I. Profumo

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Eren è stanco.

Passa le giornate ad esercitarsi, a far da cavia per gli esperimenti di Hanji. Deve riuscire il prima possibile a controllare bene il potere di indurimento: le speranze dell'intera umanità sono, ancora una volta, riposte in lui. Dipende solo da lui la riuscita o meno della riconquista del Wall Maria, non può permettersi di fallire. Non se vuole scoprire finalmente cosa c'è nel seminterrato di quella che una volta era casa sua, non se vuole venire a conoscenza del vero segreto sulla natura dei giganti.

Si trova ora nel distretto di Trost. È stata messa a punto una nuova arma per la distruzione di quegli esseri spregevoli senza dover combattere di persona con loro. Si tratta di un enorme tronco di legno posizionato sopra ad un'apposita apertura all'interno delle mura. Quando un gigante si avvicina, il tronco viene calato su quest'ultimo, schiacciandogli il capo e uccidendolo sul colpo.

La prima dimostrazione di questa nuova micidiale arma è un successo. Un 12 metri viene abbattuto con estrema facilità. Hanji comincia, esaltata, a saltellare e urlare di gioia. Il sogno di veder finalmente estinta la razza dei titani inizia a concretizzarsi davanti agli occhi di Eren.

- Ce l'abbiamo fatta... - constata, ma la sua voce è bassa e atona. È felice, come lo è Hanji, ma non riesce a sembrare entusiasta, ad esultare, non nelle condizioni in cui si trova.

Levi si volta verso di lui, il volto contratto in un'espressione preoccupata. È il primo ad accorgersi dello stato del ragazzo.

- Sì, ce l'abbiamo fatta Eren! - esclama la donna, prestandogli finalmente attenzione, ma è troppo accecata dalla gioia per notare lo stato fisico di Eren, - Possiamo produrli in serie e mandarli alle altre cittadelle...

Ma lui non la sta ascoltando. Si sente debole, le gambe tremano, non riescono a sorreggere oltre il peso del proprio corpo. Le forze gli vengono meno e si accascia al suolo, in ginocchio. Il naso prende a sanguinargli.

- Eren? - la voce di Hanji non sembra più tanto festosa ora.

Nel frattempo, Levi gli si è avvicinato e si è accovacciato alla sua altezza. Estrae un fazzoletto dalla tasca destra della sua divisa e lo porge al ragazzo. Nel prenderlo, Eren sfiora inevitabilmente il palmo del Capitano. È un tocco fugace, non dura che pochi secondi. Un tocco che si va ad aggiungere a tutti i tocchi che negli anni si sono scambiati, a tutti gli sguardi nascosti che si sono mandati, a tutte le parole mute che non hanno mai avuto il coraggio di dirsi.

Sono innamorati l'uno dell'altro, lo sanno bene, e da molto anche. Forse lo sono dalla prima volta che i loro destini si sono incrociati, dalla prima volta che i loro occhi si sono incontrati, o forse quel sentimento è nato pian piano, crescendo con il trascorrere delle ore, dei giorni. Ma in un mondo in cui il giorno dopo potresti essere divorato all'improvviso da uno di quei mostri, in un mondo dove l'unica certezza è la morte, un mondo dove si è condannati ad una continua lotta per la vita, come può esserci il tempo e lo spazio per amarsi?

Soprattutto per loro due, che sono Capitano e sottoposto, che sono due uomini, che sono il soldato più forte dell'umanita e la speranza dell'umanità. Hanno altri compiti loro, non possono distrarsi, non possono concedersi emozioni.

Eppure è in momenti come quello, quando qualche parte dei loro corpi, per sbaglio o per casualità o perché inconsapevolmente si cercano, viene a contatto, anche se per così poco che non riescono a goderne, che brividi gelidi attraversano la schiena di entrambi. E allora le loro difese crollano, i loro sentimenti vengono a galla, e tutto il resto si fa sfocato e lontano.

- Probabilmente ha usato troppo il suo potere da titano - Levi cerca di apparire calmo e impassibile, come suo solito. Ma Eren è sempre stato capace di vedere oltre quella maschera, di leggere a fondo quel volto pallido e solcato dalle occhiaie. E anche questa volta riesce a capirlo, a scorgere il suo turbamento. - Ultimamente si addestra pesantemente tutto il tempo - continua, - sarebbe meglio non dare per scontato che lui possa creare rocce per sempre - le sue parole velano un leggero rimprovero verso Hanji, - o che il suo corpo possa durare in eterno.

Il fazzoletto che gli ha dato Levi è candido e ha il suo profumo, anche se ad esso si stanno mischiando il colore rosso e l'odore acre del sangue di Eren. Lo stringe più forte tra le dita.

- Mi dispiace, Eren... - Hanji si china leggermente verso di lui, - ero fin troppo entusiasta delle mie idee...

- Vi prego non vi scusate, Hanji - le risponde, - sono solo un po' stanco, ecco tutto - solleva il suo sguardo su di lei, - abbiamo creato una cosa così meravigliosa! Costruiamone altre. È così rassicurante poter uccidere i titani senza che nessuno venga mangiato... Se chiudessimo la breccia nel Wall Maria, potremmo ridurre il numero dei titani con questo e sterminare tutti gli altri all'interno del muro.

Il naso continua a colargli e Levi tiene i suoi occhi grigi fissi sul ragazzo.

Il capitano non è mai stato tipo da far trasparire emozioni, ma da quando quel ragazzino, col suo sorriso e i suoi enormi occhi verdi, ha iniziato pian piano a farsi spazio nei suoi pensieri, fino a catturare e imprigionare il suo cuore, si è dovuto piegare alle istanze dell'amore. Non avrebbe mai creduto di arrivare a provare un qualcosa del genere, tantomeno per un moccioso. Ma l'amore non segue alcuna logica, colpisce nei momenti più inaspettati, unendo con un filo rosso persone che non avrebbero dovuto innamorarsi per nessuna ragione al mondo. Come loro.

Ed è così che Levi si ritrova, ancora una volta, a reprimere la voglia di prendere Eren per mano e trascinarlo lontano, correndo via da quel posto dove si va avanti solo in funzione della sopravvivenza. Però, in un mondo dominato da mostri divora uomini, è difficile, se non impossibile, scappare. Levi allora non può far altro che guardare Eren, così fragile e allo stremo delle forze, e sperare che un giorno tutto ciò possa avere una fine.

- Prepariamo le armi il prima possibile - afferma Eren, ancora inginocchiato al suolo, ma con un pizzico di vitalità in più, - e andiamo a Shiganshina.

*

Angolo autrice:
Eccomi qui, come vi avevo promesso, con una nuova piccola storiella.
È una canonverse sbucata fuori quasi all'improvviso qualche settimana fa mentre scrivevo un capitolo della mia altra long Ereri. E devo ammettere che è stata molto dura da buttar giù, ma alla fine ne è uscito questo primo capitoletto che spero sia di vostro gradimento.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
A presto!

Brividi || EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora