Sochi

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Lunedì prima del gp di Russia...
Entro in casa e apro subito il frigo per prendermi qualcosa da bere. Ho appena finito di allenarmi, sono andato a correre all'aperto oggi.
Qua in Svizzera è tutto così tranquillo, adoro casa mia per questo, anche se è un po' vuota: ormai ci ho fatto l'abitudine.
Tiro fuori un asciugamano per togliermi un po' di sudore dal viso e vado a recuperare il mio telefono, l'avevo lasciato in carica prima di uscire.

Tre chiamate perse da Giuliano Alesi e una da Giovinazzi, sembra che abbiano una certa urgenza, meglio richiamarli.
Spero con tutto me stesso che non sia per qualche evento con l'academy prima del gp di Russia, avevo in mente di rilassarmi qua a casa in questi giorni. Ho davvero bisogno di staccare un po' la spina.
Alesi mi risponde dopo neanche due squilli, aveva sicuramente il telefono in mano, come il suo solito.
"Pronto? Ciao Seb, dov'eri sparito che non rispondevi? Iniziavo a preoccuparmi!"
Ha subito iniziato a parlare a raffica, sorrido, l'ho da subito preso in simpatia questo ragazzo quando l'ho conosciuto. Non si fa problemi a parlare con nessuno e lo apprezzo molto.
"Ciao Alesi, stai tranquillo ero solo uscito per andare un po' a correre, non avevo voglia di chiudermi in palestra."
"Hai fatto proprio bene, com'è andata?"
Scuoto la testa sorridendo, si perde nei suoi stessi discorsi. "Bene, ma dubito che tu mi abbia chiamato per verificare il risultato dei miei allenamenti, quindi vedi di arrivare al punto."
"Va bene, va bene. Non fare l'acido però!" Alzo gli occhi al cielo, ma lo lascio proseguire, se lo interrompessi potrei solo peggiorare la situazione.
"Praticamente in squadra abbiamo un nuovo acquisto, una ragazza che è appena entrata nel mondo della F1 e dovrebbe essere un portento dell'aerodinamica da quello che ci hanno detto, già dalla prossima stagione diventerà praticamente uno dei boss della squadra di ingegneri, forse però sto divagando un pochino... comunque l'abbiamo conosciuta negli scorsi giorni, è simpatica, una ragazza normalissima, ogni tanto sembra quasi fuori posto in un ambiente così, ma è super appassionata di motori, F1 e ovviamente Ferrari, da buona italiana. Quando vedi quel luccichio negli occhi appena si parla di auto capisci che è il suo mondo."
Ridacchio nel sentire l'accurata descrizione del francese. "Sono contento per voi, ma ora vorresti dirmi perché mi hai chiamato?"
Lo sento prendere un bel respiro prima di iniziare a parlare. "Il prossimo weekend lei sarà a Sochi e sarà il suo primo gp con noi.
Io e Giovi volevamo organizzarle una sorpresa il mercoledì sera, fare una cena con un po' di gente degli altri team e visto che è una tifosa Ferrari..."
Lo interrompo subito. "Lo sai che ai gran premi europei arrivo al giovedì mattina, è già tutto prenotato."
Lo sento sbuffare. "Lo so che ti pesa il culo, infatti non volevo nemmeno chiedere a te, ma a Charles, ma sai benissimo che è impegnato con gli sponsor in questi giorni, perché l'altro pilota del team aveva bisogno di qualche giorno di pausa a casa sua...
E non provare a inventarti scuse del tipo che hai già tutto prenotato, sei Sebastian Vettel di sicuro non hai problemi nel partire un giorno prima."
Sbuffo e mi passo una mano fra i capelli, non voglio cambiare i miei piani solo per una nuova ragazzina della Alfa Sauber.
"Seb per favore, fidati di me lei è fuori dal comune. L'abbiamo appena conosciuta, ma ha qualcosa di speciale."
Mi calmo e sorrido. "Ti piace, eh?"
"No, assolutamente. Cioè è una bella ragazza, ma no non mi piace in quel senso, è qualcos'altro." Mi aspettavo che negasse, ma non in questo modo, mi è sembrato sincero. È restato calmo quando mi ha risposto e gli credo.
Rimango un attimo in silenzio a pensare alle parole del giovane pilota francese, devo ammettere che sta iniziando a incuriosirmi un pochino questa ragazza.
"Ci sei ancora o mi hai riattaccato in faccia?"
"Ci sono, ci sono. E ci sarò anche mercoledì, farò uno sforzo..."
"Grazie, grazie mille Seb. Mercoledì pomeriggio mi faccio sentire per i dettagli, ciao!"
"Una sola cosa, com'è che si chiama la ragazza?"
"Vittoria!" E mi riattacca in faccia senza aspettare che lo saluti. Il solito.
"Vittoria..." Appena pronuncio il suo nome mi viene da sorridere, mi piace e non ci vuole un genio per capire il perché.
Ora sarà meglio chiamare Britta perchè modifichi la mia agenda, ma non sarà un problema.

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