Somewhere in Neverland.

136 4 2
                                    

Capitolo 1

Hero. 

WENDY'S POV

La notte era calata da ormai parecchie ore su Manhattan, il centro era popolato da milioni di ragazzi pronti a divertirsi e non pensare alle conseguenze del post sbornia del giorno seguente. Il pensiero era solo uno: divertirsi, nulla di più semplice.

La pista della discoteca più accreditata e fatiscente, veniva illuminata con colori accesi e luci conseguenziali fino allo sfinimento, la musica rimbombava chiassosa in quelle quattro mura piuttosto ampie. Respiri affannati. Sudore. Corpi stretti l'uno all'altro.

Questo era quello che si poteva assaporare, la sensazione migliore del mondo per chi amasse quel genere di posti.

Ogni piccola comunicazione era impossibile da ottenere, musica alta impediva la comprenzione delle poche parole scambiate fra la gente, amavo quella sensazione; non comprendere per poche ore quello che le persone avevano da dirti, abbandonarti e lasciarti andare, lasciandoti guidare dal ritmo.

Facevo tutto questo per sfuggire alla solita routine e dimenticare ogni cosa, sapendo che non avrei dimenticato per sempre ma solo per piccoli istanti.

Avevo mille sospiri di ragazzi ogni volta diversi sul collo, toccavano il mio corpo, spingendosi sempre troppo in basso con le mani e questa era la cosa che mi infastidiva in assoluto, non amavo come venissimo trattate noi ragazze, in locali come quello, come delle poche di buono, capaci solo di essere oggetto di eccitazione.

Sapevo che dare confidenza a uno di quegli individui che mi ronzanano attorno, sarebbe stato letale, i ragazzi erano sempre pronti a esperienze di qualsiasi tipo, sopratutto con ragazze che il giorno dopo non avrebbero dovuto rivedere o delle quali non conoscessero nemmeno il nome, proprio per questo cercavo di non curarmi di loro e di ballare senza dare troppa confidenza in giro.

Quella sera, ero sola.

Non avevo chiamato nessun amico per farmi compagnia, dovevo liberarmi dei pensieri e dovevo farlo da sola. Fui colta di sorpresa quando una luce abbastanza luminosa e accecante fu puntata su di me senza alcun preavviso, spalancai gli occhi guardandomi attorno cercando di capire cosa stesse succedendo, quella luce non mi faceva vedere cosa mi circondasse e più ripetevo un "no" insistente, più le persone mi spiengevano verso il cubo, pregandomi di salire e mostrare il mio corpo.

Salii.

Tenni le mani premute sull'estramità del mio vestito blu mentre il mio corpo si muoveva a tempo, ondulando, scuotendo i fianchi e strusciandomi sul tubo freddo fatto di metallo.

Decisi di prendere quella situazione come una scommessa con me stessa: sarei potuta resistere su quel cubo con gli occhi di tutti addosso, c'è l'avrei potuta fare.

Non ero più una ragazzina che correva dai genitori lamentandosi perchè tutto non andasse come voleva, ero grande, cresciuta, matura, avrei affrontato quella situazione nel migliore dei modi, con un sorriso sulle labbra. Il mio nome cominciò ad essere gridato a gran voce per incoraggiarmi a muovere, non sapevo esattamente come fossi finita li sopra ma non era il momento giusto per farsi domande.

Cominciai a ballare a piccoli passi che pian piano si trasformarono in veri e proprio gesti provocatori, tutta l'ansia accumulata svanì e mi divertii a provocare i ragazzi sotto di me, erano così virili quando si trattava di un paio di tette e quello che c'era fra due cosce.

La musica, continuava insistente a penetrare le mie orecchie, facendomi muovere a ritmo di essa.

Slacciai i tacchi velocemente, abbandonandoli distanti da me, in modo che potessi muovermi meglio per poi tornare nella mia postazione, alzai la vista per alcuni secondi notando un ragazzo salire le scale che portavano a me.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 31, 2014 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Somewhere in Neverland.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora