ᴅʀᴇᴀᴍ.
ℛW"e come quel pianoforte a coda,
Quello dove i tuoi arti
accarezzavano i tasti,
Il mio cuore era arso dal fuoco"Alla dolce età di ventuno anni, il cuore di una donna ,troppo fragile per essere di questo crudele mondo, era distrutto.
I frammenti d'animo buttati sul pavimento,rotti come i suoi occhi troppo vacanti di gioia e troppo zeppi di un dolore lancinante alle iridi.
La mancanza tentava di colmarla con labbra al sapore di zucchero,occhi dalla vista di caffè e le baffi di una dolce schiuma di latte.
La colazione della ragazza difronte a lei sembrava così invitante,ma lo zucchero gli ricordava lei,il caffè le faceva schifo e la schiuma veniva rigettata quasi subito da conati di vomito, così come il resto.
Il carnato pallido del locale al centro di Londra,a Trafalgar Square, assomigliava al suo.
Il corpo scarno poi,imbottito da vestiti neri ,intrisi della malinconia troppo elevata di una tristezza infinita,per nasconderlo dalle attenzioni di una madre troppo esagerata e dalle confetture al sapore di rose e pesche della nonna.
Tra le siepi,labirinti interi nei giardini di Londra,colse una rosa le cui spine giungevano fino ai petali.
Petali di velluto come le labbra della sua amata.
Labbra di velluto.
L'aveva tenuta stretta come si tiene la vita,nel suo pugno, tra il suo corpo esile e rotto e si era macchiata il cappotto troppo chiaro per nascondere il colore di un rosso ferroso.
Danza di sangue,giri troppo percipienti e ricordi cosparsi di tenere spine, troppo giovani e troppo forti per essere tolte ed estirpate dalla scatola cranica.
L'aria fredda pungeva sulla ferita aperta,nelle falangi affusolate,tra le venature Delle dita che costituivano le cosiddette impronte digitali e sui palmi,una sensazione troppo fastidiosa come il fumo di una sigaretta svuotata sul volto di un estraneo appena passi per strada lasciando la mano al vento.
Passi:passo destro,passo sinistro,ripetizione,sempre così.
Le cuffie nere nelle orecchie mentre le playlist piene di note tristi e malinconiche su Spotify iniziavano rendendo l'aria terribilmente soffocante.
La porta spalancata,le scarpe rosse e troppo alte lasciate sul parquet di legno lucido,la porta richiusa debolmente con la paura di rompere ogni cosa;da sé stessa al vaso della nonna appoggiato all'ingresso.
Ogni cosa le sembrava così dannatamente fragile e sull' orlo della rattura,un pò come il suo cuore.
Faceva quasi ridere.
L'ironia nei gesti di una giovane donna che sentiva la mancanza di un'altra ragazza,una dai tocchi delicati e gentili,dai tratti asiatici e neozelandesi,l'animo sorridente e l'epidermide come petali di mille rose schiacciate.
Le rose le ricordavano lei.
Quelle rosse le rimembravano i suoi capelli,quelle rosa antico la sua pelle,quelle scure i suo occhi.
Usciva dalla sua dimora,passeggiava per strada e tutto sembrava farsi beffa di lei.
Nelle vetrate dei negozi di moda ci vedeva lei,sorridente,nelle pozzanghere osservava ricordi ormai bruciati,gli angoli della strada erano come il suo amore messo in quegli attimi.
Lalisa sprofondava tra le pieghe del divano dai cuscini rovinati dall' era passata,i '90, e la domanda si riponeva per la millesima volta,che senso aveva vivere senza di lei?
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мυғғιn al caғғé ᴄʜᴀᴇʟɪsᴀ
RandomIo sono una schifosa realista mentre tu eri una fantastica sognatrice.