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1214 giorni dopo.

"Giosuè "

Apro gli occhi di scatto, respirando a fatica, mi asciugo la fronte completamente imbrattata di sudore con il dorso della mano.


Il sole irrompe nelle stanza tra i buchi delle tapparelle.

Ispiro ed espiro provando a mantenere la calma.

'E' solo un sogno', mi ripeto.

L'ennesimo.

Mi butto sui cuscini e sento la canottiera incollarsi alla mia schiena per via del sudore, storco il naso.

Mi alzo immediatamente e salto giù dal letto.

La prima cosa che vedo sono i libri sulla scrivania, implorano di essere aperti, ma distolgo subito lo sguardo; è estate.

E' estate ma ho la sessione estiva, questo non è importante però.

Scuoto leggermente la testa, come per mandare via questi pensieri fastidiosi.

Prendo un paio di pantaloncini corti, una maglietta rigata, l'intimo e corro letteralmente in bagno.

Dopo una doccia frettolosa, come mio solito, mi dirigo verso la cucina con l'asciugamano sui capelli.

Mia madre, una donna sulla quarantina è intenta a guardare la tv mentre  taglia una pesca in piccoli pezzi, sicuramente per la solita macedonia che prepara la domenica mattina.

"Buongiorno Rebbi " dice

"Giorno" rispondo prendendo la sua tazzina di caffè

"Come stai?" mi chiede sempre con gli occhi incollati alla tv

"Non so.. ho dormito un pò-"

"Ehi ma questi ragazzi non sono quelli che venivano a scuola con te?"

'Octo , il duo Romano più discusso del momento sta letteralmente distruggendo tutte le classifiche techno ed è primo nella classifica Techno  2018 di Spotify e Itunes.'


Il cuore prende a battermi rapido nel petto e appena appare lui sullo schermo mi cade la tazzina dalle mani.

'Allora membro fondatore di questo duo, Giosuè vero? '

'si'

'Come vi sentite dopo tutti questi successi improvvisi? Tra l'altro è ufficialmente iniziata l'estate, immagino voi siate piuttosto richiesti nelle discoteche e serate varie, mi sbaglio?'

'No' sorride quasi in imbarazzo ' non ti sbagli, siamo grati alle persone che ci seguono e niente, ci vediamo presto'

'Sei un tipo di poche parole, preferisci agire con la musica'

'I gesti valgono più delle parole, diceva una mia vecchia conoscenza' dice sorridendo

"Rebecca sei ancora qui o sei partita per Ibizia? Raccogli i cocci e spiegami che ti è accaduto, hai per caso le mani di margarina stamani?" chiede mia madre

Riprendo fiato e mi abbasso per prendere i cocci dal pavimento, li guardo mentre li prendo uno ad uno, somigliano al mio cuore.

Respiro a fatica, l'aria sembra non riuscire ad irrompere nelle mie cavità più nascoste all'occhio umano, non riesce ad arrivare dove fa più male.

"Reb"
Alzo lo sguardo e trovo quello di mia madre pronto ad indagare, pronto a fare domande e mi affretto a distoglierlo.

Non ho voglia.
Non ho voglia di dare risposte a nessuno, perché a me le risposte sono state negate.

"Cos'hai?"
La sua voce docile, la stessa che mi canticchiava la ninna nanna ogni sera, irrompe nelle orecchie fino ad arrivare ai cocci del mio cuore.

Mi alzo da terra con la mano a coppa piena zeppa di ciò che è rimasto della tazzina.

Faccio per uscire sul balcone per buttare i cocci e per respirare un po' di aria pulita, però mia madre mi viene incontro facendo il giro dell'isola posta al centro della capiente cucina.

"Rebbi"
Cerca il mio sguardo e , quando lo trova, sembra leggermi dentro.

È una reazione istantanea, mi si riempiono gli occhi di ricordi e i brividi prendono ad impossessarsi della cute, partendo dal capo ed arrivando fino alla punta dei piedi.

"Tranquilla" mi sussurra
Butta le sue braccia attorno al mio corpo minuto e mi stringe, mi stringe disperatamente.
"La mamma è qui con te"
Le lacrime non scendono, implorano di farlo, ma non riescono a fuoriuscire dagli occhi.
Le mie iridi color speranza si appannano e non sento niente, niente.
Le sue braccia continuano a stringermi e io stringo nello stesso modo i cocci della tazzina.

Mi scordo di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora