Cap 4: "Giocattoli e guerrieri"

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Fabrizio non era una persona diffidente.
Non era freddo, né distaccato, e tantomeno tendeva ad allontanare le persone.

Non per natura almeno, ma le esperienze della vita hanno la facoltà di trasformarci in quello che non siamo.

Ed era stato davvero difficile rimanere imperturbabili, contenere ogni fremito della voce, soffocare qualunque emozione durante quella mattinata che, sembrava, fatta apposta per aumentare il solito mal di testa, compagno fisso.

Prima il litigio con Libero e la delusione che poteva leggere nei suoi occhi, il suo bambino che aveva fatto rinascere in lui
la voglia di riprendere in mano una chitarra, lo stesso strumento che aveva aperta la porta a tanti dei suoi ricordi, semplicemente archiviati e pieni di polvere.

E poi, come se non bastasse, c'era stato quel ragazzo nuovo, quello che aveva detto di non conoscere nessun pettegolezzo su di lui, che aveva iniziato a balbettare qualche parola priva di senso quando lui si era rivolto in maniera scorbutica, i suoi occhi color ambra persi nel vuoto.

La testa era piena di pensieri, ma in particolar modo uno nuovo se ne era aggiunto quella mattina.
Chi era quel ragazzo? E perché aveva così tanta voglia di parlare con lui?
E perché lui non era riuscito a mandarlo via in malo modo, minacciandolo o altro?
Ma, soprattutto, perché quel ragazzo non voleva andarsene?
Alla fine lo facevano sempre tutti.

// //

Aprì la porta di casa sbuffando e trovò la piccola cucina già vuota, soltanto un posto al tavolo era apparecchiato con un piatto coperto da cui usciva ancora un po' di fumo.
Sorrise quando lo scoprì notando un pezzo di parmigiana, il suo piatto preferito.

Non aveva voglia di mangiare, nonostante fosse digiuno dalla mattina, portó via un po' di sugo da sopra alla pietanza con l'indice e se lo portó alle labbra, succhiandolo con un lieve schiocco.

Lucia era addormentata sul divano,
i gomitoli di lana le poggiavano ancora sulle gambe e lui, notando quella scena, li poggió sul caminetto insieme ai suoi occhiali.
Con una coperta calda preferì riscaldare lei invece di se stesso, così riprese la chitarra
e si appoggiò al divano davanti al fuoco, strimpellandola un po' a tempo perso.

Non aveva dimenticato il suo litigio con Libero, lui lo stava ancora evitando e Fabrizio era troppo orgoglioso per andare a chiedergli scusa, sospiro sconfitto perché del tutto simili in questo campo.

Mentre pizzicava qualche corda lo sguardo cadde sui robot poggiati vicino ai suoi quaderni e colori e in un attimo le corde della chitarra sembrarono iniziare a parlare al posto suo, formulando quelle scuse che non riusciva a far uscire.

"Giocattoli.."

Nonostante canticchiava a voce bassa,
Lucia poteva sentire bene ogni parola che cercava di mettere in ordine e il calore della coperta che gli aveva poggiato sulle spalle.

Lo sapeva, infondo, non era cattivo il suo Fabrizio.

// //

Fabrizio posò le dita sulla maniglia della sua cameretta, non serviva bussare o fare quelle cose tra di loro, non ne sentivano il bisogno.
Quando entrò in punta di piedi, sapeva di non trovarlo addormentato e infatti scoprire che la sua attenzione era tutta rivolta al guerriero ninja che il papà gli aveva regalato lo fece sorridere nella penombra.

Libero muoveva quel guerriero di plastica sopra e sotto, facendolo volare in aria e accompagnando i movimenti con tanti suoni di scena fatti con la bocca e pernacchie, mimando i versi di un combattimento.
Fabrizio rise di gusto a quella scena decidendosi ad entrare del tutto con due colpetti sul muro, per fargli rendere conto della sua presenza.

𝟸𝟷 𝙰𝚗𝚗𝚒↬|MetaMoro| 🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora