L'INIZIO

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FAN FICTION scritta da Charlie (me) e Sophia Santiago, che vi auguriamo una buona lettura! (Diòs!, cit.)


L'INIZIO

Il suono della campanella risuonò come una benedizione alle orecchie degli studenti del secondo anno. Nella classe, due ragazzi si alzarono dagli ultimi banchi. Erano Charlie e Sophia che furono richiamati dalla voce di una compagna poche file più avanti. Questa si chiamava Mildred e, mentre i primi due alzavano gli occhi al cielo sbuffando, l'esuberante compagna si avvicinava con un'andatura barcollante. 

«Ehi, amici!»

Il ragazzo scosse la testa di capelli neri e, senza nascondere un'espressione infastidita, le fece un breve cenno e cercò di seguire Sophia che si stava già velocemente incamminando verso l'uscita dell'aula, ma Mildred gli si parò davanti e il ragazzo poté così osservare gli occhi dalle pupille spalancate e il sorriso leggermente ebete.

 «Venite anche voi a fare un giro, dai!»

Charlie cercò con lo sguardo Sophia, che stava in attesa vicino all'uscita e che alzò le spalle con rassegnazione.

«Se proprio vuoi...» Rispose lui, mentre Mildred si voltava e si incamminava verso il corridoio, dovendosi appoggiare ad un banco per non cadere in quanto stava inciampando tra i suoi stessi piedi.  


Sophia si scansò per far passare la ragazza, tornando al fianco di Charlie mentre si scambiarono un'occhiata inequivocabile che trapelava irriverenza verso Mildred.

«Due mesi fa non era ridotta così male...» Sussurrò Sophia al ragazzo.

«Eh, neuroni e droga non vanno molto d'accordo.» Ribatté lui.

Nel frattempo, Mildred camminava spedita qualche passo più avanti e i tre ragazzi uscirono dalla scuola, immergendosi nel solito traffico cittadino nel quartiere di Brooklyn.

Charlie e Sophia, che se ne stavano sempre a qualche metro di distanza dall'altra, iniziarono a parlottare tra di loro e si dovettero improvvisamente fermare in quanto Mildred si era bloccata e Charlie dovette scansarsi di fretta per evitare un gomito di Mildred nelle costole in quanto questa si era voltata di botto.

Sophia alzò leggermente le sopracciglia, fissando Mildred che se ne stava ferma. «Quindi?» Le domandò.

«Aspettate qui, devo andare a fare uno sbatti.»  Così detto, Mildred si allontanò verso un vicolo, lasciando gli altri due a scambiarsi occhiate infastidite.

«Beh, che facciamo? L'aspettiamo davvero?» Chiese Charlie all'amica, che fissava il punto del vicolo nel quale Mildred era sparita.

«Stai scherzando? Dai, vieni, andiamo alla metro.»

 Rispose lei, avviandosi dal lato opposto ma bloccata dall'urto con un passante.


«Guarda dove cazzo vai!» Esclamò la ragazza, stroncata però dalla risposta del bizzarro ragazzo, che rispose: «Wow che linguaggio, biscottino!»

Dopo questa sua uscita, lo stravagante passeggero se ne andò, mentre Charlie prese per un braccio Sophia e le disse: «Ma hai visto anche tu i suoi occhi? Lo sai che noi possiamo vedere cose che altri non vedono!»

«Io l'ho visto bene, ma è lui che dovrebbe andare a fare un controllo oculistico!» Rispose lei a denti stretti.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e sorrise all'amica, che riprese ilsuo solito umore. Infine, i due si incamminarono verso la prima entrata dellametro e aspettarono il treno per tornare nelle rispettive abitazioni: Sophiaabitava in un appartamento con la madre non lontano dall'orfanotrofio doveinvece viveva Charlie, che aveva perso i genitori da piccolo e di cui nonparlava spesso. Una volta tornati insuperficie, i ragazzi si divisero, salutandosi.    

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