Quella mattina Alice si era alzata presto, nonostante non avesse dormito molto.

Era rimasta a letto nel tentativo di riaddormentarsi, dato che si sentiva molto stanca.

Si era svegliata nel cuore della notte dopo aver fatto il suo solito incubo.

In realtà non sapeva neppure come chiamarlo, faceva quel sogno da quando aveva 7 anni.

Non la spaventava, ormai si era abituata, ma si svegliava sempre sudata, con una grande sensazione di angoscia insieme a un vuoto che le divorava il petto, come se avesse nostalgia di casa, di un luogo in cui si sentiva al sicuro e di qualcuno, qualcuno a cui teneva più di ogni altra cosa.

Poi pensava al suo papà, che quando da piccola si svegliava nel cuore della notte, veniva a rassicurarla e la faceva addormentare.

Da quando aveva preso il comando dell'attività commerciale che era stata di suo padre era davvero molto impegnata, ma per fortuna quella mattina avrebbe potuto riposarsi, mentre più tardi avrebbe dovuto incontrare un nuovo imprenditore americano.

Sua madre non era a casa, era partita il giorno precedente per andare a fare visita a una vecchia amica e sarebbe rimasta fuori città per qualche giorno. Alice era sola in casa, ma non le dava particolare fastidio.

Anche quando c'era la madre, le sembrava di stare sola perché lei non la comprendeva ed era sempre così distante.

Quella mattina se l'era presa comoda, aveva fatto un bagno caldo per rilassarsi e cominciare meglio la giornata.

Si era vestita in fretta indossando il suo abito preferito: azzurro, di seta, con piccoli ricami più scuri nella parte superiore.

Aveva fatto colazione con calma, gustandosi a pieno il suo porrige. Subito dopo aveva afferrato il suo libro preferito ed era scappata fuori casa.

Dopo dieci minuti a piedi era finalmente arrivata ad Hyde Park, da qualche anno era diventato il suo posto preferito.

Le piaceva perché poteva sedersi con tranquillità su una delle tante panchine nascosta in mezzo al verde e sprofondare nel suo libro, sfuggendo alla realtà e a tutti i pensieri e le preoccupazioni che la assillavano.

Quella mattina il paesaggio era particolarmente deserto, probabilmente per il cielo che si stava coprendo di nuvole nere.

Alice ne aveva approfittato per avere un po' di tranquillità e aveva cominciato a leggere il suo libro, prendendo una grande boccata dell'aria frizzante tipica di una giornata londinese.

Erano passati più o meno venti minuti, ma Alice non riusciva proprio a concentrarsi, c'era davvero qualcosa di strano in quella mattina.

Aveva chiuso il libro e si era messa ad osservare il paesaggio per cercare di schiarirsi le idee.

Proprio in quel momento aveva scorto una piccola macchietta bianca tra alcuni alberi poco più in là e aveva iniziato ad osservarla con attenzione.

Le sembrava un coniglio ma non ne era sicura.

Non era il primo animale selvatico che vedeva, ad Hyde Park erano molto frequenti, ma questo le dava una strana sensazione.

Le era sembrato addirittura che avesse un orologio, ma proprio in quel momento il coniglio era scappato tra gli alberi.

Alice si era alzata, abbandonando il suo libro e aveva preso a seguirlo, mossa da una irrefrenabile voglia di scoprire di cosa si trattasse.

Aveva la sensazione che seguendo quel coniglio avrebbe avuto tutte le risposte che cercava, il che era davvero assurdo perché di certo non è un coniglio in un parco a rivelarti il senso dalla vita.

Ma questo non le importava, così si era messa a correre, correva come non aveva fatto in vita sua, correva tra gli alberi di Hyde Park, con i rami che si impigliavano nei capelli, correva per arrivare a quel coniglio misterioso che sapeva di conoscere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2018 ⏰

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