Il giorno aveva preso posto alla notte tempestosa e il sole era rinato tra le nubi come una fenice rinasce dal fuoco. Il vento aveva dato tregua alle foglie, che gioivano, in quanto potevano trascorrere dell'altro tempo insieme a madre albero.
La sala da pranzo, dove la notte precendente il buio si infiltrava anche negli anfratti più piccoli, adesso era completamente illuminata dalla luce solare chiara, che entrava da una grande bifora.
«Miss Rotterdam!» Esclamò Lisa, seduta a tavola mentre aspettava la colazione. «Mia madre le ha raccontato ciò che è successo ieri?»
La domestica dall'abito nero, con sopra un grembiule bianco panna in pizzo, poggiò il dolce preferito della piccola Lisa sul tavolo. Sopra la cupola di panna del boodle's orange fool svettava un ricciolino di scorza d'arancia. La governante congiunse le mani e rispose: «No piccola Lisa, non mi ha detto nulla e non mi spetta saperlo.»
«Io e Bryan abbiamo visto un fantasma.» Le rivelò, mentre assaporava la zuccherosissima chicca al succo d'agrumi. «Aveva gli occhi bianchi, piangeva lacrime nere e urlava. Anche mamma, proprio come noi, ha visto quella presenza spettrale.»
«Oh, sciocchezze.» Sorrise Miss Rotterdam. «I fantasmi non esistono.»
«Invece, sì: io l'ho visto.»
La signora si avvicinò alla bambina e la baciò sulla testa, poi la rassicurò: «Se mai dovesse esserci qualche fantasma, noi lo cacceremo via col potere dell'amore, va bene?»
Lisa annuì. Non appena si portò l'ultimo boccone alla bocca, Miss Rotterdam prese il piatto ormai vuoto e andò a riporlo nelle cucine.
La piccola si alzò dalla sedia, trascinando con sé lo strascico del vestito rosa.
Si avvicinò al calendario appeso al muro e vide lì segnato, con una punta di grafite, "10 giorni ad Halloween 1890". Sorrise; Halloween era la sua festa preferita, perché in quel giorno dell'anno, insieme al fratello, poteva dar sfogo alla sua creatività.Salì le scale in legno, che ad ogni suo passo generavano degli scricchiolii, e percorse il lungo corridoio ornato di quadri con un po' di timore, anche se c'era la luce solare ad illuminare gli spazi vuoti.
Le effigi delle persone nei dipinti parevano seguire con gli occhi la bambina, la quale rimaneva sempre più stranita da quegli sguardi silenziosi, inesistenti, ma ugualmente percettibili.
Però, tra tutte le bizzarre opere d'arte che popolavano le pareti, ce n'era una in particolare che era in grado di farle accapponare la pelle, mettendole una paura pazzesca: vi erano raffigurati un bambino e una bambola, davanti ad una finestra. Appoggiate alla vetrata, proprio dietro ai due soggetti principali, comparivano delle piccole manine spettrali. Lisa aveva pregato più volte suo padre di toglierlo, ma lui aveva sempre risposto con un secco no.
La ragazzina camminò a passi lenti verso camera sua, perché voleva avvertire il fratello che Halloween era ormai alle porte.
Com'era di consuetudine, lei e Bryan, il 31 Ottobre, creavano delle maschere, per poi eleggere la maschera più originale. Chi vinceva aveva in premio dei dolcetti.
Lisa era ad un passo dalla sua cameretta, quando sentì la madre Marie piangere nella camera da letto. Si bloccò. La tentazione travolse le sue buone maniere e così poggiò l'orecchio sulla porta in mogano, cominciando ad origliare. Sentì Marie parlare col marito. Lei aveva la voce rotta dal pianto. Stavano discutendo di qualcosa... di una certa "lei".
«Non si origlia!» Esclamò una voce giovanile dietro la bambina.
Lisa trasalì e sbatté la testa sulla porta. Si voltò e vide il fratello con le braccia conserte che batteva il piede sul pavimento.
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The Hands Resist Him
HorrorStamattina mi sono svegliato che il sole era già calato all'orizzonte, dietro pietre irte conficcate nella terra, come i fiori di una serra. Sarò già morto prima delle otto. Al canto del gallo, sarò già morto. Prima delle otto, quando ancora tutti d...