Primo giorno di scuola

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Ricomincia un altro anno scolastico.
Il primo giorno è andato. Anche abbastanza bene, direi.
D'altronde, ho rivisto amici e amiche che non vedevo da giugno, li ho riabbracciati, e ho sorriso. Sorrisi finti, come sempre. Sembra quasi che io sia come chiusa in una bolla e viva nel mondo, ma non mi senta parte di esso. Mi sento assente, come se fossi un fantasma, invisibile. Impercettibile. Inesistente.
Eppure ho sorriso, ho riso e scherzato.
Ma non ero felice.
È come se quando ho l'occasione di essere felice e di sorridere, quando poi lo faccio, mi sembra di non averlo fatto. Mi sembra di aver perso tempo.
I miei professori, al corrente del mio stato psichico, mi hanno chiesto come stessi, e gli ho risposto con la solita risposta, il solito sorriso, la solita menzogna.
Mi dispiace.
Vorrei poter essere felice.
Vorrei poter abbattere i muri che mi sono costruita da sola con queste maledettissime mani, vorrei poterne uscire.
Vorrei poter essere forte abbastanza da dimostrare al mondo quanto valgo.
Mentre invece mi rintano nel buio della mia cinta di mura. Da sola. Con i miei demoni, i miei pensieri, i miei dubbi, le mie ansie.
Ogni giorno la stessa storia: una volta messo piede fuori di casa bisogna affrontare tutto al meglio. O almeno provarci.
È questo ciò che mi abbatte di più: il fatto che, pur provandoci un'infinità di volte, io abbia fallito sempre.
Sono un fallimento. Ma va bene così.

Diario di bordo di una ragazza invisibile.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora