Vorrei lamentarmi per lo zaino pesante e per il freddo invernale;
vorrei sbuffare anche io davanti ad un foglio di esercizi di matematica;
vorrei aspettare le vacanze natalizie con ansia;
vorrei fingere di stare male per non mettere piede a scuola...
Ma no. Tutto ciò non appartiene più a me.
Da quando ti ho conosciuto.
Io voglio svegliarmi alle 6 di mattina con il sorriso;
voglio riempirmi di profumo , solo perché, mesi fa mi hai detto che avevo un buon odore;
voglio mettermi nel polso destro l'orologio , solo perché mi sfiori il braccio ogni dieci minuti per sapere l'ora... E manca sempre troppo alla ricreazione ;
voglio salire su quell'autobus stracolmo di ragazzi stanchi, immersi nelle loro playlist, che tentano di studiare quel dannato capitolo di storia;
voglio mettere anche io le cuffie e guardare il mare, qualche volta calmo, qualche volta troppo agitato, proprio come me, ascoltando quella canzone che mi ricorda te e non so neanche io il perché;
voglio arrivare davanti a scuola e vederti: con i capelli arruffati , gli occhi stanchi , la tua felpa blu che non ti protegge abbastanza dal freddo delle mattine di ottobre ;
voglio guardarti mentre ti siedi al banco accanto a me e sorridi, perché sono costantemente in ansia e dico di non aver studiato, ma sai benissimo che l'ho fatto;
voglio guardarti mentre tenti di prendere appunti e ti concentri per ascoltare quella stronza della prof di scienze , che non capisci mai , anzi, che non capiamo mai. Subito dopo ridere con te, perché siamo una frana in scienze.
E mi piaci anche quando non fai i compiti e ti approfitti della mia bontà; è che non so resisterti e lo so che sbaglio;
mi piacciono anche le tue continue lamentele e i tuoi occhi scuri , che talvolta si perdono e fanno perdere anche me , nella quale posso leggere i tuoi incomprensibili pensieri: le storie più belle, romanzi che divori in una notte, i testi delle mie canzoni preferite , le frasi sottolineate nei libri , le poesie più toccanti ... chissà a cosa pensi.
Voglio sentire il tuo profumo e su quello non aggiungo altro;
voglio rubarti la merenda e sbuffare perché non hai mai quel fottuto euro per comprarti le patatine alle macchinette;
voglio avere freddo , per sentirti dire se voglio la tua felpa e poi rifiutarla, perché indossare qualcosa di tuo sarebbe troppo, sarebbe esagerato. Sarebbe perfetto;
voglio guardarti mentre non te ne accorgi. Voglio studiarti, come si fa con una poesia. A memoria:
il tuo volto, la tua carnagione scura, i tuoi piccoli occhi, il tuo collo, le tue mani;
e voglio farti sorridere con le mie battute stupide, dette sempre nel momento sbagliato , solo per vedere la tua fossetta:
e te ridi sempre... solo per farmi contenta;
voglio infastidirti e pasticciare il tuo libro di matematica con scritte che magari , fra anni, rileggerai. E ti faranno sorridere. E forse un po' mi penserai;
voglio sfiorarti le mani, un po' per sbaglio, un po' per caso;
voglio far finta di non capire come cazzo si faccia l'esercizio 304 , solo per farti avvicinare a me, sentire la tua voce sempre più vicina, che ,un po' svogliata e rauca , mi spiega come svolgere quei calcoli che non capisco e non starti a sentire , ma guardarti e danzare tra le tue parole , che sembrano poesia , anche se stanno solo parlando di divisioni e moltiplicazioni;
voglio raccontarti i miei inutili drammi, ascoltare i tuoi consigli e ridere con te di quanto sia imbranata;
voglio anche litigare con te. Voglio conoscerti e vederti in ogni tua sfaccettatura , in ogni tua sfumatura : come un quadro o un disegno fatto a matita. Sentire come si trasforma la tua voce quando sei arrabbiato, vedere se le tua guance diventano rosse e se i tuoi occhi diventano lucidi;
voglio far finta di arrabbiarmi con te , perchè mi prendi in giro, quando in realtà , anche solo il fatto che parli di me , mi fa sorridere;
voglio immaginare che quella persona a cui pensi costantemente e di cui scrivi sul diario sia io ;
voglio pensare che mentre guardo la lavagna tu mi osservi, forse per caso, forse perché qualcosa di bello in me lo vedi, forse perché mi pensi;
voglio pensare, voglio concedermi di pensare , che ai tuoi amici parli di me, che il mio nome ti faccia illuminare gli occhi, senza che tu te ne accorga. Perché il tuo di nome, a me fa venire i brividi;
voglio pensare che quell'elastico che custodisci gelosamente nel tuo polso destro, appartenga a me .
Ma quell'elastico non l'hai rubato a me;
non appartiene a me.
A legarci è solo un banco.
Io sono solo la tua compagna di banco.
Solo la tua compagna di banco.
Io sono solo io.