2. Farsi difendere da Jason

4 1 0
                                    

Congiungo delicatamente le mani verso il basso, dopo aver intrattenuto un'interrogazione da quindici minuti buoni.
La professoressa continua a tichettare una penna blu sulla cattedra, mentre mi osserva valutando ogni singola parola di quello che ho detto.

Sospira indecisa per poi scrivere sul registro il mio voto finale intanto che continua a scostarsi le ciocche dei capelli ricci, da un lato all'altro.

-Esposizione buona, contenuto sufficiente e... In sostanza è stata un'interrogazione eseguita bene. Direi... Uhm... Otto. Può andare a sedersi- le ultime parole della prof. mi incitano ad accomodarmi mentre continuo a pensare al mio voto: otto.

Otto...

Appena mi siedo accanto a Jason, lui sussurra ancora la parola che continua a viaggiare nella mia mente.

-Otto?! Minimo dieci!- bisbiglia dando più enfasi alle parole.

-Non fa niente. Se ha detto che la mia esposizione è da otto, vuol dire che è da otto- esprimo la mia opinione con poca certezza mentre sistemo l'astuccio sul mio banco.

La mia media è del dieci.
Ho impiegato una settimana per questo lavoro, ho contato giorno dopo giorno aspettando questo momento per mettere in campo le mie abilità.

In men che non si dica, Jason alza la mano attendendo di essere notato dalla professoressa.

La prof. guarda Jason attraverso i suoi occhiali tondi, lanciandogli uno sguardo indifferente.

-Piylast- pronuncia attentamente il suo cognome dandogli il consenso per parlare.

-Non mi sembra corretto che gli abbia dato un otto. L'interrogazione era da dieci!-

-Jason- bisbiglio a denti stretti verso la sua direzione, intimandogli di smetterla.

-Ma davvero? Esattamente, nell'esposizione del signorino Wayland, dove stava la parte da dieci?- il tono sarcastico e poco amichevole fa spalancare la bocca del mio amico.

-Con tutto il rispetto... Ma la "Parte da dieci"- Jason sputa acidamente queste parole, scimmiottando la professoressa mentre sbatte violentemente i palmi della mano, alzandosi in piedi -Probabilmente non l'avrà sentita. Cinquantasette anni e non sentirli... Letteralmente- nella classe si alza un coro di sussurri mentre io continuo a colpirmi, ripetutamente, il palmo della mano sulla fronte.

-Mi dica... Perché sta facendo tutta questa sceneggiata?- domanda la prof. stringendo i denti e lanciando saette dagli occhi chiusi in due fessure, che lasciano intravedere appena la pupilla.

-Perché non permetterò che il mio migliore amico prenda come voto uno stupidissimo numero, formato da una vocale e una consonante- il ciuffo moro dei capelli di Jason gli ricade sugli occhi e questo lo porta a spostarlo, senza però interrompere il contatto visivo con la professoressa.

-Allora quello che sto per dire lo troverà ancora più ingiusto- la professoressa incurva un lato della bocca verso l'alto.

-Ah, sta per parlare? Stia attenta che le cade la dentiera-

Questa risposta fa scoppiare a ridere l'intera classe.

-IN PRESIDENZA!- grida la prof. puntando un dito contro la porta in legno, mentre sembra che stia spuntando fiamme.

Jason la guarda con indifferenza, raccata tutte le cose che ha sul banco e, con il suo zaino consumato dal tempo, si dirige verso la presidenza.

Prima di allontanarsi dal banco mi lancia uno sguardo sorridente, come se la cosa non lo toccasse minimamente.

Ora? Cosa faccio? Lui mi ha difeso e per colpa mia sta andando in presidenza... È il mio migliore amico, non posso lasciarlo solo, però questo rovinerebbe la mia pagella.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Principesco, ma non troppo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora