Capitolo 1.

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Erano le 5.50 e come tutte le mattine la sveglia si mise a suonare,non so se ero pronta ad affrontare un'altra giornata di scuola, l'inverno stava arrivando, i maglioni stavano tornando, e il freddo si stava facendo sentire, misi un piede giù dal letto, il pavimento era ghiacciato e sentii un brivido che stava percorrendo tutto il mio corpo, il pensiero di percorrere tutto il corridoio senza le ciabatte mi stava distruggendo " le ciabatte " già, uno dei miei grandissimi problemi, le dimentico sempre in salotto, devo imparare a portarle in camera prima di andare a letto la sera. Raggiunsi il bagno scansai la tenda, e guardai fuori dalla finestra per osservare come era il tempo, si vedeva ben poco, fuori era ancora buio, qualche raggio di luce si intravedeva, ma a giudicare dalla piccola foschia il tempo mi stava chiaramente dicendo che era una mattina molto fredda. Tirai un piccolo sospiro e poi sobbalzai alla voce acuta di mia mamma
<< Tiffany ! Sono già le 6:15 muoviti! >>
Le 6:15? Accidenti ho passato così tanto tempo a fissare fuori dalla finestra che non mi ero resa conto che il tempo stesse passando così velocemente.
Ed eccomi qua, questa sono io, la ragazza sempre in ritardo, un po' spensierata, quella che la mattina non parla con nessuno, che si mette a fissare fuori dalla finestra guardando il nulla ma pensando a tante cose, come affrontare un'altra giornata, a come un brivido percorrerà per la seconda volta il mio corpo quando metterò un piede fuori dalla porta e saprò che da là in poi un'altra giornata avrà inizio.
Mi lavai la faccia e i denti velocemente, sciolsi la treccia della sera prima e spazzolai un po' la frangetta, i miei lunghi capelli color cioccolato erano pieni di onde, ero soddisfatta, sentii i tacchi di mia madre percorrere il corridoio, stava venendo a vedere a che punto ero, uscii dal bagno e mi catapultai in camera, per fortuna la sera prima scelgo sempre cosa mettermi così la mattina non divento pazza a cercare gli abbinamenti giusti, anche se la maggior parte delle volte finisco per mettere tutt'altro, ma stamattina non cambiai niente, era un' abbinamento che facevo spesso, un paio di pantaloni della tuta a vita alta, neri con una striscia rossa di lato, e una felpa che arrivava all altezza del ombelico tutta nera con il cappuccio, mi piaceva quell abbinamento perché anche se la felpa era corta non faceva intravedere nessun filo di pelle, i pantaloni a vita alta serviranno appunto a questo no?
Feci i risvoltini velocemente e indossai i miei anfibi.
Ero pronta, anche se faceva già abbastanza freddo, non era ancora arrivata l'ora di mettere il giubbino, così ci si teneva caldo con una bella felpa.
Mia madre spalancò la porta, ma non gli diedi neanche il tempo di aprire la porta che la superai e scesi di corsa le scale. Sul tavolo c'era un bicchiere di quelli di cartone, come quelli di Starbucks, pieno di caffè, quella era la mia colazione, mia mamma aveva provato per anni a farmi sedere al tavolo e farmi fare colazione, con cereali fette biscottate o pane tostato con la nutella, ma niente da fare, si alzava presto la mattina per preparare tutto ciò per me, ma siccome l'essere puntuali non è il mio forte, mi ritrovavo a correre giù per le scale prendere una tazza di caffè e correre a scuola, e tutto ciò che lei aveva preparato finiva dritto della spazzatura.
Con il tempo imparò a prepararmi un caffè tutte le mattine, metterlo in un bicchiere di cartone e lasciarmelo sul tavolo, così era certa che almeno qualcosa ingerivo prima di iniziare la lezione.
Lo so che starete pensando " Santa mamma " e si, vi dò ragione.
Uscii di corsa dal vialetto di casa ed ecco arrivare l'autobus, camminai fino in fondo, c'erano poche fermate prima della mia quindi avevo la fortuna di trovare sempre un posto libero.
Ed ecco che da li la mia giornata stava incominciando.
Cuffie alle orecchie, volume al massimo, e occhi fuori dal finestrino, vedere il mondo che ti passa davanti così velocemente è bellissimo, per un momento si ferma tutto intorno a te e i pensieri ti assalgono.
Mi sentii picchiare sulla spalla, mi girai di scatto, ero così persa nei miei pensieri che non mi accorsi che era lì di fianco a me e che mi stava chiamando....

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