Ricomincia settembre.
L'estate se ne va, portandosi via la spensieratezza.
Lascia spazio all'autunno. Le foglie che cadono, la pioggia fredda e umida, le giornate chiusa in casa con una tazza di tè fumante tra le mani. Gli abiti pesanti, le coperte, i termosifoni sempre accesi.
Ritornano anche i pensieri lasciati a giugno.
Ritorna la paura, di tutto e di niente. Paura di fallire, paura di nuovi inizi, nuovi orizzonti e nuove mete. Paura di ritornare alla vita di tutti i giorni, paura di non essere mai abbastanza. Paura di non farcela. Paura di cadere e non sapersi più rialzare. Paura di deludere, ma anche di essere delusa e di rimanere sola.
Ho paura di vivere. Vivere in questo modo mi spaventa. Perché posso uccidermi con le mie stesse mani da un momento all'altro.
Nei libri più belli in autunno ritornano alla vita di tutti i giorni come se niente fosse, come se si passasse solo dalla domenica al lunedì, senza pensieri, perché prima o poi ritornerà la spensieratezza. Se fa freddo, ci si ritrova tutti insieme sul divano con le coperte, si guarda un film e ci si diverte in casa.
Ma i libri non hanno mai presentato davvero la realtà.
Se fa freddo, cerco una felpa, che con ogni probabilità sarà vecchia ed enorme perché di qualcun altro. Non ho nessuno con cui coprirmi sul divano e condividere qualche attimo e guardare magari la televisione o semplicemente parlare del più e del meno, o coccolarci a vicenda scaldandoci, mentre fuori piove e fa freddo. Sono sola. Su un divano, a fissare il vuoto e a litigare con i miei demoni, che non mi hanno mai abbandonata. Mi uccideranno, lo so. Quando pioverà, sentirò il freddo fino alle ossa, e non potrò riscaldarmi vicino ad un camino o ad un termosifone. Le mie mani gelide asciugheranno da sole le lacrime calde che mi righeranno il volto. I miei piedi percorreranno miglia e miglia completamente da sola. E un giorno cederanno. L'unione fa la forza, e io sono sola.
Calpesterò migliaia di foglie secche, bagnandole di tanto in tanto con qualche lacrima, il volto chino a guardare i miei stessi passi. Nessun volto incrocerà il mio, pallido, quasi rovinato. Le labbra viola e screpolate, gli occhi infossati tra due occhiaie. La mia voce sarà graffiata dal pianto e dalla malinconia. E mi dispiace. Mi dispiace, sono sbagliata e indesiderata, ma sono io.E non cambierò.
Anche questo autunno camminerò da sola,
piangerò da sola,
mi riscalderò da sola.
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Diario di bordo di una ragazza invisibile.
Short StoryPensieri che divorano l'anima e frantumano il cuore