Ci sono molte cose che ricordo. Momenti, emozioni, parole. Ognuno di questi ricordi ha una sua specifica, delicatissima importanza. Eppure, innegabilmente, ce ne sono alcuni diversi dagli altri: ti entrano dentro, a volte come un dolcissimo calore, altre come la più affilata delle lame, e diventano parte di te, del tuo sangue, della tua pelle, dei tuoi occhi e delle tue parole. Del tuo corpo e della tua anima. Ciò che vi sto per raccontare è una piccolissima parte di questo immenso insieme di ricordi. Ma non abbastanza piccola da impedirmi di uscire dal mio minuscolo, meraviglioso mondo, alla volta di una dimensione diversa e nuova, crudele ed eccitante al tempo stesso: la realtà. Mi chiamo Rosa, ho 16 anni. E questa è la mia storia.
Ascolto il mare. Lo guardo, lo sento che mi parla. La bassa marea e quella brezza leggera che ti punge un po' il naso mi cullano come una bambina. Niente riesce a calmarmi come il mare al tramonto. Non appena mi siedo, la schiena appoggiata alla roccia e i piedi completamente immersi nella sabbia, il respiro affannoso si calma, il mio cuore smette di battere all'impazzata e ritorno a vederci bene. Vengo sempre qui, quando ho una crisi. Non so bene come definirla altrimenti, anche se so che questa parola, "crisi", non basta. Succedono una serie di cose molto strane, illogiche: quasi per caso, di passaggio, capito davanti ad uno specchio, uno specchio che mi permetta di vedermi tutta, dalla testa ai piedi. E rimango immobile, catturata da questa immagine così familiare e misteriosa al tempo stesso. Non mi piace ciò che vedo. Muovo piano la testa, di lato, per vedere se cambia qualcosa. Ma è peggio. Comincio a toccarmi. C'è del grasso sui fianchi, come mai? Due giorni fa ce n'era meno...è sicuramente stata la piadina con crudo e mozzarella di ieri sera. Dio, sapevo che non avrei dovuto mangiarla! E quelle cosce?? Da quando si toccano?! Sono un disastro. La gola mi si chiude e la testa mi diventa pesante. Distolgo lo sguardo, disgustata: sono orribile. Vado in cucina, è ora della merenda. Mi blocco. "Vuoi anche fare merenda? Ma hai visto come sei?! Non se ne parla". Eppure non riesco a resistere. Vado verso la dispensa con l'intenzione di afferrare un solo biscotto, non sarà mica quello a farmi ingrassare! Dai, già che ci sono ne prendo altri due. Ancora? Vabbè dai. Tanto la situazione non potrebbe essere peggio di così. E circa mezz'ora dopo ho fatto fuori tutto il pacchetto di biscotti e due gelati. Sono talmente piena che mi viene da vomitare. Ho il groppo. Proprio una bella cretina sono. Ma perchè non mi sono fermata prima?? Non avrei dovuto farlo. Ora ingrasserò, e le persone non penseranno più che sono la Rosa che conoscono loro: alta, magra, con due occhioni azzurri incastonati nel cranio, simili alle più belle delle pietre, bravissima ovunque si cimenti, una gioia, una soddisfazione continua! Penseranno che non sono più perfetta. E questo è inaccettabile.
Dunque eccomi qua. Una maglia larga addosso, che non lasci intravedere nulla, e le gambe distanziate, per non far toccare le cosce tra loro. Fortuna che c'è il mare.
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Storia di una ragazza perfetta
Teen FictionCi sono molte cose che ricordo. Momenti, emozioni, parole. Ognuno di questi ricordi ha una sua specifica, delicatissima importanza. Eppure, innegabilmente, ce ne sono alcuni diversi dagli altri: ti entrano dentro, a volte come un dolcissimo calore...