernale centro psichiatrico era così fredda e vuota. Innumerevoli toppe in stoffa giacevano sul pavimento. Dei manichini - alcuni in piedi ed altri a terra - rendevano quel posto ancora più caotico e disperato; praticamente invivibile. Molte macchie di sangue sporcavano il pavimento, creando uno spiacevole e fastidioso odore, che solo una persona con uno stomaco di ferro sarebbe riuscita a sopportare. Molte sedie ed alcuni tavoli giacevano ribaltati a terra; i pochi rimasti cullavano su di sé molte armi ed arnesi taglienti - tutti quanti sporchi di sangue. Solo una fioca e flebile luce illuminava quel terribile posto, poggiandosi proprio sulla sagoma dell'unica vita presente al suo interno. Era impossibile definirlo umano: non aveva piú nulla che lo rendesse tale. Il rumore dei suoi singhiozzi era facilmente udibile, nonostante egli stesse cercando disperatamente di soffocarli il più possibile. Delle grandi mani, anch'esse macchiate di quel liquido rosso scarlatto, coprivano gran parte del viso del possente uomo dagli occhi azzurri, ormai rovinati dal sangue, presente anche sopra essi, che era venuto fuori durante uno dei tanti ed insani esperimenti dei pazzi della Murkoff. Mugugnava qualcosa di incomprensibile. L'immagine del suo corpo muscoloso, abbellito da uno splendido abito da sposo, poggiato in posizione sofferente sul bordo di un tavolo di legna, avrebbe sconsolato chiunque. I suoi capelli, che erano sempre ben tenuti ed ordinati, erano insolitamente arruffati e con qualche ciuffo fuori posto, esattamente come il suo papillon. Sembrava davvero uno sposo abbandonato davanti l'altare proprio nel fatidico momento della cerimonia, quando la sua futura moglie avrebbe dovuto rispondere con un semplice, ma importante, "Lo voglio". Ma quella donna, invece, scappò. Non lo voleva, non voleva assolutamente sposarlo. E l'uomo iniziò ad urlare, imprecare e piangere di dolore, finendo con uccidere tutti i presenti, macchiandosi del loro stesso sangue e giacendo sull'altare ormai da solo e con il morale distrutto. Quella era, piú o meno, la situazione nella quale Eddie Gluskin si trovava quella notte: l'ennesima ragazza, e futura vittima, che era riuscito a catturare, corse via durante la "cerimonia", sfuggendo dalle grinfie dello sposo. Eddie non riuscì mai a prenderla: ella preferì morire buttandosi da una finestra, sbattendo la testa contro una roccia e morendo sul colpo. Con ormai la furia alle stelle, Eddie iniziò a colpire ed accoltellare tutti i corpi ed i manichini presenti nella stanza, che lui medesimo mise lì per l'occasione. Si macchiò del sangue dei corpi non imbalsamati, poi, con ormai il cuore infranto, si poggiò sul bordo del tavolo, iniziando a singhiozzare disperato. Mai nessunò riuscì ad udire il suo pianto angosciante, se non i cadaveri di tutte le persone che lui stesso aveva ucciso.

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