Un'altra storia d'amore

62 0 0
                                    

PROLOGO

Questo prologo può tranquillamente essere saltato se uno si è mai innamorato ed è poi stato lasciato, ma vi consiglio di seguirlo se voleste capire a fondo.

Vi prometto che non sarà lungo, anche perché c'è poco da dire sulla mia vita.
O è bella o è brutta, davvero, non ci sono mezze misure. Un po' come me. O mi amate o mi odiate, non ci sono mezze misure.

E' stata brutta, ma brutta davvero, fino all'estate scorsa. Ho passato davvero un brutto periodo, e come più o meno ogni adolescente mi ritrovavo pensieri suicidi in testa e lacrime negli occhi una notte sì e una notte sì. Il lato bello di questo periodo, che prima o poi tutti passiamo, è che quando si trova il motivo per cui si sta male si è già un passo avanti a tutto questo disordine. Si cerca di risolverlo, e prima o poi una maniere si trova e se ne esce.

Ma non sono qui per spiegarvi cosa dovete fare per stare meglio, anche perché è una cosa personale e non potrei far altro che dirvi che anche se sembra impossibile, si riesce a star meglio.

Sono qui per raccontarvi della parte bella, di quello che c'è dopo. Della mia vita felice.

Beh inizio col dire che credo fermamente che lo scopo della vita sia trovare l'amore e vivere felici con la persona che si ama, magari in una casa, magari qualche figlio e un cane, e magari anche un po' di soldi, che quelli non fanno mai male. Il problema giunge quando la persona che troviamo non è quella giusta, il bel periodo finisce e ci si ritrova in questo periodo emotivamente instabile in cui sembra tutto perduto senza quella persona.

Il punto è che se ti succede più volte cominci a stancarti di doverne sempre uscire, cominci a stancarti delle persone che ti dicono che starai bene senza metterci un minimo d'impegno nel dimostrarti che è vero. Cominci a credere che stavolta non ne uscirai, ecco.

All'inizio di questa storia mi troverete nella fase 'sono appena uscita dal brutto periodo e sono tanto felice ora'.

Buon viaggio.

INIZIO

“In televisione non c'è niente d'interessante stasera.”

Solita frase di Gaia, la tipica ragazza che sembra sempre non accontentarsi mai delle piccole cose.

“Lascia, cerco io.”
Solita frase di Irene, la tipica ragazza che sembra sempre talmente sicura di sé da far invidia.

E questa era ovviamente la solita serata tra amiche in cui sarei arrivata tardi a casa, come ogni volta.

“Lascia qui, mi piace questo programma.”
“No, è troppo noioso.”
“Non è vero!”
“Sì invece.”
E a quel punto ci fu la solita discussione che io non seguii. Presi il cellulare appoggiato sul tavolino di vetro, accanto ai cartoni della pizza che avevamo appena mangiato. Aprii facebook e cominciai a girare sulla bacheca del sito. Ragazze che lanciano stati-frecciatina ad altre ragazze, ragazze tristi perché la loro cotta non ricambia l'amore platonico che provano da circa una settimana, ragazze che postano la foto con l'attuale ragazzo, con il quale hanno passato la bellezza di due settimane

“Un altro da aggiungere alla lista delle tue scopate.” Pensai a voce alta. Mi voltai verso Irene e Gaia e le trovai a fissarmi con fare interrogativo, ma ritornai a guardare il telefono senza degnarle di una spiegazioni.

Trovai la foto di un ragazzo che non avevo mai visto prima; occhi celesti e capelli biondi, il classico ragazzo descritto nelle favole. Sfogliai il suo profilo e scoprii che l'avevo conosciuto tempo fa ad una partita di calcio di mio fratello. Mi girai verso le mie amiche per chiedere un parere su questo ragazzo, ma le trovai addormentate. Guardai lo schermo del telefono e misi un innocente 'mi piace' alla sua immagine del profilo e a qualche stato che parlava di una serie TV che entrambi seguivamo. Poi misi il telefono in tasca, presi le mie cose e uscii di casa senza salutare.

“Una volta che non arrivi in ritardo dopo essere stata a cena da Gaia!” L'ironia di mia madre era sempre talmente pungente da farmi passare la voglia di risponderle.
“Ero stanca e ho deciso di venire via prima, vado a dormire, buonanotte.”
Chiusi la porta della camera prima di riuscire a sentire una possibile risposta.

Lasciai le mie cose di fianco alla porta e mi buttai sul letto. Guardai lo schermo del telefono e scoprii che il ragazzo biondo aveva visitato il mio profilo e messo 'mi piace' a qualche foto e qualche stato. Un sorriso comparve sul mio viso senza alcun motivo apparente. Decisi che non era sensato scrivere ad un ragazzo solo per qualche scambio di 'mi piace', così posai il telefono sul comodino e andai a dormire.

Il mattino seguente andai a scuola. Era già lunedì, e ogni studente sa che non c'è giorno peggiore.

Presi lo zaino e uscii di casa senza salutare, presi l'autobus e arrivai davanti a quell'edificio decadente che frequentavo da un anno e mezzo.

“Altri tre anni e mezzo e sarai libera.” Pensai a voce alta scuotendo la testa.

Un gruppetto di ragazzi che stava passando mi guardò storto. Dovevo farmi passare quest'abitudine di pensare a voce alta.

Entrai in aula e mi sedette al solito banco in fondo alla classe.

Tre ore di filosofia e due di chimica; la gioia di quella giornata si faceva sentire sempre di più.

Presi il cellulare per chiedere al mio compagno di banco perché diavolo non fosse ancora arrivato, ma me ne dimenticai immediatamente quando mi ritrovai tra i vari messaggi di facebook un saluto da un nome familiare. Fabio. Il ragazzo biondo della sera precedente. Improvvisamente sentii caldo alle guance e mi accorsi di essere arrossita, ma risposi al messaggio freddamente. Non dovetti aspettare molto per ricevere una risposta; Fabio si era presentato con nome e età. Feci lo stesso e fui felice di scoprire che aveva diciassette anni, ovvero un anno in più di me.

Fui costretta a smettere di scambiare messaggi con il ragazzo per seguire la lezione di filosofia, e non riuscii a riprendere in mano il cellulare nemmeno durante la pausa per colpa di esercizi di chimica troppo difficili per me.

Uscita da scuola mi diressi verso il solito bar in cui pranzavo ogni giorno e decisi che avrei scritto al ragazzo solo più tardi, dopo essere tornata a casa.

Un gruppetto di ragazza che purtroppo conoscevo troppo bene mi passarono di fianco; una di loro mi diete una spallata e caddi a terra.

“Ciao sfigata.” “Ciao lesbica.” “Ciao nana.” Le risate di quelle ragazze e le loro offese mi lasciarono in lacrime sull'asfalto. Sbagliavo a pensare che tutto ciò sarebbe finito solo cambiando me stessa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 31, 2014 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Un'altra storia d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora