C'era un caos infernale, c'erano non so quante persone, forse più di cinquecento.
Tutto intorno a me persone che ballavano, fumavano, si scatenavano a ritmo con la musica; nell'aria un forte odore di marijuana.
Nel soggiorno in mezzo a tutta quella gente c'era Charlotte, una delle mie amiche più care con un ragazzo che non conoscevo: si stavano baciando e lui le stava palpando il sedere.
-Devo fare qualcosa- pensai, sicuramente Charlotte era sotto effetto di qualche strana sostanza.
-Thomas, aspettami qui!- gli urlai fortissimo, c'era un caos infernale e la musica era insopportabile.
-Aspetta dove vai Lu!- mi rispose urlando anche lui, ma ormai ero già lontana.
Arrivai da Charl, io la chiamavo così, e spinsi via quel stupido ragazzo dalla mia amica.
-Che cazzo fai!- le urlai fortissimo addosso.
Non riuscì nemmeno a rispondermi, era troppo ubriaca così la presi per il braccio e la portai fuori.
La aiutai a sedersi sul marciapiede, era messa malissimo cazzo.
-Dammi il telefono che chiamo tua madre e le dico di venirti a prendere-.
Mi rispose qualcosa di indecifrabile, così feci da sola e cercai nella borsa il suo telefono, lo presi e chiamai su madre.
Dopo circa dieci minuti arrivò e non finì di ringraziarmi per essermi presa cura di sua figlia.
-Grazie Lucy- mi disse ancora una volta Patty mettendo la cintura a Charlotte.
Poco dopo chiuse la porta e partirono.
Rientrai in casa e il caos mi pervase nuovamente.
Cercai Thomas in mezzo a tutta quella gente e finalmente lo trovai.
Era in piedi, ancora lì dove, lo avevo lasciato, con una birra in mano e nell'altra una sigaretta.
-E' davvero bello- pensai tra me e me.
-Eccomi Tommy- gli dissi prendendolo per mano.
-Vieni con me-.
Mi stava portando su per le scale, dove in lontananza vidi una stanza.
Dalla stanza usciva una tenue luce viola.
Nel corridoio non si sentiva più la musica, ma dappertutto c'erano preservativi, bottiglie spaccate e cibo spazzatura, c'era anche una pizza ancora da finire.
Alla fine del corridoio entrammo nella stanza, Thomas aprì la porta; uscì una forte luce viola e un buonissimo odore di cocco misto a marijuana.
-Lo stesso odore di cocco che c'è in casa mia!- esclamai, ma non mi stava ascoltando.
Mi lasciò la mano per sedersi su un divano di pelle color nero.
Mi fece cenno di sedermi accanto a lui e io non esitai; mi sedetti pesantemente sul divano in pelle sprofondandoci dentro.
Thomas mi mise un braccio dietro alla schiena e mi strinse a lui.
-Ti piace?- mi chiese.
Mi guardai attorno, tutto intorno a me c'erano delle luci di natale appese al muro e accanto ad esse foto di bellissimi tramonti.
-Si, mi piace moltissimo- gli dissi, poi con voce più debole gli chiesi: -Perché mi hai portata qui?-.