Appena arrivi in aeroporto capisci che sta iniziando una nuova avventura. È una cosa speciale, che ti colpisce. Ancora di più se è la prima volta che prendi un aereo.
Però c'è anche qualcuno che l'aereo non lo prende per andare in vacanza, ma per lavoro. E a quel punto può diventare un po' scocciante.
I bambini mentre aspettano il loro volo giocano, e pensano a quanto sarà bello decollare e far finta di pilotare il veicolo, guardare la città dall'alto, come non la si è mai vista.
Mentre le mamme si preoccupano, pensando puntualmente di non aver preso tutto, di aver lasciato qualcosa a casa, di essersi dimenticate di qualcosa di estremamente importante.
I papà invece se ne stanno tranquilli a leggere il giornale, o rimproverano i loro figli per il troppo chiasso, o ancora assillano le mogli con domande del tipo "hai preso tutto?", "sei sicura?", "il mio dopobarba l'hai messo?", beccandosi puntualmente come riposta un seccato "ogni tanto potresti pensarci tu alla tua roba!".
Poi ci sono i gruppi di ragazzi, gli adolescenti che si sentono i padroni del mondo perché vanno in vacanza senza i genitori.
Che si fanno selfie per postarli sui social, che pensano a quanti like faranno con una foto del tramonto o dell'alba dal finestrino. Che ridono e scherzano insieme o ascoltano musica, per alleggerire la tensione. Perché, anche se non lo ammetteranno mai, un po' di paura ce l'hanno anche loro.E ancora ci sono quelle coppie, che stanno partendo per la luna di miele, che non vedono l'ora di stare su una spiaggia a rilassarsi un po' insieme, o a girare mano nella mano per la città.
Le persone che partono per lavoro invece se ne stanno sul loro computer a ultimare i documenti, a completare fascicoli a cui avrebbero dovuto pensare prima. Oppure li vedi su Skype, mentre parlano con la famiglia, mentre sorridono alla vista dei volti che non vedranno per un po', o che vedranno fra un po', dopo troppo tempo di lontananza.
C'è chi dorme, scomodamente seduto sulle poltroncine consumate, con il collo piegato innaturalmente e la schiena che scricchiola al minimo movimento.
C'è chi per ingannare l'attesa legge un libro, e ne è così preso che per poco non perde il volo. C'è anche chi è costretto a mettere in pausa la puntata della serie tv che sta seguendo, per non rimanere in aeroporto qualche ora in più del dovuto per aspettare il prossimo aereo.
C'è chi, per il nervosismo, non smette un secondo di mangiare, un panino, una mela, una merendina, o le unghie.
Chi invece per calmarsi preferisce contare gli spiccioli stranieri, attendendo il volo che metterà fine al viaggio.
Osservando cosa fanno le persone nell'attesa si può capire molto di loro, ed è interessante scoprire che quella ragazza credevi stesse tornando a casa da un viaggio all'estero in realtà è straniera e non vede l'ora di riabbracciare la sua famiglia.
O che quel giovane in realtà non sta aspettando l'aereo per l'India per salirci su, ma per rivedere finalmente la sua giovane sposa.È bello l'aeroporto, perché è come una grande stanza in cui tutti, grandi, piccoli, maschi, femmine, italiani, inglesi, cinesi, fanno la stessa cosa: aspettano.
E, in aeroporto ci sentiamo meno soli, perché siamo tutti sulla stessa barca.
Con le nostre speranze, le nostre paure e i nostri sogni, mentre aspettiamo un aereo che ci cambierà la vita.E, oltre a tutte queste persone, c'è chi, nell'attesa del volo per l'Inghilterra, pensa alla sua prossima storia su Wattpad...
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Airport thoughts
Short StoryC'è gente che mangia, gente che dorme, gente che lavora al portatile, ognuno fa qualcosa, mentre aspetta che il suo volo venga annunciato dalla voce metallica e atona dell'altoparlante. Ma tutte queste persone, a cosa stanno pensando esattamente? È...