Capitolo 1

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1.

La mia vista è limitata dal buio, l'unica cosa che posso vedere ora.

Il mio respiro affannato è la sola cosa che riesco a sentire e, accidentalmente, le unghie dei miei pollici sbattere mentre li faccio girare uno intorno all'altro, come se si stessero rincorrendo, per ammazzare il tempo.

Giro la testa verso il muro di fronte alla finestra aperta. L'orologio appeso alla parete è ben visibile dai raggi lunari che lo colpisco abbastanza da farmi sapere che ore sono.

Le 3:46.

Sono di nuovo sveglia sul mio letto a non fare niente, mentre la notte scorre lentamente fuori dalla mia camera.

Vorrei davvero riposare, domani dovrò finire le mie valigie per l'imminente trasferimento tra due giorni per Atlanta.

Provo a chiudere le palpebre, ma mi si riaprono non appena toccano quelle inferiori, e le ciglia svolazzano riaprendo i miei occhi azzuri, facendomi fissare il buio, come se ci fosse qualcosa da vedere, e sia davvero imperdibile.

Il buio non soddisfa il mio piacere, e volto la testa fuori dalla finestra, ammirando le stelle splendenti di fine agosto. Quelle piccole ma grandi masse infuocate sono da sempre state il mio grande amore. Come se ci fossero loro ad attendere insieme a me l'uomo della mia vita. Nonostante la loro immensa bellezza, devo riconoscere però, che anche loro ci mentono. Si fanno credere così piccole, fioche e delicate, ma in realtà sono tutt'altro. Il loro immenso fuoco ricopre ogni singolo centimetro della loro massa rocciosa, immensa.

Qualsiasi cosa intono a me, inizia a farsi lontana, e sempre più sfocata. I contorni scuri delle bambole riposte accuratamente sulla mensola sopra il termosifone da quando avevo circa cinque anni, si fanno sempre più piccole, mentre mi accorgo che sto chiudendo gli occhi inconsciamente, cadendo ancora una volta, in un sonno profondo.

Unreal [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora